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Avvocati Tributaristi: “Convinti sulla via della specializzazione”

Uncat, l’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, parla in merito alla nuova delega fiscale, che apre a nuovi spazi professionali che necessitano una specializzazione.

Come spiegato da una nota dell’Uncat, le opportunità in questione guardano ai nuovi compiti che interessano gli avvocati e i commercialisti. Si accenna, per esempio, al tax control framework, ovvero la certificazione delle aziende per il controllo del rischio fiscale, così come alla strategia/pianificazione aziendale.

In generale, comunque, si parla di tutte le procedure di compliance e della crisi d’impresa.

Dichiara l’avv. Gianni Di Matteo: «Buona parte degli avvocati tributari sono già revisori dei conti, e in quanto tali appongono il visto di conformità sui bilanci. La specifica preparazione sia sostanziale che processuale, con la capacità di prevedere le eventuali patologie, mettono oggi al centro della riforma l’avvocato tributarista come consulente privilegiato nel risk management fiscale».

Prosegue: «Occorre continuare convinti sulla via della specializzazione, in attesa che si chiarisca il quadro della formazione specialistica con il Consiglio Nazionale Forense. Uncat continuerà sulla strada della specializzazione, unica via a maggior ragione oggi dopo la riforma fiscale, appunto. Accogliamo con disponibilità fattiva gli inviti venuti dal presidente della commissione Finanze della Camera dei Deputati, Marco Osnato, e della presidente del Consiglio di presidenza tributaria, Carolina Lussana, al confronto operativo per sciogliere i nodi normativi e organizzativi».

Ribadisce Fabiola Del Torchio, vicepresidente Uncat: «L’avvocato tributarista, con la preparazione sostanziale e processuale, ben può affiancare i clienti, imprese e cittadini, lungo tutto l’arco della relazione tributaria, in sinergia con i commercialisti».

Per quanto riguarda l’organizzazione delle Corti di giustizia tributaria, i concorsi per l’assunzione dei magistrati professionali e il funzionamento del processo tributario telematico, Uncat sottolinea come sia stata avviato un dialogo di confronto con il Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria.

In tale quadro troviamo i protocolli che si stanno sviluppando sul territorio; in particolare ci si riferisce al protocollo firmato dalla Camera tributaria di primo grado e dalla Corte di giustizia di primo grado, che stabilisce le buone prassi destinate agli operatori nelle attività di cancelleria e nello svolgimento dell’udienza.


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Cassazione: l’anzianità come avvocato stabilito non conta per l’iscrizione all’albo speciale

La Cassazione, con la sentenza n. 5306 del 2024, ha chiarito che i dodici anni di anzianità richiesti per l’iscrizione all’albo speciale degli avvocati cassazionisti non includono il periodo in cui il richiedente ha svolto l’attività professionale come “avvocato stabilito”.

Le due figure professionali sono diverse:

  • L’avvocato stabilito è un professionista che ha acquisito il titolo abilitante all’estero e che può esercitare la professione in Italia in via subordinata, avvalendosi della collaborazione di un avvocato italiano.
  • L’avvocato cassazionista è un avvocato italiano che ha maturato una specifica esperienza e che può patrocinare le cause davanti alle Corti supreme.

Il periodo di “integrazione” non conta come anzianità:

L’avvocato stabilito che ha esercitato in Italia per tre anni può chiedere l’iscrizione all’albo ordinario dopo aver superato un esame di idoneità. L’anzianità maturata come avvocato stabilito non è cumulabile con quella maturata come avvocato ordinario ai fini dell’iscrizione all’albo speciale.

La normativa italiana è in linea con il diritto europeo:

La direttiva 98/5/CE del Parlamento Europeo non impone agli Stati membri di equiparare l’anzianità di avvocato stabilito a quella di avvocato ordinario. Il legislatore italiano ha quindi la facoltà di stabilire regole specifiche per l’accesso alle Corti supreme, e la disciplina dettata per l’iscrizione all’albo speciale degli avvocati cassazionisti è conforme ai principi espressi dalla Corte di giustizia.

