divorzio per errore

L’avvocato clicca il tasto sbagliato e una coppia divorzia per errore

A Londra, una coppia sposata ha deciso di rivolgersi ad uno Studio Legale per cominciare le pratiche per il divorzio, che solitamente richiedono mesi di tempo. In questo caso, tuttavia, ci sono voluti soltanto 21 minuti.

La coppia, dopo 21 anni di matrimonio, si è affidata ad un’avvocata divorzista londinese dello Studio Legale Vardags, poiché la moglie voleva divorziare, mentre il marito no.

I legali, tuttavia, hanno scambiato la loro causa legale con quella di un’altra coppia che aveva il loro stesso cognome. Dunque, hanno aperto un fascicolo elettronico per richiedere un’ordinanza di separazione definitiva.

Gli avvocati dello Studio Vardags, che rappresentavano la moglie, avrebbero utilizzato il portale senza aver ricevuto l’autorizzazione della cliente, e il sistema informatico avrebbe concesso l’autorizzazione per il divorzio della coppia in 21 minuti.

Dopo due giorni gli avvocati si sono resi conto dell’errore, e hanno prontamente richiesto all’Alta Corte di procedere con l’annullamento della pratica.

Tuttavia, il giudice non ha accolto la richiesta, visto che non è possibile procedere in assenza dell’ordine di divorzio definitivo. Prima di confermare la pratica, il sistema richiede più di una verifica dell’identità: dunque, la richiesta dei legali, per il giudice, non sembra essere credibile.

Dichiara il giudice McFarlane: «Come molti processi online simili, un operatore può arrivare alla schermata finale in cui viene effettuato l’ultimo clic del mouse solo dopo aver attraversato una serie di schermate precedenti».

Lo Studio Legale Vardags non è d’accordo: se non è presente la volontà della persona che richiede il divorzio e sono tutti d’accordo nel ritenere la situazione frutto di errore, questo dovrà essere corretto. Dichiara lo Studio Legale alla rivista People: «Lo Stato non dovrebbe costringere le persone a divorziare sulla base di un errore materiale».

«Ci deve essere intenzione da parte della persona che divorzia, perché il principio dell’intenzione è alla base della giustizia del nostro sistema giuridico. Quando un errore viene portato all’attenzione di un tribunale e tutti accettano che sia stato commesso un errore, ovviamente deve essere annullato. Ciò significa che, per ora, la nostra legge dice che puoi divorziare da un errore commesso su un sistema online. E questo semplicemente non è giusto, non è sensato, non è giustizia».

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Il futuro dell’avvocatura in Italia è incerto: da un lato, vi è il rischio di una progressiva marginalizzazione, dall’altro c’è la possibilità di un riconoscimento costituzionale del suo ruolo fondamentale. Il dibattito è aperto e il Guardasigilli Nordio ha dimostrato una certa apertura verso le proposte del CNF. L’esito dipenderà dall’impegno dell’avvocatura e dalla volontà politica di valorizzare questo pilastro fondamentale dello Stato di diritto.

All’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’avvocatura nei giorni scorsi, i punti chiave di discussione sono stati gli stessi già trattati molte volte: la marginalizzazione della funzione difensiva dell’avvocato. le sfide e le speranze per una maggiore valorizzazione dell’avvocatura, la proposta del CNF di inserire il ruolo dell’avvocato nella Costituzione.

Ma se da un lato il Consiglio Nazionale Forense propone di inserire il ruolo fondamentale dell’avvocato nella Costituzione italiana, per rafforzarne la centralità e l’indipendenza (e il Guardasigilli si è dichiarato disponibile a valutare la proposta), dall’altra però i meccanismi della giustizia sembrano tendere a marginalizzare la figura dell’avvocato, relegandolo a un ruolo meramente formale.

 


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Consap S.p.A. ha costituito un proprio Albo Avvocati” adottando il relativo Regolamento recante Linee guida per la costituzione dell’Albo degli Avvocati di Consap S.p.A. funzionale all’affidamento dei servizi legali ex art. 56, comma 1, lett. h), nn.1, 1.1, 1.2 e 2 del D.lgs. 31.03.2023 n. 36 e ss.mm.ii. e relative modalità di iscrizione e gestione”.

