nordio e kostin

Il ministro Nordio a Kiev incontra il procuratore Kostin

Roma, 27 giugno 2024. Visita del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che si è recato oggi a Kiev, per un viaggio di lavoro finalizzato a ribadire il sostegno italiano all’Ucraina nel settore della giustizia.

In mattinata il Guardasigilli è stato ricevuto dal Procuratore Andriy Kostin. Fra i temi dell’incontro, il punto sulla cooperazione giudiziaria bilaterale, in particolare nel settore estradizioni, le attività di sostegno italiano, in stretta collaborazione con Eurojust e la Corte Penale Internazionale, nelle indagini sui crimini commessi dalla Federazione Russa nella guerra di aggressione all’Ucraina. Nordio ha invitato le istituzioni ucraine a sottoscrivere lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

Kostin ha informato Nordio sui fenomeni legati alle infiltrazioni del crimine organizzato in Ucraina relativamente al traffico di droga, incluse quelle chimiche e sintetiche, alla tratta di esseri umani, alle frodi su internet. Su questi punti il ministro Nordio ha assicurato l’intenzione dell’Italia di rafforzare la collaborazione con l’Ucraina per il contrasto a questo tipo di reati.

“L’Italia – ha sottolineato il ministro Nordio – ha provveduto al congelamento di due miliardi di euro di beni ed asset di oligarchi russi. Il nostro Paese sta inoltre contribuendo alla missione europea EUAM, attraverso l’importante presenza a Kiev del PM italiano, Annarita Sorti”.

In questo contesto, il Guardasigilli ha anche ricordato l’impegno italiano nel campo della formazione dei procuratori e dei giudici ucraini. Lo scorso febbraio, infatti, 15 magistrati di Kiev sono stati ospitati in Italia ed hanno preso parte a dei corsi di formazione sull’antiriciclaggio e sull’anticorruzione organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura in collaborazione con la Guardia di Finanza.

“Quello della formazione di nuovi magistrati – ha detto Nordio – è un tema cruciale, anche in vista dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Ue. Un sistema di giustizia moderno, preparato ed efficiente renderà l’Ucraina un Paese solido, affidabile e maggiormente attrattivo verso quegli investimenti esteri che saranno imprescindibili per la ricostruzione. L’anticorruzione è un perno dello Stato di diritto”, ha proseguito il Guardasigilli. “Ciò che è richiesto all’Ucraina dai partner internazionali, anzitutto dall’Ue è dimostrare che sta lavorando su questi reati. Noi siamo consapevoli che state profondendo il massimo sforzo e assicuriamo il pieno appoggio italiano”.


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Fascicolo Sanitario Elettronico: ancora pochi giorni per l’opposizione all’utilizzo dei dati

Pochi giorni ancora per procedere con la revoca del consenso relativo all’inserimento dei documenti e dati digitali risalenti a prima del 19 maggio 2020 all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse). Fino al 30 giugno, infatti, tutti i cittadini potranno opporsi alla procedura di caricamento automatico delle prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale.

L’opposizione è possibile soltanto per i dati compresi tra il 2012 e il 19 maggio 2020, mentre i dati antecedenti al 2019 esisteranno soltanto in cartaceo e non verranno digitalizzati. L’opposizione viene applicata per l’utilizzo dei dati per scopi non sanitari: ricordiamo, infatti, l’introduzione della legge secondo la quale, per i dati dal 19 maggio 2020 in poi, non si potrà far valere alcuna opposizione.

Se avete intenzione di opporvi, dovrete, prima di tutto, accedere all’area riservata del cittadino nel portale Sistema tessera sanitaria. Potete accedervi al seguente link: Area Riservata Cittadino

Troverete una sezione che resterà attiva soltanto fino al prossimo 30 giugno: dopo l’accesso, utilizzando CNS, Cie o Spid, potete procedere a ricercare, all’interno del sistema, la persona che ha intenzione di opporsi all’utilizzo dei dati.

A proposito, se hai bisogno di Spid, Servicematica fa proprio al caso tuo. Vieni a trovarci nei nostri uffici, in Via Trieste 158/C 30175 Venezia, oppure mandaci un messaggio su Whatsapp al +39 0413094509 per avere tutte le informazioni che desideri 🙂 

Nel caso in cui foste dotati di assistenza sanitaria, troverete il seguente messaggio: «Il servizio consente all’assistito di opporsi al caricamento, nel Fascicolo sanitario elettronico, dei dati e documenti digitali sanitari generati da eventi clinici, riferiti alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, antecedenti al 19 maggio 2020. Il servizio è disponibile fino al 30 giugno 2024».

Dopo avere preso visione dell’informativa, potrete opporvi al pregresso: resteranno esclusi i documenti digitali presenti nei Fascicoli regionali, le prescrizioni e le erogazioni specialistiche e farmaceutiche.

Se cambiate idea e desiderate revocare l’opposizione, potrete modificare la vostra decisione entro il 30 giugno.

Dichiara il Garante della Privacy: «E’ urgente intervenire per tutelare i diritti di tutti gli assistiti italiani coinvolti nel trattamento dei dati sulla salute effettuato attraverso il Fascicolo sanitario elettronico 2.0».

Prosegue il Garante: «Le 18 Regioni e le due Province autonome del Trentino Alto Adige hanno modificato, anche significativamente, il modello di informativa predisposto dal ministero, previo parere del Garante, che avrebbe dovuto essere adottato su tutto il territorio nazionale».

Le difformità riscontrate «hanno reso evidente che alcuni diritti e misure introdotte dal decreto, proprio a tutela dei pazienti, non sono garantite in modo uniforme in tutto il Paese. Oppure sono esercitabili ed esigibili solo dagli assistiti di talune Regioni e Province autonome, con un potenziale e significativo effetto discriminatorio sugli assistiti».


