Il figlio può scegliere il genitore con cui convivere

Il figlio può scegliere il genitore con cui convivere

Con l’ordinanza 3372/2024, la Corte di cassazione ha respinto il ricorso di una madre contro il provvedimento per il quale il figlio era andato a vivere principalmente con il padre.

Secondo gli Ermellini, il giudice di merito, nel pieno interesse del minore e senza pregiudicare in alcun modo il diritto alla bigenitorialità, può e deve assicurarsi che il minore persegua il proprio benessere e una crescita serena e armoniosa.

Per la prima sezione civile bisogna tenere conto dell’interesse del minore ad una frequentazione non paritaria, nel caso in cui questa impedisca il suo benessere, senza ostacolare la creazione e il mantenimento delle relazioni affettive con i genitori.

Nello specifico, il diritto alla bigenitorialità è stato rispettato a pieno dal giudice, che, dopo aver preso atto dell’indisposizione del figlio ad incontrare un genitore, ha deciso di creare i presupposti per riprendere e mantenere i rapporti, ponendo le basi per arrivare ad una frequentazione paritaria.

In materia di separazione e divorzio, ma anche in relazione ai figli di genitori non coniugati, è necessario perseguire l’interesse morale e materiale dei figli, come previsto dall’art. 337-ter del codice civile, e per questo motivo il giudice non è vincolato in alcun modo agli accordi e alle richieste delle due parti.


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“Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati”: una lezione-spettacolo dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Nordio a Venezia all’assemblea degli Ordini Forensi del Triveneto

 

Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati

“Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati”: una lezione-spettacolo dell’Ordine degli Avvocati di Padova

L’Ordine degli Avvocati di Padova ha organizzato una lezione-spettacolo, Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati, un evento che si svolgerà presso l’auditorium del Centro San Gaetano (Via Altinate 71) venerdì 9 febbraio 2024 a partire dalle ore 18:00.

La lezione-spettacolo è completamente gratuita, e vedrà come protagonista Cesare Catà, filosofo e performer teatrale. Lo spettacolo sarà un viaggio interattivo all’interno dell’opera di William Shakespeare, che coinvolgerà direttamente tutte le persone presenti.

Il pubblico potrà scegliere tra 22 personaggi delle opere di Shakespeare. Durante la performance verranno utilizzate le carte dei Tarocchi, per paragonare i drammi shakespeariani all’esplorazione degli archetipi dell’animo umano.

Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati mescola il linguaggio della divulgazione umanistica alla stand-up comedy. Dichiara Francesco Rossi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Padova: «E’ una bella occasione per tutti i professionisti, ma anche e soprattutto per tutti i cittadini appassionati di teatro e in particolar modo di Shakespeare. L’invito è dunque aperto a tutti».

«Per prima cosa, ammazzeremo tutti gli avvocati». [William Shakespeare, Enrico VI, parte Seconda, 1588-1592]. La frase, nel dramma storico di Shakespeare, viene pronunciata da Dick il macellaio, un seguace dell’irlandese Jack Cade, un rivoluzionario che guidò una rivolta nel 1450 contro Enrico VI. Il motto si diffuse velocemente già nel corso dell’800, e ora lo troviamo su tantissimi gadget.

In molti pensano che la frase sia stata pronunciata direttamente dal drammaturgo, che ne condivideva lo spirito. Tuttavia, molto studiosi credono che questo pensiero non solo non era condiviso dal poeta, ma al contrario, il fatto che la frase fosse stata pronunciata da un ribelle è indice del fatto che per Shakespeare gli avvocati erano il baluardo della civiltà e della legge.

Per James Shapiro, professore della Columbia University, Shakespeare stava descrivendo sia i timori circa le rivolte della società nobiliare dell’epoca sia il crescente potere degli avvocati, con tutte la diffidenza e i rancori da parte delle persone comuni.


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Nordio a Venezia all’assemblea degli Ordini Forensi del Triveneto

Notifica tramite Pec: basta un Pdf semplice?

Ordini Forensi del Triveneto

Nordio a Venezia all’assemblea degli Ordini Forensi del Triveneto

Lo scorso fine settimana si è svolta a Venezia l’assemblea degli Ordini Forensi del Triveneto. Presente anche il Guardasigilli Nordio.

