Facebook e Instagram diventano a pagamento

Meta, la società fondata da Mark Zuckerberg, ha deciso di lanciare una versione di Instagram e Facebook a pagamento. Non sarà un obbligo, ma una possibilità di usufruire di un abbonamento ai social senza pubblicità.

Sarà ancora possibile, dunque, utilizzare questi social gratuitamente, continuando a visualizzare inserzioni personalizzate dall’algoritmo.

La decisione di mettere a disposizione degli abbonamenti è stata resa nota dalla stessa Meta: «Crediamo fermamente in una internet gratuita supportata dagli annunci e continueremo a offrire l’accesso gratuito ai nostri prodotti e servizi indipendentemente dalle diverse disponibilità economiche. Ci impegniamo a mantenere le informazioni delle persone private e sicure, ai sensi delle nostre normative e del Regolamento Ue sulla protezione dei dati».

Prosegue la nota: «Per ottemperare alle normative Europee in continua evoluzione stiamo introducendo la possibilità di sottoscrivere un abbonamento in Ue, See e in Svizzera. A novembre offriremo alle persone che utilizzano Facebook o Instagram che risiedono in queste regioni la possibilità di continuare a utilizzare questi servizi personalizzati gratuitamente con la pubblicità, oppure di sottoscrivere un abbonamento per non visualizzare più le inserzioni. Le informazioni delle persone che decideranno di sottoscrivere l’abbonamento non saranno utilizzate per gli annunci pubblicitari».

Il costo varia in base alla scelta di «attivare l’abbonamento sul web o da mobile». Prosegue la nota: «Il costo sarà rispettivamente di 9,99 euro al mese sul web o di 12,99 euro al mese su iOS e Android. Indipendentemente da dove si effettui l’acquisto, l’abbonamento sarà valido per tutti gli account Facebook e Instagram collegati al Centro gestione account dell’utente».

L’abbonamento iniziale, fino al prossimo 1° marzo 2024 «sarà valido per tutti gli account collegati al Centro gestione account dell’utente. Dal 1° marzo 2024 in poi, per ogni ulteriore account inserito nel Centro gestione account dell’utente, si applicherà un costo aggiuntivo di 6 euro al mese per gli abbonamenti sottoscritti sul web, e di 8 euro al mese per quelli attivati su iOS e Android».


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Lockdown: risarcimento di mille euro per un minore chiuso in casa

Magistrati Onorari: dal 2024 la remunerazione scenderà

Lockdown: risarcimento di mille euro per un minore chiuso in casa

La regione Sicilia deve risarcire un minore che è rimasto chiuso in casa nel periodo del lockdown con mille euro.

Tale reclusione è stata imposta in seguito ad un’ordinanza del 2020, che risultava molto più restrittiva rispetto alle norme nazionali, oltre a non trovare alcuna giustificazione per quanto riguardava la situazione epidemiologica a livello locale.

È stato dunque accolto il ricorso del padre da parte del Consiglio della giustizia amministrativa, che riteneva che il minore fosse stato ingiustamente segregato, poiché nelle altre regioni italiane ai suoi coetanei era permesso uscire, fare sport e giocare nei dintorni della propria abitazione, mantenendo il distanziamento sociale.

L’adolescente, classe 2009, vedrà un risarcimento di 200 euro per ogni giornata passata dentro la propria abitazione senza potersi muovere.

Secondo i giudici amministrativi, lo Stato ha imposto delle limitazioni estreme alla libertà di circolare dei cittadini, «ma mai, neppure nelle cosiddette zone rosse, ha inteso spingere tali limitazioni fino a porre la popolazione non infetta, o non in quarantena, in condizioni sostanzialmente analoghe a quelle della detenzione domiciliare cosa che invece hanno fatto alcune regioni, tra cui anche la Regione siciliana con l’ordinanza in questa sede impugnata».

