Restituzione tardiva dei documenti da parte dell’avvocato: è sempre un illecito

Il Consiglio Nazionale Forense stabilisce che la mancata o tardiva restituzione dei documenti al cliente da parte dell’avvocato costituisce sempre un illecito disciplinare, anche se il cliente non ha subito alcun danno concreto.

La sentenza n. 92 del 27 marzo 2024 ha confermato che l’articolo 33 del Codice Deontologico Forense impone all’avvocato l’obbligo di restituire “senza ritardo” la documentazione ricevuta dal cliente per l’espletamento del mandato, su semplice richiesta. Questo obbligo non dipende dal fatto che il cliente abbia subito un danno a causa del ritardo.

Nel caso in questione, l’avvocato aveva restituito la documentazione al cliente con colpevole ritardo. Il Consiglio Nazionale Forense ha ritenuto che questo comportamento costituisse una violazione disciplinare, anche se il cliente non aveva dimostrato di aver subito un pregiudizio concreto.

La sentenza sottolinea che la violazione dell’obbligo di restituzione dei documenti da parte dell’avvocato lede il rapporto di fiducia tra professionista e cliente e mina la corretta amministrazione della giustizia.

AIGA: Consiglio Direttivo Nazionale a Milano Marittima il 14-15 giugno

Oggi 14 e domani 15 giugno si terrà a Milano Marittima il Consiglio Direttivo Nazionale organizzato dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), un evento che rappresenta un’importante occasione di confronto e aggiornamento.

L’incontro, che si concentrerà sui reati ambientali e sulle prospettive di riforma del Decreto Legislativo 231/2001, vedrà la partecipazione di giuristi, legislatori e rappresentanti del mondo imprenditoriale. Tra i temi principali, si discuterà dell’applicazione della legge 231 come opportunità professionale per avvocati e avvocate. La legge, infatti, rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione dei reati ambientali, offrendo nuove prospettive di consulenza e difesa legale.

L’evento è organizzato in collaborazione con la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, e con l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. L’obiettivo principale è sensibilizzare le imprese sull’importanza di adottare il modello organizzativo 231, considerato un efficace strumento di prevenzione dei reati presupposto. Allo stesso tempo, si intende incentivare le Procure a contestare con maggiore frequenza le violazioni della normativa, valorizzando così il ruolo dell’avvocato sia come consulente che come difensore, e contribuendo alla tutela dell’ambiente.

L’adozione del modello organizzativo 231 da parte delle imprese non solo aiuta a prevenire reati ambientali, ma rafforza anche la cultura della legalità e della responsabilità sociale all’interno delle organizzazioni. Questo approccio proattivo rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende, migliorando la loro reputazione e garantendo una maggiore conformità alle normative vigenti.


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Cassazione, criteri per la liquidazione degli onorari professionali in caso di transazione

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Cassazione, criteri per la liquidazione degli onorari professionali in caso di transazione

La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Seconda Civile, ha emanato la Sentenza n. 16465 che stabilisce i criteri per la liquidazione degli onorari professionali dovuti dagli avvocati in caso di transazione di una causa.

Secondo la sentenza, quando una causa viene risolta tramite transazione, la liquidazione degli onorari professionali dovuti dal cliente all’avvocato deve essere determinata in base al valore specificato nella domanda iniziale della lite. Questo valore, fissato al momento dell’introduzione della causa, rimane il riferimento fondamentale, indipendentemente dalla somma eventualmente realizzata dal cliente a seguito della transazione.

La Corte ha chiarito che il valore della causa, nel contesto della liquidazione degli onorari, non può essere presunto in base ai criteri generali fissati dal codice di procedura civile. Deve invece essere considerato esclusivamente quanto indicato nella domanda iniziale, rendendo irrilevante l’importo ottenuto attraverso l’accordo transattivo.

Questa decisione della Cassazione rappresenta un importante chiarimento per il mondo legale, delineando con precisione i criteri di determinazione degli onorari in caso di transazione e offrendo maggiore certezza sia agli avvocati che ai loro clienti sulle modalità di calcolo delle competenze professionali.


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La Sezione di Catania dell’A.D.G.I.–Associazione Donne Giuriste Italia ha rinnovato il proprio direttivo riconfermando alla presidenza, per il suo secondo mandato, l’avvocata Lucia Tuccitto, insieme alla Consigliera Segretaria, l’avvocata Maria Chiaramonte. Lucia Tuccitto lavora prevalentemente nel settore del diritto civile, societario e della contrattualistica, professionista impegnata sui temi dell’Empowerment e della crescita professionale femminile oltre ad essere esperta di certificazione di genere per le aziende. È stata, nel 2018, tra le Co-fondatrici della sezione catanese di A.D.G.I.