L’Albo sarà aperto alle iscrizioni degli Avvocati in possesso dei requisiti richiesti per una durata di 90 (novanta) giorni a decorrere dal 17.04.2024.

Gli Avvocati del libero foro potranno presentare le domande d’iscrizione all’Albo inviandole all’indirizzo Pec alboavvocati@pec.consap.it.

 


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Riforma previdenziale forense, le proposte di AIGA per un nuovo patto generazionale

L’Associazione Italiana Giovani Avvocati, con una propria delegazione guidata dal Presidente Carlo Foglieni, ha incontrato ieri 15 aprile 2024  il Presidente di Cassa Forense Valter Militi.

Nel corso dell’incontro, l’AIGA ha illustrato le proprie proposte di riforma del sistema previdenziale per un nuovo patto generazionale, sintetizzate in undici punti concretamente attuabili volti a rimuovere le sperequazioni previdenziali tra le giovani generazioni di avvocati e quelle dei colleghi e colleghe prossimi alla pensione o già pensionati.

Tra queste proposte vi sono l’applicazione del sistema contributivo e la riduzione del contributo minimo soggettivo per tutti gli avvocati, senza distinzione, nonché una serie di misure specificamente indirizzate a praticanti e neo avvocati, tra le quali l’esonero dal versamento dei contributi minimi soggettivi per i primi tre anni di iscrizione, l’esonero del contributo minimo integrativo durante il praticantato e per i cinque anni di iscrizione alla Cassa, il dimezzamento per il successivo quadriennio se l’iscrizione avviene prima dei 35 anni e maggiori agevolazioni per esercitare il diritto di riscatto degli anni di pratica e studi universitari.

AIGA propone di compensare queste misure indirizzate ai più giovani, oltre che con l’applicazione indistinta del sistema contributivo, attraverso un aumento del contributo di solidarietà per gli avvocati con un reddito professionale superiore a 180.000 euro e mediante l’innalzamento dell’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo degli avvocati pensionati attivi.

Queste sono solo alcune delle proposte contenute nel “manifesto” di AIGA per una previdenza più equa.

Durante l’incontro AIGA ha, inoltre, richiesto l’impegno per il rafforzamento degli strumenti di contrasto all’evasione contributiva, soprattutto per i crediti di maggiore rilevanza e, al contempo, più flessibilità per i crediti minori, spesso riconducibili a reali difficoltà economiche.

L’AIGA ha infine, garantito il proprio massimo sforzo per stimolare le Istituzioni politiche ad alleggerire i vincoli che la vigente legislazione impone agli enti previdenziali privati nella redazione del proprio bilancio tecnico, così da consentire a Cassa Forense di impegnare maggiori risorse per il sistema previdenziale, oggi bloccate da irragionevoli e inattuali paletti normativi.

L’AIGA ritiene che il miglioramento delle condizioni previdenziali renderà più attrattiva la professione forense per le giovani generazioni, garantendo una maggiore sostenibilità del sistema previdenziale.

“Se Cassa Forense accoglierà queste nostre proposte, opererà il miglior investimento a lungo termine per l’intera Avvocatura”.

 


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Giustizia, Trentini (Unaep), bene l’apertura di Nordio su avvocati in Costituzione

Apprendiamo con grande soddisfazione la volontà del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di voler introdurre la figura dell’avvocato in Costituzione, come ruolo consustanziale alla cultura della giurisdizione“. Lo afferma in una nota l’avvocato Antonella Trentini, presidente dell’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici, che commenta le parole del ministro Nordio pronunciate durante l’inaugurazione dell’anno accademico a Roma al Cnf.

L’Italia, benché culla del diritto, sconta un ritardo notevolissimo sulla protezione dei tutori della legalità e della difesa, sia con riguardo agli altri Paesi europei, sia con riguardo a Paesi extraeuropei“, afferma il presidente Unaep. “Il riconoscimento del ruolo dell’avvocato passa solo dalla Costituzione, da attuarsi mediante una modifica o dell’art. 111 o dell’art. 24, in cui inserire la libertà e l’autonomia del professionista e la necessità della difesa tecnica, da rendere paritetiche all’autonomia e libertà del giudice”.

