Gli smartphone sono pericolosi per gli adolescenti?

Sono stati recentemente pubblicati i dati aggiornati di un sondaggio che il CDC, il Center for Disease Control and Prevention, svolge periodicamente. I risultati hanno riaperto una discussione importante, ovvero quella che riguarda la salute mentale degli adolescenti.

Il sondaggio ha preso in considerazione le persone che hanno frequentato le scuole superiori tra il 2011 e il 2021, e ha confermato un peggioramento delle condizioni degli adolescenti. La discussione, tuttavia, riguarda principalmente la diffusione degli smartphone tra i giovani di tutto il mondo, assumendolo come fattore che più influisce nei casi di ansia, depressione e suicidio.

Il sondaggio svolto dal CDC ha testimoniato un aggravamento significativo riguardo i problemi di salute mentale degli adolescenti durante la pandemia, associato, presumibilmente, alle limitazioni alla socialità. Tuttavia, analisti ed esperti segnalano che certe tendenze si osservavano già prima della pandemia.

“Il mondo reale è un’evasione da Internet”

Circola molto un grafico della psicologa statunitense Jean Marie Twenge, che dimostra come l’incremento dei casi di ansia, depressione e suicidio tra i giovani si siano intensificati a partire dal 2012.

Nel suo studio, pubblicato nel 2020, Twenge approfondisce il legame tra salute mentale e utilizzo degli smartphone. Per Twenge, il fatto che la diffusione degli smartphone sia avvenuta prima tra i più giovani rispetto agli anziani, potrebbe corrispondere ad una prima fondamentale spiegazione di questo fenomeno.

In secondo luogo, come sottolinea l’economista Noah Smith, quando le persone controllavano i propri profili social soltanto tramite il computer, l’operazione avveniva in maniera intermittente. Mentre ora, dato che lo smartphone è sempre in tasca, aumenta automaticamente il tempo per il quale le persone utilizzano un’app. Scriveva Smith già nel 2017: «Quindici anni fa Internet era un’evasione dal mondo reale. Oggi il mondo reale è un’evasione da Internet».

Utilizzare gli smartphone, secondo queste interpretazioni, avrebbe portato inevitabilmente ad un maggior isolamento sociale, condizione associata all’aumento del rischio di ansia, depressione e suicidio.

Social Media e salute mentale

Una delle ipotesi più diffuse è che l’aumento dei casi di ansia, depressione e suicidio tra le ragazze a partire dai primi anni del Duemila dipenda dall’aumento dell’utilizzo dei social media. I social avrebbero sostituito le interazioni tra gli adolescenti, valutato il loro aspetto fisico con “Mi piace” e commenti, rendendo pubbliche le dimensioni della propria sfera sociale.

Per Smith, questa variabile è comunque condizionata dall’ampia diffusione degli smartphone: «Senza smartphone sei costretto a stare lontano da Instagram per gran parte della giornata, invece con uno smartphone in tasca il giudizio onnipresente della tua cerchia è sempre a portata di mano».

Tutto questo vale anche per la sovraesposizione alle notizie deprimenti e negative, che sono capaci di attirare di più l’attenzione degli utenti.

Alcuni esperimenti

Nel 2019 è stato pubblicato uno degli studi più famosi riguardo gli effetti dei social media sulla salute mentale. Condotto da alcuni ricercatori americani, “The Welfare Effects of Social Media” ha coinvolto un campione di 2743 persone, alcune delle quali sono state pagate per disattivare il proprio account Facebook durante il periodo precedente alle elezioni di metà mandato.

Le persone che avevano disattivato il social, rispetto a quelle che, invece, non l’avevano fatto, avevano aumentato le loro attività offline e ridotto il loro tempo online in generale. In alcuni casi non avevano nemmeno riattivato il loro account al termine dell’esperimento. I ricercatori hanno riscontrato in queste persone una diminuzione dell’esposizione alle notizie, della polarizzazione politica e un generale aumento di benessere soggettivo.

Nel 2022 è stato condotto un esperimento simile, nel quale si richiedeva a 154 persone, con età media di 29,6 anni, di non utilizzare social media, quali Instagram, Facebook, TikTok e Twitter. La sospensione dei social media, secondo i risultati dello studio, avrebbe determinato significativi miglioramenti della salute mentale dei partecipanti.

Nonostante il grande numero di studi sulla relazione tra salute mentale e utilizzo di social media, la letteratura scientifica è ancora lontana dal poter affermare che sia una relazione simile a quella, per esempio, del fumo e degli effetti cancerogeni.

Secondo Derek Thompson, un giornalista statunitense, i social media possono essere paragonati all’alcool, ovvero «una sostanza che, a piccole dosi, può essere divertente o addirittura utile per gli adulti, ma a dosi maggiori può causare problemi a certe persone».

In generale, l’opinione più condivisa in assoluto dagli esperti è che per una miglior comprensione del fenomeno si debbano attendere ulteriori studi, magari maggiormente rigorosi ed estesi. Secondo Smith non dovremmo attendere che la ricerca stabilisca con certezza che gli smartphone peggiorino la salute mentale, ma concentrarci sul creare una diversa consapevolezza di questo tipo di tecnologia.

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