Il direttivo, che resterà in carica per i prossimi tre anni, è composto da professioniste impegnate in ambiti diversi del diritto con una spiccata e particolare attenzione alle tematiche di genere, tanto da un punto di vista sociale quanto da un punto di vista giuridico e legislativo. Infatti, nel ruolo di vicepresidenti, sono state nominate le avvocate Maria Lucia D’Anna (penalista di lungo corso del Foro di Catania, impegnata nei reati contro le donne vittime di violenza) e Veronica Sicari (che si occupa di diritto penale e penale endofamiliare, diritto minorile, tutela delle donne vittime di violenza domestica e di genere, anche in qualità di operatrice di Centro Antiviolenza, nonché degli aspetti civilistici del  diritto di famiglia). Completa il direttivo Gina Semprevivo, che si occupa di assistenza giudiziale e stragiudiziale in materia civile, commerciale e societaria, condominiale, diritto di famiglia e contrattualistica in genere, nella qualità di Consigliera tesoreria.

“È importante puntare sull’empowerment femminile. La parità di genere si ottiene quando uomini e donne hanno gli stessi diritti, responsabilità e opportunità in tutti i settori della società. Il quadro emerso dall’ultimo report della Banca Mondiale “Women, Business, and the Law”, pubblicato il marzo scorso, risulta assolutamente desolante e certifica la più grande discriminazione nella storia dell’umanità. Invece, la parità di genere sul lavoro farebbe crescere il Pil del 20%. Le donne hanno solo il 64% delle tutele legali degli uomini. Colmare questo divario raddoppierebbe il tasso di crescita globale nel prossimo decennio -sottolinea Lucia Tuccitto-. Ancora oggi la disparità di genere è un’emergenza sociale, questo lo si legge nei dati, soprattutto economici, e mi riferisco al gender pay gap, alla parità di retribuzione uomo donna, e alla partecipazione della donna alla vita politica.

Il processo di empowerment femminile è fortemente legato anche all’innovazione e alla creazione di una nuova cultura organizzativa, attraverso una visione della società paritaria. L’eliminazione del gap salariale, retributivo, è ancora molto difficile. Così come risulta difficile, la combinazione donna- potere. Il nuovo direttivo, in continuità con quanto fatto sin ad oggi -prosegue Lucia Tuccitto- e in sinergia con il direttivo nazionale, proseguirà il percorso assicurando l’impegno verso tutte quelle iniziative mirate alla parità di opportunità tra donna e uomo nello sviluppo economico e sociale. Ma soprattutto vogliamo dare il nostro contributo per l’eliminazione di ogni forma di violenza nei confronti delle donne”. E aggiunge: “Sono già in cantiere azioni per promuovere la partecipazione delle donne a tutti i livelli dell’organizzazione sociale e politica al fine di ridurre la piaga del gap economico e della rappresentanza delle donne nelle istituzioni, nella piena attuazione dell’Agenda ONU 2030, con la consapevolezza dei ruoli rivestiti”.


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Spese legali: la Cassazione ribadisce il limite del sindacato di legittimità

Con l’ordinanza n. 16500 del 13 giugno 2024, la Prima Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione ha ribadito il principio che il sindacato di legittimità sulla pronuncia di compensazione delle spese giudiziali è limitato ad evitare che la decisione di compensare i costi tra le parti si basi su ragioni illogiche o erronee.

In particolare, la Suprema Corte ha richiamato l’orientamento espresso dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 157 del 2014. Secondo la Consulta, il sindacato di legittimità in materia di spese processuali assume carattere “negativo”, dovendo il giudice di legittimità limitarsi a verificare che non ricorrano vizi di illogicità o erroneità nella motivazione della sentenza impugnata.

La Corte ha precisato che tale limitazione del sindacato è giustificata dall’“elasticità” costituzionalmente necessaria che caratterizza il potere giudiziale di compensare le spese di lite. In altre parole, la ripetizione delle spese processuali in favore della parte vittoriosa non rappresenta un diritto inderogabile, ma piuttosto una facoltà rimessa alla discrezionalità del giudice.

L’ordinanza in questione è rilevante per le implicazioni pratiche che derivano dal principio in essa enunciato. Infatti, ciò significa che le impugnazioni in cassazione relative alla compensazione delle spese giudiziali hanno una minore probabilità di successo, potendo essere accolte solo se la motivazione della sentenza impugnata risulti affetta da vizi macroscopici.


