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Concorso magistrati onorari: le toghe sono infuriate con Nordio

Un concorso in magistratura non aperto a tutti ma destinato ad una sola categoria, ovvero quella di giudici e di pm onorari. Inoltre, è prevista una sola prova scritta al posto di tre, eliminando completamente la prova orale.

Questo è quanto previsto dalla bozza del nuovo decreto sul Pnrr. All’art.27 il testo autorizza il ministero della Giustizia «a bandire nell’anno 2024 un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati onorari», indirizzato ai tribunali maggiormente in difficoltà.

La procedura prevede l’assegnamento di circa 700 posti, ai quali saranno ammessi «esclusivamente i soggetti che abbiano svolto le funzioni di magistrato onorario per almeno sei mesi senza demerito, senza essere stati revocati e senza essere incorsi in sanzioni disciplinari».

Si tratta, quindi, di poche migliaia di persone, rispetto alle centinaia di migliaia di potenziali candidati per un concorso standard. Concorso che, dal 2022, prevede la sola laurea in Giurisprudenza per l’accesso.

I vincitori sarebbero, inoltre, esentati dell’iniziale tirocinio di 18 mesi.

La magistratura si è prontamente scagliata contro il piano del governo, preoccupato che questo concorso “riservato” divenga un precedente per la messa in discussione del principio di legittimazione tecnica delle toghe, andando a ledere l’indipendenza dell’ordine giudiziario.

Scrive in una nota l’Anm: «Sarebbe una misura improvvida, rivelando una concezione della giustizia non in linea con i valori costituzionali. Il principio costituzionale dell’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente per concorso non tollera deroghe, neanche sotto forma di concorsi riservati a categorie predeterminate. Ciò vale a maggior ragione per l’accesso in magistratura».

«L’esperienza di magistrato onorario, se realmente arricchente, deve essere fatta valere all’interno della ordinaria competizione concorsuale e non può trasformarsi in un sostanziale privilegio. Questa eccentrica misura del governo sarebbe invece una grave ingiustizia, consumata ai danni dei tanti giovani laureati che da tempo si preparano con enormi sacrifici, personali e spesso familiari, al concorso per diventare magistrati».

Anche il gruppo Magistratura Indipendente, solitamente molto morbido nei confronti del Guardasigilli, sottolinea in una nota che la selezione con una sola prova scritta risulta «estremamente facilitata rispetto al concorso ordinario, che si articola su tre prove scritte e una prova orale vertente su oltre dieci materie. E’ certamente noto che sono attualmente in atto tre procedure concorsuali che determineranno l’immissione in ruolo di 1.300 nuovi magistrati nel prossimo biennio».

Prosegue Magistratura Indipendente: «E’ parimenti noto a quali sacrifici e a quanto studio si sottopongano i giovani laureati che affrontano il concorso. Magistratura indipendente si oppone con forza a tale provvedimento, i cui effetti, inevitabilmente, comporteranno la compromissione del livello di professionalità della magistratura ordinaria, che costituisce da sempre il fondamento della sua legittimazione sociale e salvaguarda il principio costituzionale di indipendenza della giurisdizione».


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