Il Presidente Nordio ha annunciato che ci saranno nuovi concorsi per magistrati e per personale amministrativo. Per quanto riguarda il tema del sovraffollamento delle carceri, Nordio sottolinea ancora la possibilità di utilizzo delle caserme dismesse al posto di costruire nuove strutture detentive.

È stato inoltre ribadito il punto di vista circa la depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio, in quanto l’intervento legislativo potrebbe alleggerire il carico di lavoro. Nordio ha parlato anche dell’importanza della giustizia digitale, l’unica strada, secondo il ministro, per migliorare e velocizzare la giustizia.

Presente all’assemblea il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, i consiglieri del CNF Federica Santinon, Francesco De Benedittis e Leonardo Arnau, il presidente di Cassa Forense, Valter Militi e il coordinatore dell’Ocf, Mario Scialla.

Dichiara Santinon: «L’assemblea ha avuto come perno principale l’intervento del ministro della Giustizia. Carlo Nordio ha molto apprezzato il discorso del presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco».

«Per quanto riguarda le attività che seguo da vicino nel Cnf», prosegue, «ho avuto modo di relazionare sul lavoro della commissione Progetti educazione alla legalità. Sono molto orgogliosa del torneo del “Dire e contraddire”, che quest’anno avrà come concorrenti ben 33 Coa e molti istituti scolastici con più di 1500 studenti».


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Notifica tramite Pec: basta un Pdf semplice?

I social sono la nuova arma del fisco per combattere l’evasione

notifica pec pdf

Notifica tramite Pec: basta un Pdf semplice?

Non ha rilevanza la mancanza dell’allegato della copia della cartella di pagamento con “Pdf nativo digitale”, se l’atto contenuto al suo interno, notificato in precedenza, risulta noto al ricorrente oppure quando non viene contestata la difformità nei confronti dell’originale.

Questo è quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, in tema di notifica degli atti dell’Amministrazione fiscale, con sentenza n. 28858/2023.

La notifica della cartella di pagamento può avvenire allegando alla Pec un duplicato del Pdf nativo digitale oppure attraverso un Pdf semplice, poiché nessuna legge impone che la copia della cartella di pagamento cartacea notificata attraverso Pec deve essere sottoscritta con firma digitale.

Nello specifico, una società che opera nell’organizzazione di viaggi e pacchetti turistici, ha deciso di impugnare una comunicazione preventiva di iscrizione di fermo amministrativo, notificata dall’Agenza delle entrate-Riscossione, su un veicolo di proprietà.

La società contribuente impugnava la comunicazione del preavviso di fermo e la cartella di pagamento davanti ai giudici tributari di merito. Tuttavia, i magistrati tributari di primo grado e quelli di appello hanno respinto il ricorso della società, confermando la validità della notifica fiscale.

La notificazione avvenuta nei confronti della contribuente, seconda la stessa, dovrebbe essere considerata in quanto inesistente, poiché avvenuta tramite Pec con l’atto in formato pdf semplice, e non con documento informatico con firma digitale (Pdf nativo digitale).

Tuttavia, i giudici di legittimità hanno dato ragione al Fisco, confermando la decisione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Per la Corte di Cassazione, infatti, è irrilevante la mancanza dell’allegato con pdf nativo digitale, visto che si trattava di «atto già notificato nell’anno 2017, e quindi ben noto all’opponente, che, per di più, non contesta affatto la sua difformità rispetto all’originale».

Secondo il Regolamento recante disposizioni per l’utilizzo della posta elettronica certificata (art. 1, comma 1, lettere c), f) e i-ter)) e l’art.20 del Codice dell’Amministrazione digitale, la notifica del pagamento potrà avvenire sia allegando alla Pec un documento di tipo informatico, ovvero un atto nativo digitale, sia una copia informatica, ovvero un pdf semplice.

Si precisa, infatti, che «nessuna norma di legge impone che la copia su supporto informatico della cartella di pagamento in origine cartacea, notificata dall’agente della riscossione tramite PEC, venga poi sottoscritta con firma digitale» (Cassazione, pronunce nn. 21328/2020, 14402/2020 e 30948/2019).

In particolar modo, con sentenza n. 21328/2020, la Suprema Corte ribadisce come la notificazione di un atto tramite Pec non può considerarsi nulla se la consegna è andata a buon fine, raggiungendo lo scopo stesso della notificazione. Secondo tale pronuncia, quindi, non è necessaria la presenza dell’attestazione di conformità.


