tribunali veneti intasati

Cittadinanza italiana: in Veneto i tribunali sono intasati

Nel corso dell’ultimo anno i tribunali veneti hanno dovuto gestire più di 12mila nuove richieste di cittadinanza arrivate dal Brasile, paese che nell’Ottocento ha accolto decine di migliaia di veneti. Si tratta di un numero più alto rispetto al passato: per questo motivo, i pochi funzionari della Corte d’Appello e dei tribunali faticano a smaltire tutte le pratiche.

Per Carlo Citterio, presidente della Corte d’Appello, siamo di fronte ad un problema molto grave, che rischia di provocare il rallentamento o addirittura di bloccare del tutto la giustizia civile. Citterio, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha detto che le regole devono essere cambiate: «E’ stato reso di fatto automatico il riconoscimento della cittadinanza pure a chi ha legami familiari molto remoti e nessun contatto con l’Italia: bisogna valutare l’opportunità di una eventuale, tempestiva, saggia rivisitazione della disciplina».

In Italia è in vigore lo ius sanguinis, e per questo la legge riconosce come cittadini italiani le persone che sono in grado di dimostrare di aver avuto un lontano antenato italiano, nonostante non siano mai stati in Italia e non parlino italiano.

La maggior parte delle richieste che troviamo nei tribunali del Veneto riguardano i cittadini brasiliani che richiedono la cittadinanza italiana attraverso la dimostrazione di lontani parenti esclusi dallo ius sanguinis (ovvero prima del 1948).

È possibile rivolgersi al tribunale anche quando i consolati non sono in grado di rispondere alla richiesta di cittadinanza entro il termine massimo di 730 giorni. In Brasile e in Argentina, infatti, ci sono dei tempi d’attesa molto lunghi, e per questo le persone decidono di ricorrere alla giustizia italiana.

Nel momento in cui si dimostra la cittadinanza di un lontano parente, tutti i discendenti hanno la possibilità di diventare italiani. Nel 2023 ci sono state 12mila richieste che garantiranno la cittadinanza a più di 100mila persone.

Per Citterio, tutte queste nuove cittadinanze non sono soltanto un problema organizzativo, ma sono anche un problema politico. «Se il fenomeno dovesse estendersi, interferirebbe con la composizione del corpo elettorale e quindi anche dei quorum».

In molti puntano alla cittadinanza italiana, poiché il passaporto è uno dei più “forti” in assoluto. Infatti, avere la cittadinanza italiana, significa spostarsi senza alcun problema all’interno dell’UE, con procedure agevolate per entrare negli USA.


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