L’ordinanza risultava illegittima «nella parte in cui ha imposto il divieto per la popolazione sana, in particolare per quella minorenne per restare nei limiti della domanda giudiziale qui riproposta, di uscire da casa anche per svolgere, nei pressi di essa, “attività sportiva e motoria”».

E’ stato escluso il danno patrimoniale rispetto alla negata libertà di movimento, ma è stato considerato risarcibile quello di tipo morale, visto che sono stati lesi i diritti di libertà garantiti dalla Costituzione.

I giudici hanno prestato molta attenzione all’età dell’appellante nella liquidazione del danno non patrimoniale, in quanto età delicata «sotto il profilo della crescita e della formazione psicologica dell’individuo».


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Magistrati Onorari: dal 2024 la remunerazione scenderà

Comunicato Stampa del Presidente Avv. Mauro Regis dell’Ordine degli Avvocati di Verona

Magistrati Onorari: dal 2024 la remunerazione scenderà

Il trattamento retributivo pensato dal ministero della Giustizia, presente nella manovra, prevede una remunerazione di 80.386 euro annui, inclusa la tredicesima, oppure di 26.370 euro su 12 mensilità.

All’interno del testo della legge di bilancio è prevista una disciplina differente che si basa sul regime di esclusività delle prestazioni dei magistrati non togati.

Come stabilito dalla legge attualmente in vigore, sarà sempre presente la necessità di assoggettamento alla procedura valutativa, e i magistrati che sono già in servizio non dovranno più adempiere alle loro funzioni nel caso in cui non presentassero la domanda di partecipazione per la procedura valutativa.

Tutti i magistrati onorari che esercitano le funzioni in maniera esclusiva vedranno un compenso annuo lordo da erogare in 13 mensilità, della cifra di 80.386 euro. La tredicesima mensilità verrà erogata entro il giorno 15 dicembre di ogni anno.

Successivamente, si vedrà l’applicazione dell’art. 2120 del Codice Civile per quanto riguarda il Tfr. Nel caso della tutela assistenziale e previdenziale, i magistrati onorari che vengono confermati nel regime di esclusività per quanto concerne le funzioni onorarie, verranno iscritti all’assicurazione generale obbligatoria Inps.

Restano garantite tutte le tutele per quanto riguarda i permessi retribuiti, infortuni, malattia, maternità, gravidanza, genitorialità, aspettativa, congedi straordinari e collocamento per incarichi amministrativi o politici, oltre al buono pasto.

Per i magistrati onorari in regime di non esclusività, invece, dal prossimo 1° gennaio 2024, la remunerazione scenderà a 26.370 euro all’anno, e per quanto riguarda il trattamento previdenziale, ci si dovrà iscrivere a gestione separata.

Tutti i magistrati che esercitano le proprie funzioni in via non esclusiva, con titolo d’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza e di assistenza forense, mantengono la propria iscrizione presso la stessa Cassa. Il compenso che verrà corrisposto al magistrato onorario confermato, viene assimilato, a fini fiscali, ad un reddito di lavoro autonomo.


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Comunicato Stampa del Presidente Avv. Mauro Regis dell’Ordine degli Avvocati di Verona

Pratica Forense: entro il 31 ottobre domande per il tirocinio in Poste Italiane

Comunicato Stampa del Presidente Avv. Mauro Regis dell’Ordine degli Avvocati di Verona

A seguito dell’applicazione alla lettera del Dm Giustizia 110/2023 del Giudice di Pace di Verona che ha compensato le spese per violazione dell’art. 46 disp. att. c.p.c. e art. 6 e 8 DM n. 110 del 07.08.2023 (criteri redazionali degli atti processuali), il Presidente Avv. Mauro Regis dell’Ordine degli Avvocati di Verona trasmette il seguente Comunicato a riguardo:

******************************

Verona, 26 ottobre 2023

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Verona è venuto a conoscenza di provvedimenti del Giudice di Pace di Verona nei quali, con l’emissione di decreto ingiuntivo, veniva disposta la compensazione delle spese.