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Convenzione tra IP e Cassa Forense

Con la nuova convenzione tra Cassa Forense e IP, gli avvocati avranno la possibilità di acquistare carburante con le seguenti modalità:

  • Addebito sul conto corrente, con plafond massimo di 300 euro al mese;
  • Sconto di 0,02 centesimi al litro sul carburante normale al self;
  • Sconto di 0,12 centesimi al litro sul carburante normale al servito;
  • Carburante OPTIMO allo stesso prezzo del carburante normale.

Per poter usufruire degli sconti, bisognerà utilizzare la CARTA CARBURANTE IP PLUS FAST, che gli iscritti alla Cassa potranno richiedere senza spese di attivazione o gestione.

Nella convenzione è incluso l’abbonamento al Portale IP Plus, completamente gratuito.

Se desideri attivare la CARTA CARBURANTE IP PLUS FAST, clicca il seguente link per accedere alla sezione CONVENZIONI presente nel sito di Cassa Forense:

ATTIVAZIONE CARTA CARBURANTE IP PLUS FAST


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Aiga: a Milano Marittima 3 giorni per discutere di reati ambientali

Procure e tribunali sottovalutano i software per la trascrizione automatica

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Aiga: a Milano Marittima 3 giorni per discutere di reati ambientali

Dal 14 al 16 giugno, a Milano Marittima, si terrà il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Aiga. Più di 300 avvocati provenienti da tutta Italia si raduneranno al Marepineta Resort per affrontare una discussione sul D. Lgs 231/2001, Reati ambientali e prospettive di riforma. Giuristi, Legislatori e Imprese a confronto.

Inizialmente si prevede l’intervento dei giuristi, al fine di approfondire varie tematiche, come il modello organizzativo, l’ambito soggettivo di applicazione, il quadro sanzionatorio e i reati presupposto.

In seguito ai saluti istituzionali da parte delle autorità forensi e politiche, l’apertura dei lavori sarà affidata al docente di diritto e politiche dell’ambiente dell’Università statale di Milano Leonardo Salvemini.

Gli esponenti di tutte le aree tematiche, al termine dei lavori, procederanno al confronto sul risultato di quanto svolto.


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Nordio a Strasburgo e Lussemburgo, il viaggio del Ministro della Giustizia

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L’indagine della procura di Genova relativa alle tangenti ottenute da Giovanni Toti e da Paolo Emilio Signorini ha riaperto il dibattito sui software per la trascrizione automatica utilizzati in molti tribunali e procure italiane.

Infatti, nella trascrizione di un interrogatorio, l’indagato per corruzione Roberto Spinelli avrebbe parlato di “finanziamenti illeciti”, anche se, nella realtà, ha detto “finanziamenti leciti”: il contrario, dunque.

L’origine della svista non è da attribuirsi ad un errore umano: infatti, la trascrizione dell’interrogatorio in questione era stata fatta un software programmato appositamente per convertire una conversazione in un testo scritto.

La tecnologia è certamente un aiuto importante, ma alcune innovazioni devono prima essere valutate attentamente. Questi sistemi di trascrizione e riconoscimento vocale solitamente vengono allenati con centinaia di migliaia di ore di audio provenienti da udienze, dibattiti politici e programmi televisivi, accompagnati dalle trascrizioni ufficiali.

Spiega l’avvocato cassazionista romano Iacopo Benevieri: «Il sistema crea un modello probabilistico sulla base di migliaia di registrazioni in cui persone diverse e in luoghi diversi pronunciano una determinata parola».

«La conseguenza», prosegue, «è che questi sistemi possono essere influenzati negativamente da un pregiudizio culturale determinato dall’insieme di dati di trasmissioni televisive, podcast e notiziari utilizzati per addestrare il sistema. Per rimanere sul caso di Genova: se nei dati vocali inseriti la parola “finanziamenti” è associata, nella maggioranza dei casi, a condotte illecite, il sistema riconoscerà come più probabile l’aggettivo “illeciti” rispetto a “leciti”».

Attualmente non esiste «una regolamentazione e non esiste una consapevolezza critica di questi strumenti. La trascrizione viene semplicemente delegata, senza nessun tipo di controllo».

Tuttavia, i limiti si applicano anche alla trascrizione eseguita da persone umane. Di frequente, le persone che trascrivono le intercettazioni puntano al contenuto, tralasciando di gran lunga la forma, creando inevitabilmente informazioni errate.

Inoltre, nella trascrizione delle intercettazioni manca il contesto enciclopedico, ovvero le conoscenze condivise soltanto tra le persone intercettate, solitamente non accessibili a coloro che ascoltano e trascrivono la conversazione.