Le parole del ministro Nordio – conclude l’avvocato Trentini – ci fanno ben sperare che anche nei politici stia maturando la convinzione che senza portare sullo stesso piano l’avvocatura e la magistratura qualsiasi riforma di qualsiasi processo non otterrà mai una vera funzionalità in linea con i tempi, oramai maturi per tale riforma, l’unica davvero innovativa in termini di civiltà giuridica e di effettività delle modifiche, perché se non si parte ponendo sullo stesso piano costituzionale – e dunque di garanzia – le parti del processo, quella che deve difendere e quella che deve decidere o accusare, qualsiasi riforma sarà sempre destinata a non produrre gli effetti voluti“.

 


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Inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 del Consiglio Nazionale Forense: il video dei lavori

Ecco il link dove poter visualizzare la registrazione dei lavori relativi all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 del Consiglio Nazionale Forense:

 

 


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Giustizia tributaria: +38% ricorsi nel primo trimestre 2024, PNRR non basta

Un forte aumento dei ricorsi in materia di giustizia tributaria nel primo trimestre del 2024. I dati parlano di un +38% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un totale di 57.858 nuove liti in prima istanza. Un dato preoccupante che evidenzia la complessità del sistema fiscale italiano e la difficoltà per i cittadini di tutelare i propri diritti.

Le misure deflattive introdotte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dalla legge di bilancio 2023, come la rottamazione delle cartelle esattoriali, non sembrano aver prodotto gli effetti sperati. Anzi, secondo alcuni esperti, avrebbero addirittura aggravato la situazione, incentivando il contenzioso.

La presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Carolina Lussana, ha sottolineato l’importanza del rinvio pregiudiziale come strumento per ridurre il flusso di ricorsi.

 


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Democrazia: Italia agli ultimi posti per accesso alla giustizia

Secondo l’ultimo rapporto “Perceptions of Democracy. A Survey about How People Assess Democracy around the World”, realizzato dall’International Institute for Democracy and Electoral Assistance (Idea) di Stoccolma, l’Italia si posiziona agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda l’accesso alla giustizia.

Il rapporto, basato su un sondaggio condotto tra cittadini di 120 Paesi, evidenzia che solo il 9% degli italiani ritiene che l’accesso alla giustizia sia “sempre” o “spesso” libero e agevole. Un dato preoccupante che colloca l’Italia al di sotto di paesi come la Bulgaria, la Romania e la Croazia e ben lontana dalla media europea del 32%.

Le cause di questa situazione sono molteplici: dalla lunghezza dei processi all’elevato costo delle spese per promuovere un’azione legale, passando per la complessità burocratica e la carenza di personale nei tribunali.

 


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Milano, un progetto artistico promosso da La Scala

In occasione di Miart, fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, che apre alla Design Week 2024 e al Salone del Mobile, La Scala Società tra Avvocati (prima società per azioni tra avvocati fra i grandi studi in Italia) annuncia la riedizione della mostra fotografica di Giacomo Infantino, vincitore della 3° edizione di LaScalArt – Youth Artist Contest, dal titolo “EDEN E REALTÀ – Il difficile rapporto tra uomo e natura”.

La mostra sarà accessibile al pubblico dal 15 al 19 aprile presso l’Auditorium Piero Calamandrei di La Scala Società tra Avvocati, in Via Correggio 43 a Milano, dalle ore 9:30 alle 18:30 e accoglierà le opere di Giacomo Infantino sui temi di marginalizzazione, bullismo e body shaming.


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Salerno, il Presidente COA non era eleggibile

Un fulmine a ciel sereno nell’avvocatura di Salerno: Gaetano Paolino, presidente dell’Ordine degli Avvocati, non era candidabile (e di conseguenza non era eleggibile) al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per il quadriennio 2023/2026. Le Sezioni Uniti Civili della Corte di Cassazione hanno ribaltato la decisione del Consiglio Nazionale Forense, dichiarando la sua non eleggibilità.

Il terremoto giuridico non si ferma qui: il Consiglio Nazionale Forense è chiamato ora a ratificare la sentenza, il che potrebbe portare alla decadenza di Paolino. La Cassazione ha respinto la sentenza precedente, rimandando la palla al Consiglio Nazionale Forense, che ora dovrà prendere posizione sulla possibile decadenza del Presidente dell’Ordine.

Il futuro è incerto: il Consiglio potrebbe nominare un nuovo presidente o optare per le dimissioni, aprendo così la strada alla nomina di un commissario in attesa di nuove elezioni.


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