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I social sono la nuova arma del fisco per combattere l’evasione

Concorso magistrati onorari: le toghe sono infuriate con Nordio

social fisco

I social sono la nuova arma del fisco per combattere l’evasione

I social media, nell’epoca digitale, non sono soltanto semplici piattaforme di condivisione della vita quotidiana, ma sono anche strumenti utili per combattere l’evasione fiscale. Maurizio Leo, viceministro alle Finanze, paragona l’evasione fiscale a qualcosa di simile al terrorismo, sottolineando quanto sia importante la collaborazione di tutti per sconfiggerla.

Grazie alla tecnica del data scraping, ovvero un’analisi avanzata delle informazioni presenti online, le esternazioni di una vita lussuosa sui social, come vacanze esotiche e cene prelibate, si trasformano in indizi importantissimi per le indagini di tipo fiscale.

Dunque, foto e post sui social sono la nuova arma utilizzata dal fisco per combattere l’evasione fiscale, con lo scopo di scovare le incoerenze presenti tra lo stile di vita che si condivide online e le dichiarazioni fiscali che si presentano.

In Italia, l’evasione fiscale è un problema non di poco conto, poiché incide sul bilancio dello Stato con cifre comprese tra 80 e 100 miliardi di euro all’anno.

Il data scraping tenta di dare una svolta importante nel contrasto all’evasione fiscale, raccogliendo e analizzando tantissimi dati presenti online, anche quelli sui social.

Un esempio potrebbe essere quello di un professionista che posta sul suo profilo Instagram cene costosissime e vacanze alle Maldive, nonostante la sua dichiarazione dei redditi parli di un reddito piuttosto modesto. L’Agenzia delle Entrate, in questo caso, potrebbe decidere di utilizzare questi elementi in quanto indizi per controlli e approfondimenti.

Il problema di questo metodo è il rispetto della privacy, e per questo motivo, il Dipartimento Finanze sta collaborando con il Garante per la Privacy al fine di sviluppare metodi di analisi dei dati che non incidano sulla privacy e sulla libertà personale.


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Concorso magistrati onorari: le toghe sono infuriate con Nordio

Concorso per 46 forestali annullato per conflitto d’interesse

concorso magistrati onorari

Concorso magistrati onorari: le toghe sono infuriate con Nordio

Un concorso in magistratura non aperto a tutti ma destinato ad una sola categoria, ovvero quella di giudici e di pm onorari. Inoltre, è prevista una sola prova scritta al posto di tre, eliminando completamente la prova orale.

Questo è quanto previsto dalla bozza del nuovo decreto sul Pnrr. All’art.27 il testo autorizza il ministero della Giustizia «a bandire nell’anno 2024 un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati onorari», indirizzato ai tribunali maggiormente in difficoltà.

La procedura prevede l’assegnamento di circa 700 posti, ai quali saranno ammessi «esclusivamente i soggetti che abbiano svolto le funzioni di magistrato onorario per almeno sei mesi senza demerito, senza essere stati revocati e senza essere incorsi in sanzioni disciplinari».

Si tratta, quindi, di poche migliaia di persone, rispetto alle centinaia di migliaia di potenziali candidati per un concorso standard. Concorso che, dal 2022, prevede la sola laurea in Giurisprudenza per l’accesso.

I vincitori sarebbero, inoltre, esentati dell’iniziale tirocinio di 18 mesi.

La magistratura si è prontamente scagliata contro il piano del governo, preoccupato che questo concorso “riservato” divenga un precedente per la messa in discussione del principio di legittimazione tecnica delle toghe, andando a ledere l’indipendenza dell’ordine giudiziario.

Scrive in una nota l’Anm: «Sarebbe una misura improvvida, rivelando una concezione della giustizia non in linea con i valori costituzionali. Il principio costituzionale dell’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente per concorso non tollera deroghe, neanche sotto forma di concorsi riservati a categorie predeterminate. Ciò vale a maggior ragione per l’accesso in magistratura».

«L’esperienza di magistrato onorario, se realmente arricchente, deve essere fatta valere all’interno della ordinaria competizione concorsuale e non può trasformarsi in un sostanziale privilegio. Questa eccentrica misura del governo sarebbe invece una grave ingiustizia, consumata ai danni dei tanti giovani laureati che da tempo si preparano con enormi sacrifici, personali e spesso familiari, al concorso per diventare magistrati».