Il trattamento sanzionatorio viene motivato per il mancato rispetto del DM 110/2023 in relazione all’art. 46 disp att. c.p.c. per omessa osservanza delle norme relative alla redazione di un atto con riferimento a “dimensione caratteri ed interlinea”. 

Il Consiglio, prendendo atto dell’evidente e pacifica erroneità dei decreti, ritiene di stigmatizzare l’assunzione di iniziative, come l’emissione di tali provvedimenti, che sviliscono in maniera inaccettabile la dignità dell’Avvocato.

 

Il Presidente

Avv. Mauro Regis

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Per leggere l’articolo di Servicematica sulla vicenda, clicca sopra a questo link.

Pratica Forense: entro il 31 ottobre domande per il tirocinio in Poste Italiane

Fino al prossimo 31 ottobre sarà possibile, per i praticanti avvocati, presentare domanda di tirocinio per i posti disponibili per la funzione Affari Legali di Poste Italiane. Le candidature dovranno essere inviate attraverso un modulo messo a disposizione sul sito di Poste Italiane, e riguardano le sedi di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Napoli, Roma e Venezia.

Clicca qui sopra per accedere al modulo di Poste Italiane

La possibilità di consentire lo svolgimento del tirocinio professionale è nata dall’intesa tra i COA di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Napoli, Roma, Venezia e Poste Italiane, ed il fine è l’ammissione all’esame di abilitazione presso la funzione di Affari Legali di Poste Italiane.

Il tirocinio durerà minimo sei mesi sino ad un massimo di 12 mesi, con 600 euro di rimborso spese mensile. La pratica si svolgerà in affiancamento, e sotto stretta supervisione degli avvocati che fanno parte della Funzione affari legali di Poste Italiane, che risultano regolarmente iscritti nell’Elenco speciale Ente Poste Italiane.

Per presentare la domanda di tirocinio bisogna:

  • Avere la cittadinanza italiana, di Stato UE o di Stato non UE con requisiti previsti dall’art. 17 comma 2 L. 247/2012;
  • Laurea magistrale in giurisprudenza con votazione massima conseguita da non più di 24 mesi;
  • Essere iscritti al registro praticanti nei COA di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Napoli, Roma e Venezia da non oltre due mesi.

Tutte le domande dovranno essere inviate entro il 31 ottobre 2023 attraverso il form presente sul sito di Poste Italiane, allegando il CV e l’allegato B correttamente compilato e sottoscritto. Poste italiane, a seconda del numero di domande, indicherà quanti tirocini sarà possibile attivare, così come la percentuale dei candidati che vengono ammessi alla selezione.

Eventuali dubbi o richieste possono essere presentati a Poste Italiane scrivendo una mail a supprec@posteitaliane.it.


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Passaporto alle Poste e carta d’identità all’Agenzia delle Entrate

SPID per attivare SIM e cambiare operatore telefonico

Passaporto alle Poste e carta d’identità all’Agenzia delle Entrate

Il prossimo dicembre sarà possibile fare il passaporto negli uffici postali, mentre a febbraio anche all’Agenzia delle Entrate. Queste sono le prossime tappe del Progetto Polis di Poste Italiane, destinate ai Comuni che hanno meno di 15.000 abitanti.

Dichiara Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste Italiane: «Al momento stiamo già erogando servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate».

Il progetto Polis, già presentato a gennaio, procede velocemente anche nel costituire la più grande rete nazionale delle aree di coworking. Si stimano 250 siti messi a disposizione da Poste Italiane.

Dichiara Lasco: «Vogliamo dare a persone, aziende e professionisti l’opportunità di usare questi spazi (…), che non saranno solo nelle grandi città dove i player del settore sono già presenti ma soprattutto nelle realtà medio-piccole, per contribuire allo sviluppo sociale ed economico di tutto il Paese».