Articolo scritto da Rosa Colucci


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Esame avvocato 2023: ecco i criteri di valutazione della prova orale

Sul sito del Ministero della Giustizia è stato pubblicato l’avviso che delinea i criteri di valutazione della prova orale dell’esame di avvocato, come individuati dalla Commissione per l’esame di Avvocato.

Le tre fasi dell’esame

La prova orale si articola in tre distinte fasi che si svolgono in un unico contesto e che concorrono a un punteggio complessivo minimo di 105 necessario per l’abilitazione.

Prima fase: esame e discussione di una questione pratico-applicativa (sotto forma di soluzione di un caso) che attiene a diritto sostanziale e processuale. Il candidato sceglie la materia tra diritto civile, penale e amministrativo e comunica la sua scelta secondo le modalità stabilite dal decreto del Ministro della giustizia.

Seconda fase: discussione di brevi questioni volte a dimostrare le capacità argomentative e di analisi giuridica del candidato. Le materie, di cui una di diritto processuale, sono scelte dal candidato tra diritto civile, penale, amministrativo, diritto processuale civile e diritto processuale penale.

Terza fase: verifica della conoscenza dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

I criteri di valutazione

I criteri di valutazione della prova orale ricalcano quelli normativamente previsti e includono:

  • chiarezza, logicità e rigore metodologico dell’esposizione;
  • capacità di risolvere concretamente specifici problemi giuridici;
  • padronanza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati;
  • abilità nel cogliere eventuali profili di interdisciplinarietà;
  • dominio delle tecniche di persuasione e argomentazione.

A questi criteri si può aggiungere la capacità di sintesi dimostrata dal candidato.

Durata dell’esame

La durata complessiva dell’esame orale è stata ritenuta ragionevole ed equa entro i 90-100 minuti, comprensivi di:

  • 30 minuti per l’esame preliminare del quesito della prima fase;
  • 60-70 minuti totali per l’esposizione in tutte e tre le fasi.

Il tempo di 30 minuti per la prima fase decorre dal momento della fine della dettatura del quesito.

Articolo scritto da Rosa Colucci


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Via libera ai test psicoattitudinali per i magistrati

La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il parere presentato da Pierantonio Zanettin, introducendo i test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati.

Nel parere di Zanettin è prevista anche la possibilità di inserire nel fascicolo di valutazione del magistrato gli atti da lui prodotti nel corso della sua carriera, e non soltanto alcuni atti a campione.

Commenta Erika Stefani, capogruppo Lega in Commissione Giustizia: «I test psicoattitudinali sono previsti in moltissimi concorsi pubblici quindi non vediamo quale sia il problema».

È giusto», prosegue, «che quando si ricoprono ruoli così delicati e di responsabilità si valuti l’attitudine del candidato ad affrontare determinate situazioni di stress. È importante che ci sia un quadro completo e chiaro dell’operato di chi si deve andare a valutare».


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Censura per compensi ingiusti, avvertimento per mancata informativa al cliente

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha approvato la nuova norma deontologica in materia di equo compenso, prevista dalla legge 49 del 2023. La legge mira a garantire agli avvocati un compenso adeguato per la loro attività professionale, contrastando il fenomeno delle parcelle troppo basse o addirittura gratuite.

Il nuovo articolo 25-bis del codice deontologico forense

Il testo del nuovo articolo 25-bis è stato elaborato dalla Commissione deontologica del CNF e approvato in via definitiva nella seduta del 23 febbraio scorso. La norma stabilisce che l’avvocato non può concordare o preventivare un compenso che non sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta, e non sia determinato in applicazione dei parametri forensi vigenti.