Anche il gruppo Magistratura Indipendente, solitamente molto morbido nei confronti del Guardasigilli, sottolinea in una nota che la selezione con una sola prova scritta risulta «estremamente facilitata rispetto al concorso ordinario, che si articola su tre prove scritte e una prova orale vertente su oltre dieci materie. E’ certamente noto che sono attualmente in atto tre procedure concorsuali che determineranno l’immissione in ruolo di 1.300 nuovi magistrati nel prossimo biennio».

Prosegue Magistratura Indipendente: «E’ parimenti noto a quali sacrifici e a quanto studio si sottopongano i giovani laureati che affrontano il concorso. Magistratura indipendente si oppone con forza a tale provvedimento, i cui effetti, inevitabilmente, comporteranno la compromissione del livello di professionalità della magistratura ordinaria, che costituisce da sempre il fondamento della sua legittimazione sociale e salvaguarda il principio costituzionale di indipendenza della giurisdizione».


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PagoPA: su IO una nuova funzionalità per l’accesso rapido

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Concorso per 46 forestali annullato per conflitto d’interesse

La Regione Sicilia ha dovuto annullare l’esito del concorso per l’assunzione di 46 agenti del corpo forestale organizzato lo scorso ottobre. Inoltre, ha dichiarato decaduta la commissione esaminatrice a causa di un conflitto d’interessi.

Dunque, il concorso dovrà essere rifatto completamente. Si discuteva della questione da alcuni mesi, in seguito alla rilevazione di irregolarità nel corso della procedura di selezione. Il primo posto era stato assegnato al figlio dell’ex dirigente del corpo forestale regionale; quest’ultimo aveva anche nominato tutti i membri della commissione esaminatrice.

Le prove scritte si erano svolte a Catania e a Siracusa tra il 24 e il 27 ottobre, con circa 20mila candidati che dovevano rispondere a 60 domande a crocette. Prima dell’ufficializzazione dei risultati aveva cominciato a circolare online una versione della graduatoria, e cominciava a spargersi la voce del gran risultato ottenuto dal figlio di Giovanni Salerno, l’ex capo dei forestali, Alessio Maria Salerno.

Per alcuni giornali, Salerno aveva risposto in maniera corretta a tutte le domande, anche ad una che presentava tre opzioni non corrette. La domanda chiedeva quanti sono i deputati presenti nell’Assemblea regionale siciliana, e le risposte erano 60, 120 o 90. Tuttavia, i deputati sono 70.

La Regione Sicilia aveva dunque deciso di intervenire, al fine di accertare se erano effettivamente presenti irregolarità nel concorso. Secondo un’indagine interna, la nomina della commissione da parte dell’ex capo dei forestali era da considerarsi come conflitto d’interessi.

Anche la Corte dei Conti aveva aperto un’indagine, e all’inizio del mese di dicembre 2023, Renato Schifani, presidente regionale, aveva deciso di sospendere l’esito della prova: «L’annullamento degli atti […] è a questo punto l’unica soluzione percorribile per ripristinare la legalità violata e consentire una partecipazione, con pari opportunità, a tutti i concorrenti».

Tuttavia, alcuni partecipanti e deputati di opposizione sostengono che l’annullamento penalizza anche coloro che hanno partecipato alla prova onestamente. In ogni caso, il 30 gennaio 2024 è stata ufficialmente annullata la prova e, dunque, il concorso dovrà essere ripetuto.


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PagoPa ha annunciato l’introduzione sull’app dei servizi pubblici IO una nuova modalità per l’accesso rapido, che consente l’autenticazione con SPID o CIE soltanto una volta all’anno. In questo modo si supera la modalità di identificazione attuale, che richiede agli utenti di inserire le proprie credenziali ogni 30 giorni.

Questo renderà più semplice ai cittadini l’accesso rapido ai servizi degli enti presenti su IO, servendosi della possibilità di entrare nell’app con il riconoscimento biometrico oppure con un codice di sblocco numerico.

Sarà possibile gestire in app operazioni collegate ad un servizio pubblico con un’esperienza utente molto più semplice e veloce. L’accesso rapido consente agli utenti di accedere all’app in maniera più immediata, rendendo IO uno strumento che risponde adeguatamente ai bisogni dei cittadini.