Il lavoro del trascrittore è molto sottovalutato: nonostante sia determinante nell’ambito di un’inchiesta, in Italia manca un albo professionale. Inoltre, procure e tribunali non sono obbligati a comprare software per la trascrizione, ma i numerosi tagli al personale hanno obbligato molti a seguire questa strada.

Non ci sono indicazioni o regole specifiche sull’utilizzo di tali software. Conclude Benevieri: «Non possiamo rinunciare a questi software e all’intelligenza artificiale, ma dobbiamo capire come esercitare un controllo, una supervisione, e non delegare passivamente. Senza una revisione corriamo il rischio di concedere una pericolosa delega e di non avere più nessuna forma di garanzia su un potere enorme come la rappresentazione di una prova».


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Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha iniziato ieri il suo viaggio istituzionale a Strasburgo e Lussemburgo, che si concluderà domani, 14 giugno. Questo viaggio comprende una serie di incontri e partecipazioni cruciali per rafforzare le relazioni e discutere di temi fondamentali nel campo della giustizia.

Tappa a Strasburgo

Il 12 giugno, il Guardasigilli ha fatto tappa a Strasburgo, dove ha avuto un’agenda intensa. La prima tappa è stata l’incontro nella sede del Consiglio d’Europa con il vice segretario generale, Bjorn Berge. Successivamente, Nordio ha partecipato a una sessione della Corte europea dei diritti dell’uomo, dove ha assistito all’udienza dinanzi alla Grande Chambre riguardante il caso “Ucraina contro Russia”. La giornata si è conclusa con un incontro con la presidente della Corte dei diritti dell’uomo, Siofra O’Leary.

Durante l’incontro con Bjorn Berge (in foto), in occasione del 75° anniversario dell’istituzione del Consiglio d’Europa, il Ministro Nordio ha ribadito l’appoggio dell’Italia per le attività condotte dall’organizzazione nel campo della giustizia. Ha sottolineato il sostegno all’Ucraina, che si manifesta anche attraverso l’organizzazione di corsi di formazione per procuratori e giudici ucraini su temi come il contrasto alla corruzione e al riciclaggio. Questi temi erano già stati trattati durante la ministeriale giustizia di Venezia del G7, con un occhio di riguardo alla ricostruzione post bellica in Ucraina.

Nordio ha ricordato che l’Italia, come paese fondatore del Consiglio d’Europa, ha ratificato il 90% delle convenzioni e offre piena collaborazione agli organismi europei, tra cui GRECO (anticorruzione), GRETA (contrasto alla tratta di esseri umani) e GREVIO (lotta alla violenza contro le donne).

Riconoscimenti e prospettive future

Il vice segretario generale Bjorn Berge ha espresso gratitudine al Ministro Nordio per il contributo offerto dall’Italia nei negoziati sulla Convenzione quadro relativa all’intelligenza artificiale e ai diritti fondamentali, lo Stato di diritto e la democrazia. Questa convenzione sarà aperta alla firma il 5 settembre a Vilnius, in Lituania, durante la riunione ministeriale dei Ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa, organizzata dalla presidenza di turno lituana.

Conclusione del viaggio

Il viaggio del Ministro Nordio si concluderà con la partecipazione alla riunione dei Ministri della Giustizia a Lussemburgo, prevista per venerdì 14 giugno. Questo incontro rappresenta un’altra occasione importante per discutere di temi cruciali nel campo della giustizia a livello europeo e consolidare le collaborazioni internazionali.


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Il divieto relativo all’iscrizione in più albi circondariali, così come stabilito dall’art. 17 legge 247/2012, non può applicarsi all’iscrizione contemporanea in più elenchi dei curatori speciali del minore. Questo è quanto stabilito dal CNF con sentenza n. 87/2024.

Nello specifico, il caso trattava di un avvocato iscritto nell’elenco del COA di appartenenza, che aveva chiesto di iscriversi in un elenco di un altro COA, nel quale aveva domicilio professionale. Tuttavia, il COA aveva rigettato la domanda, poiché non è consentita l’iscrizione contemporanea in più elenchi.

Il CNF specifica, invece, che, in relazione all’iscrizione nell’elenco dei curatori speciali dei minori non ci sono vincoli territoriali, poiché si andrebbe ad ostacolare «il libero esercizio della professione sull’intero territorio nazionale», minando  «in modo illogico ed irrazionale, la par condicio nell’aspirare ad assumere determinati incarichi professionale anche partecipando ad eventuali elenchi previsti e disciplinati in via regolamentare presso Ordini diversi da quello di effettiva iscrizione».


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