Sanzioni per la violazione della norma

La violazione di questa norma comporta l’applicazione della censura in sede disciplinare. Inoltre, se l’avvocato stipula un accordo con il cliente, è obbligato ad avvertirlo per iscritto che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalla legge, pena la nullità della pattuizione. La violazione di questa seconda disposizione comporta l’applicazione della sanzione disciplinare dell’avvertimento.

Entrata in vigore

Le modifiche al codice deontologico degli avvocati entreranno in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, completando l’iter previsto dall’ordinamento forense.

L’approvazione della nuova norma deontologica rappresenta un passo importante per la tutela dei diritti degli avvocati e per la garanzia di un adeguato compenso per la loro attività professionale. La norma contribuirà a contrastare il fenomeno delle parcelle troppo basse o addirittura gratuite, che danneggiano sia gli avvocati che i clienti.

Articolo scritto da Rosa Colucci 


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Pignoramenti più veloci: addio ai tempi morti

Il decreto legge approvato in Cdm il 26 febbraio 2024 contenente le ultime disposizioni in merito all’attuazione del Pnrr prevede il pignoramento dei crediti con pagamenti più veloci e senza tempi morti.

Sono state inserite le misure per accelerare la definizione dei pignoramenti presso terzi, ovvero tutti quei procedimenti per cui, per avere il pagamento di quanto dovuto, il creditore deve richiedere al giudice l’assegnazione delle somme dovute al suo debitore da un terzo.

Il terzo, al posto di pagare il debitore, dovrà pagare il creditore. Questo corrisponde al caso in cui il creditore pignora lo stipendio al dipendente dal datore di lavoro, rispettivamente debitore moroso e terzo pignorato.

Nel caso in cui il creditore notifichi l’ordinanza del giudice di assegnazione delle somme dovute dal terzo, il creditore dovrà allegare una dichiarazione che contenga l’IBAN, con lo scopo di rendere più veloce il pagamento.

Al fine di sollecitare il creditore a non perdere tempo, viene stabilito che il creditore perda gli interessi se questo temporeggia nel notificare l’ordine giudiziale di assegnazione. Dunque, se ciò avviene dopo 90 giorni, perderà gli interessi.

Ci sarà, invece, la perdita dell’efficacia del pignoramento nel caso in cui i crediti siano notificati da oltre 10 anni, con liberazione del terzo da qualsiasi tipo di obbligo. Al fine di liberare il terzo e rendere le somme nuovamente disponibili al debitore pignorato, la cancelleria dovrà trasmettere una PEC comunicando l’ordinanza di estinzione per inattività del creditore.

Presente anche un terzo correttivo, per il ricalcolo delle somme da bloccare oltre l’ammontare del credito. Per l’attuale versione del codice di procedura civile (art. 546) il terzo, dopo aver ricevuto la notifica di pignoramento, dovrà bloccare le somme dovute al debitore pignorato: il credito dovrà essere aumentato della metà.

Vengono riviste anche le soglie e vengono inseriti crediti più bassi, introducendo un importo fisso da aggiungere al credito:

  • Crediti fino a 1.100 euro: 1.000 euro in più;
  • Crediti fino a 3.200 euro: 1.600 euro in più;
  • Crediti superiori a 3.200 euro: aumento della metà.

Nel disegno di legge si parla anche di giustizia riparativa, concedendo più tempo per la ricognizione dei servizi che vengono erogati dai soggetti pubblici privati. L’imputato, mediante ricorso potrà svolgere le attività meritevoli di beneficio penale: tale ricognizione dovrà terminare entro il 30 giugno 2024.


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Sciopero in vista in magistratura: l’Anm contro il concorso straordinario

L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è sul piede di guerra contro il concorso straordinario in magistratura previsto dal decreto Pnrr del governo Meloni. La misura, che riserva 750 posti ad avvocati con almeno dieci anni di esperienza, è stata bollata come incostituzionale e lesiva del merito.