L’app IO è nata per offrire a PA e cittadini un canale di comunicazione sicuro e personalizzato. L’autenticazione attraverso SPID o CIE consente di garantire e confermare la propria identità.

In caso di smarrimento o furto del dispositivo, solitamente lo smartphone, su cui è installata l’app, sarà possibile effettuare il logout dal web impedendo in tal modo l’accesso ai dati sensibili.

Questa nuova funzionalità sarà disponibile dopo 30 giorni dall’ultimo accesso attraverso l’identità digitale, e l’utente potrà scegliere se proseguire con la modalità di accesso rapido oppure se mantenere la funzione del login ogni mese.

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Convegno: Intelligenza artificiale e processo, nuovi strumenti e opportunità per gli avvocati

Concorso Ministero della Giustizia per 109 autisti

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Convegno: Intelligenza artificiale e processo, nuovi strumenti e opportunità per gli avvocati

L’Ordine degli Avvocati di Milano e PB Consulting terranno un convegno a Milano il 5 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13 presso il Salone Valente – Palazzina Anmig (Via San Barnaba n.29). Il Convegno si chiamerà “Intelligenza artificiale e processo: nuovi strumenti e opportunità per gli avvocati”, e tratterà il rapporto tra avvocato e intelligenza artificiale.

Si discuterà sul modo in cui gli strumenti che si basano sull’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il mondo della ricerca giuridica, della previsione degli esiti giudiziari e dell’analisi dei dati processuali.

Si parlerà dell’impatto dell’automazione circa la gestione di casi e pratiche di due diligence, cercando di comprendere in che modo questo strumento incrementi l’accuratezza e l’efficienza del lavoro che devono svolgere i legali.

Ci sarà un approfondimento di tipo etico sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del diritto e verranno analizzate le norme emergenti che vanno a regolare tali tecnologie.

Ci sarà anche l’occasione di esaminare alcuni casi studio di successo, nei quali l’utilizzo dell’intelligenza artificiale ha condotto a vantaggi e migliori strategie per gli studi legali e per i dipartimenti legali aziendali.

La partecipazione all’evento prevede la registrazione al seguente form: https://sfera.sferabit.com/servizi/accesso_albosfera.php

L’evento è completamente gratuito, e consente l’attribuzione di 3 crediti formativi.

Ecco il programma del Convegno: https://i2.res.24o.it/pdf2010/S24/Documenti/2024/01/27/AllegatiPDF/Locandina%2005.02.2024_LOGO_OK.pdf


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Concorso Ministero della Giustizia per 109 autisti

È stato pubblicato in GU Concorsi ed esami un avviso per la selezione di 109 autisti per i posti vacanti presenti negli uffici giudiziari delle Regioni Calabria, Basilicata, Lazio, Campania, Liguria, Lombardia, Sicilia, Puglia e Toscana.

Gli autisti avranno posizione retributiva F1 nella seconda area funzionale, e tutto il personale assunto dovrà restare nella sede destinata per almeno 5 anni.

I posti verranno così ripartiti:

  • Amministrazioni centrali – Roma 19 posti
  • Distretto di Bari, 5 posti
  • Distretto di Caltanissetta, 5 posti
  • Distretto di Catania, 6 posti
  • Distretto di Catanzaro, 4 posti
  • Distretto di Firenze, 3 posti
  • Distretto di Genova, 9 posti
  • Distretto di Lecce, 2 posti
  • Distretto di Messina, 2 posti
  • Distretto di Milano, 2 posti
  • Distretto di Napoli, 10 posti
  • Distretto di Palermo, 14 posti
  • Distretto di Potenza, 3 posti
  • Distretto di Reggio Calabria, 4 posti
  • Distretto di Roma, 18 posti
  • Distretto di Salerno, 3 posti

La prova d’esame consiste in un colloquio e in una prova pratica di idoneità, che accerterà se il lavoratore può svolgere le mansioni previste e guidare gli automezzi. Durante la prova pratica verrà attestata anche la conoscenza delle norme di circolazione stradale, e quindi della piena capacità di guida dei mezzi in dotazione del Ministero.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare il Bando del concorso al seguente link:

https://www.concorsipubblici.com/avviso-204886-conducente-roma-ministero-della-giustizia


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