Da qualche anno, Poste Italiane tenta di combattere la desertificazione dei piccoli centri, che nel corso degli ultimi 50 anni hanno perso la metà dei residenti, trovandosi a rischio di spopolamento. È qui che si inserisce il Progetto Polis, che punta a rafforzare e a connettere il territorio nelle zone marginali.

Nel Progetto è previsto un programma di inclusione sociale, che comprende due differenti linee d’intervento. Nella prima si prevede di portare i servizi telematici della PA negli Uffici Postali, creando “Sportelli Unici” di prossimità nei Comuni che hanno meno di 15.000 abitanti.

La seconda linea, invece, mette a disposizione 250 spazi sull’intero territorio nazionale. 80 di questi verranno attivati in comuni che hanno meno di 15.000 abitanti, trasformandoli in spazio di co-working interconnessi tra loro, per costituire una rete smart e digitalizzata.

Il progetto conta sui finanziamenti del PNRR per la cifra di 800 milioni di euro, mentre a carico di Poste Italiane restano 400 milioni.


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SPID per attivare SIM e cambiare operatore telefonico

Giustizia: ritorno alla prescrizione sostanziale

SPID per attivare SIM e cambiare operatore telefonico

D’ora in poi sarà molto più facile attivare oppure cambiare una SIM, così come effettuare la portabilità di un numero, poiché per poter identificare un utente si potrà procedere con l’utilizzo di strumenti digitali molto più comodi, come, per esempio, SPID.

AGCOM, nel corso della riunione di fine settembre, ha deciso di dare l’ok alla semplificazione delle varie procedure per attivare e gestire le SIM. Tale semplificazione consiste nella possibilità di utilizzare SPID, CIE e CNS per attivare o cambiare le SIM, così come per il mantenimento del numero di telefono quando si cambia operatore telefonico.

AGCOM ritiene che tutti questi strumenti siano in grado di validare le varie informazioni digitali di un soggetto che richiede una SIM, configurandosi in quanto alternativa efficace per acquisire video o foto dei documenti, quali codice fiscale e carta d’identità.

Per il momento, per effettuare tali operazioni bisogna utilizzare delle copie della carta d’identità e del codice fiscale, da presentare in cartaceo negli store oppure da caricare in formato digitale se vengono utilizzati servizi online.

Gli operatori telefonici, come spiegato da AGCOM, dovranno aggiornare l’Accordo quadro per l’applicazione delle norme riguardanti la portabilità del numero con i nuovi strumenti digitali. Lo scopo è complicare la procedura al fine di evitare lo SIM swapping, ovvero l’attività di un malintenzionato che, all’insaputa del titolare, effettua la portabilità del numero.

Hai bisogno di attivare SPID? Passa nei nostri uffici!

Ci trovi a Marghera, in Via Trieste 158/C.

Per maggiori informazioni puoi chiamare il numero 041 309 4509 oppure scrivere a segreteria@servicematica.com


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Giustizia: ritorno alla prescrizione sostanziale

Guida Redazione Atti Processo Civile

Giustizia: ritorno alla prescrizione sostanziale

È stato raggiunto un accordo di maggioranza per quanto riguarda la riforma della prescrizione. Lo comunica il Ministero della Giustizia, trasmettendo una nota alla Commissione giustizia della Camera contenente il testo della riforma.

Si ritorna, dunque, ad una prescrizione sostanziale in ogni grado di giudizio. «L’aspetto principale della riforma è la previsione di una sospensione della prescrizione per 24 mesi dopo la sentenza di condanna in primo grado e per 12 mesi dopo la conferma della condanna in appello», dichiara Nordio.

Prosegue: «Se la sentenza di impugnazione non interviene in questi tempi, la prescrizione riprende il suo corso e si calcola anche il precedente periodo di sospensione. Anche in caso di successivo proscioglimento o di annullamento della sentenza di condanna in Appello o in Cassazione, il periodo in cui il processo è stato sospeso si calcola ai fini della prescrizione».