L’Anm minaccia lo sciopero

In una nota ufficiale, la giunta esecutiva centrale dell’Anm ha dichiarato lo stato di agitazione e ha annunciato che, se il Consiglio dei Ministri confermerà le indiscrezioni di stampa, proporrà al prossimo Comitato direttivo dell’associazione (2-3 marzo) “le più forti iniziative di protesta, ivi compreso lo sciopero”.

Le critiche al concorso

L’Anm contesta la ratio del concorso straordinario, evidenziando che sono già in corso concorsi per 1.300 posti e che al 2026 le vacanze saranno fisiologicamente inferiori a 300. La riserva di 750 posti ad avvocati con esperienza, secondo l’associazione, mortificherebbe il merito e le aspirazioni dei giovani laureati e di quanti si stanno impegnando nella carriera giudiziaria.

Un vulnus all’ordine giudiziario

L’Anm critica inoltre la mancanza di garanzie selettive per il concorso straordinario, che a suo avviso rappresenterebbe un vulnus all’ordine giudiziario, privandolo del presidio fondamentale di un concorso “serio, rigoroso e aperto, senza riserve”.

Articolo scritto da Rosa Colucci 


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Il TAR Lazio annulla la delibera del COA Roma sui vicepresidenti: “Vizio di forma, la scelta sarà rinnovata”

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annullato la delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma (COA Roma) che prevedeva la nomina di tre vicepresidenti. La sentenza, la n. 3669/2024, ha rilevato un “vizio di pura forma” nella votazione che ha portato all’approvazione della delibera.

Il COA Roma ha immediatamente reagito alla sentenza con un comunicato stampa del Presidente del Consiglio, in cui si precisa che l’annullamento non è dovuto a illegittimità della scelta di fondo ma a un mero errore formale. Il comunicato sottolinea inoltre che la delibera era stata approvata con la maggioranza necessaria e che il Consiglio Nazionale Forense aveva già in precedenza ritenuto legittima la modifica regolamentare.

Nonostante la precisazione del COA Roma, la sentenza del TAR ha comunque creato un certo scompiglio all’interno dell’Ordine. Il Consiglio, pur riservandosi la possibilità di impugnare la sentenza, ha già annunciato che procederà a rinnovare le operazioni di voto per la nomina dei vicepresidenti, in conformità alle indicazioni del TAR.

Al momento, la sentenza del TAR non ha effetti immediati sull’operatività del COA Roma. Tuttavia, il rinnovo delle operazioni di voto per la nomina dei vicepresidenti potrebbe portare a un cambiamento nella composizione del Consiglio.

Articolo scritto da Rosa Colucci 


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Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge con disposizioni urgenti in materia di giustizia. Il decreto interviene su diversi fronti, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e dare risposte concrete alle esigenze del personale e degli utenti.

Personale:

  • Stabilizzazione dei precari: Il decreto prevede la stabilizzazione dei precari del Ministero della Giustizia assunti a tempo determinato con almeno 24 mesi di servizio. Si tratta di una misura attesa da tempo che darà maggiore stabilità al personale e contribuirà a ridurre il precariato.
  • Assunzioni: Sono autorizzate nuove assunzioni di personale dirigenziale e di personale amministrativo. Questo consentirà di rafforzare gli organici del Ministero e di migliorare la qualità dei servizi offerti.
  • Incentivi: Per il personale degli uffici giudiziari che raggiungono gli obiettivi del PNRR sono previsti incentivi economici. Si tratta di un riconoscimento importante per il lavoro svolto e di uno stimolo a raggiungere i traguardi prefissati.

Procedure concorsuali:

  • Modifiche ai concorsi per magistrati ordinari e tributari: Il decreto modifica le modalità di svolgimento dei concorsi per l’accesso alla magistratura ordinaria e tributaria. L’obiettivo è di rendere i concorsi più snelli e efficienti, garantendo al tempo stesso la qualità della selezione.
  • Semplificazioni per il personale dell’amministrazione giudiziaria: Sono previste semplificazioni per le procedure concorsuali del personale dell’amministrazione giudiziaria. Questo ridurrà i tempi e i costi delle procedure e renderà l’accesso ai concorsi più accessibile.