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Depositi – Nuova Guida Redazione Atti Processuali

L’obiettivo principale della Riforma della Giustizia Cartabia è la velocizzazione e la digitalizzazione della giustizia. Per questo, il nuovo codice di procedura ha introdotto dei principi generali per la redazione degli atti processuali, ovvero il principio di chiarezza e quello di sinteticità.

In particolare:

Art. 121 c.p.c.

Gli atti del processo, per i quali la legge non richiede forme determinate, possono essere compiuti nella forma più idonea al raggiungimento del loro scopo. Tutti gli atti del processo sono redatti in modo chiaro e sintetico.

Art. 46 disp. att. c.p.c.

I processi verbali e gli altri atti giudiziari debbono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile […] Il Ministro della giustizia, sentiti il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio nazionale forense, definisce con decreto gli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l’inserimento delle informazioni nei registri del processo. Con il medesimo decreto sono stabiliti i limiti degli atti processuali, tenendo conto della tipologia, del valore, della complessità della controversia, del numero delle parti e della natura degli interessi coinvolti. Nella determinazione dei limiti non si tiene conto dell’intestazione e delle altre indicazioni formali dell’atto, fra le quali si intendono compresi un indice e una breve sintesi del contenuto dell’atto stesso. Il decreto è aggiornato con cadenza almeno biennale. Il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell’atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. Il giudice redige gli atti e i provvedimenti nel rispetto dei criteri di cui al presente articolo.

Per consultare le Linee Guida per la Redazione degli Atti del Processo Civile

clicca sopra a questo link per scaricare la guida

 

Una concierge meta-umana lavorerà per la PA

Camilla è un prototipo di concierge meta-umana, sviluppata da CSI Piemonte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale generativa. Per il momento, Camilla risponde soltanto alle domande su CSI e sulle attività che svolge. Si tratta, comunque, della prima tecnologia sulla quale potrebbero basarsi gli assistenti digitali del futuro per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi pubblici digitali.

Dichiara il direttore generale di CSI Piemonte, Pietro Pacini: «Abbiamo suscitato l’interesse di molti nostri consorziati, che hanno fatto richiesta per poterla usare nelle loro strutture. Potrebbe rendere accessibili i servizi ai cittadini 24 su 24, sette giorni su sette».

Con l’avvento dell’IA generativa è possibile rivoluzionare anche la progettazione, l’erogazione e la fruizione dei servizi pubblici digitali. In ogni caso è necessario attendere entro la fine dell’anno l’approvazione dell’AI Act da parte dell’Ue, che conterrà elementi chiave quali libertà, dignità, giustizia, democrazia, uguaglianza e non discriminazione.

Nell’attesa, i riferimenti normativi si rifanno a quelli esistenti, ovvero al Gdpr, le Linee guida di design per i siti e i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, con Determinazione n. 224/2022 e il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino.

Il mondo della PA, inoltre, deve prestare molta attenzione per quanto riguarda l’applicazione dell’IA, visto che non sono in alcun modo consentiti bias o allucinazioni.

Uno degli impieghi possibili dell’IA generativa è l’interazione con i cittadini tramite assistenti virtuali capaci di fornire informazioni e di dialogare. Chiaramente, all’inizio il cliente sarà un esperto del settore, non il cittadino.

Quello che consentirà una concierge come Camilla sarà la gestione più rapida di attività ripetitive, mantenendo dei bassi margini d’errore.

Importante la questione etica. Per Benedetta Giovanola dell’Università della Macerata: «La domanda da cui dovremmo sempre partire riguarda quello che i sistemi di IA che usiamo possono fare per contribuire al bene della collettività. In questo modo potremmo integrare fin dall’inizio i valori etici che devono essere presenti in ogni fase di utilizzo dell’IA».


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