Processo civile:

  • Pignoramento di crediti: Il decreto modifica le norme sul pignoramento di crediti presso terzi, introducendo un termine di efficacia di 10 anni. Questo renderà la procedura più efficiente e garantirà una maggiore tutela dei diritti dei creditori.
  • Efficacia dell’ordinanza di assegnazione: L’ordinanza di assegnazione dei crediti pignorati diventa inefficace se non è notificata al terzo entro 6 mesi dalla scadenza del termine di efficacia del pignoramento. Questo ridurrà il numero di pignoramenti inefficaci e semplificherà la procedura.

Altri interventi:

  • Nuove competenze per i periti: Il decreto amplia le competenze dei periti e ne introduce nuove categorie. Questo permetterà di avere a disposizione un pool di esperti più ampio e qualificato.
  • Digitalizzazione: Sono previste misure per la digitalizzazione del processo civile. Questo renderà il processo più efficiente, trasparente e accessibile ai cittadini.

Il decreto-legge è stato inviato al Parlamento per la conversione in legge.

Articolo scritto da Rosa Colucci di Avvocati


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Magistrato Tributario: le regole del concorso nella bozza del Pnrr

È stato istituito «un concorso per il reclutamento» dei magistrati tributari da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, per un totale di 146 posti di giudice professionale del fisco. Questo è quanto previsto dalla bozza del decreto del Pnrr approvata dal Cdm.

Non troviamo il concorso semplificato, diversamente da quanto era stato detto nei giorni scorsi, per i 30 tra i giudici onorari attuali. La procedura concorsuale consiste in una prova di preselezione, due prove scritte e una prova orale.

Lo scopo è quello di accelerare i tempi per reclutare 146 giudici, ovvero 68 posti + 78 tra quelli ancora non assegnati alla magistratura professionale. Al concorso potranno partecipare le persone con un diploma di laurea in giurisprudenza, con percorso universitario non inferiore a quattro anni.

Teoricamente, il concorso pubblico dovrebbe essere articolato in una prova preselettiva, due prove scritte da sorteggiare tra diritto civile e diritto tributario e la redazione di una sentenza tributaria. Per concludere, si dovrà affrontare una prova orale.

La prova preselettiva potrà avvenire anche in date differenti e in sedi decentrate. Viene realizzata con strumenti di tipo informatico e prevede la risoluzione di 75 quesiti a risposta multipla, da completare in 60 minuti. Il punteggio ottenuto al termine della prova preselettiva non concorrerà alla determinazione del punteggio finale complessivo.

Nella prova scritta bisognerà svolgere due elaborati in materia di diritto civile, diritto tributario e scrivere una sentenza tributaria. La prova scritta verrà valutata in sessantesimi, e verranno ammessi alla prova orale i candidati che hanno ottenuto un punteggio non inferiore a 36/60.

La prova orale viene disciplinata dall’art.4 commi 4 e 5 del decreto legislativo n. 545/1992:

  • diritto tributario e diritto processuale tributario;
  • diritto civile e diritto processuale civile;
  • diritto penale;
  • diritto costituzionale e diritto amministrativo;
  • diritto commerciale;
  • diritto dell’Unione europea;
  • contabilità aziendale e bilancio;
  • elementi di informatica giuridica;
  • colloquio in lingua straniera, indicata dal fra inglese, spagnolo, francese e tedesco.

È previsto l’esonero dalla prova preliminare per le seguenti categorie:

  • giudici tributari onorari presenti nel ruolo unico;
  • magistrati ordinari, militari, amministrativi e contabili;
  • procuratori e avvocati dello Stato;
  • candidati diversamente abili con percentuale di invalidità pari o superiore ad 80%, come previsto dell’art. 20, comma 2-bis, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

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