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Magistratura: a Milano convegno su test psico-attitudinali e formazione

Milano, 27 giugno 2024 – Venerdì 28 giugno, presso l’Università Statale di Milano, si terrà un convegno dal titolo “Accesso alla magistratura: test psico-attitudinali e formazione. Un dialogo fra scienza, accademia e magistratura”. L’evento, organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati e dal Dipartimento di Scienze giuridiche “Cesare Beccaria”, si propone di approfondire il tema dell’introduzione di test psico-attitudinali per l’accesso alla carriera in magistratura, come previsto dal recente decreto legislativo n. 44/2024.

Il convegno vedrà la partecipazione di un panel di esperti di alto livello, tra cui psichiatri, psicologi, psicoanalisti, giuristi e magistrati. Tra i relatori spiccano il presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia, la componente della Giunta esecutiva centrale Elisabetta Canevini, il segretario dell’Unione internazionale magistrati Giacomo Oberto, la componente del CSM Bernadette Nicotra e la presidente della Scuola Superiore della magistratura Silvana Sciarra.

L’obiettivo del convegno è quello di avviare un confronto costruttivo e interdisciplinare sui criteri e sulle modalità di valutazione delle attitudini psico-idonee per l’accesso alla magistratura. Si discuteranno i profili di legittimità costituzionale dei test psico-attitudinali, il ruolo delle università e della Scuola Superiore della Magistratura nella formazione dei futuri magistrati, nonché le esperienze di altri Paesi europei.


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Tribunale dell’Aquila: smart working dopo l’incendio, ma garantiti i servizi essenziali

L’Aquila, 27 giugno 2024 – Ancora disagi al Tribunale dell’Aquila dopo l’incendio divampato nella notte tra sabato 22 e domenica 23 giugno.

L’incendio, quasi certamente causato da un corto circuito, ha danneggiato il server al piano -2, compromettendo molti servizi. Sono in corso le indagini per accertare le cause esatte del rogo e sarà disposta una perizia per valutare i danni. I vigili del fuoco, allertati dalla sorveglianza e dal sistema di allarme, sono intervenuti prontamente, limitando i danni.


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Polizia penitenziaria, Delmastro: “In servizio 1704 nuovi agenti”

Prosegue l’azione del Governo per ripristinare sicurezza e legalità nelle carceri italiane.

Con la conclusione del 183° Corso Allievi della Polizia Penitenziaria, 1704 nuovi agenti entrano finalmente in servizio presso gli Istituti penitenziari italiani.

I nuovi 1704 agenti contribuiranno al miglioramento delle condizioni lavorative di chi vive il carcere, un’iniezione di forze nuove che daranno sollievo agli istituti che soffrono le conseguenze di anni e anni di abbandono da parte dei governi precedenti.

“Ai nuovi Agenti il mio più sincero augurio affinché svolgano il loro dovere nel migliore dei modi, con l’orgoglio di essere parte viva del grande Corpo di Polizia Penitenziaria”.

È quanto dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia.


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Roma, 26 giugno 2024 – I compensi degli avvocati interni alla PA che superano il tetto annuale non possono essere liquidati negli anni successivi. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza 4489 del 21 maggio 2024, confermando l’orientamento della Corte dei Conti.

La norma in questione ha l’obiettivo di contenere la spesa pubblica per le pubbliche amministrazioni. Stabilisce che i compensi professionali degli avvocati dipendano dall’esito delle cause legali e che siano comunque soggetti a un tetto annuale, non superiore a quanto stanziato nel 2013.

Il Consiglio di Stato ha chiarito che questo tetto non può essere aggirato differendo il pagamento dei compensi negli anni successivi. Se il tetto viene superato in un anno, i compensi eccedenti non possono essere erogati.

La sentenza è importante perché fornisce un chiarimento definitivo su una questione che era oggetto di dibattito. Mette fine alle interpretazioni che avrebbero potuto consentire di aggirare il tetto ai compensi, a danno delle finanze pubbliche.


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Convegno “Questo non è amore”: la violenza di genere sotto i riflettori a Bologna

L’Associazione La Caramella Buona Onlus e l’Associazione Penelope Emilia Romagna si uniscono per presentare il convegno “Questo non è amore. La violenza di genere: riconoscerla, prevenirla e affrontarla”, in programma per il 27 settembre 2024 alle ore 15 presso il Salone Bolognini del Convento San Domenico in Piazza San Domenico 13 a Bologna.

L’evento, moderato dall’Avv. Barbara Iannuccelli, penalista del Foro di Bologna, vedrà la partecipazione di illustri relatori che approfondiranno il tema della violenza di genere da diverse angolazioni.

Dopo i saluti istituzionali del Dott. Roberto Mirabile, Presidente Nazionale La Caramella Buona Onlus, e dell’Avv. Nicodemo Gentile, Presidente Nazionale Penelope Italia, prenderanno la parola:

  • Onorevole Stefania Ascari, membro della commissione parlamentare sul femminicidio, che illustrerà la risposta dello Stato alla violenza di genere;
  • Dott.ssa Roberta Bruzzone, psicologa e criminologa, che parlerà di “Amori criminali e relazioni tossiche”;
  • Dott. Francesco Vetro, Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri e specialista fasce deboli, che presenterà il protocollo S.A.R.A. e le modalità di ascolto della vittima;
  • Avv. Stefano Tigani, avvocato del Foro di Venezia e legale di Gino Cecchettin, che offrirà uno sguardo agli ultimi casi di femminicidio, dal caso Tramontano al caso Cecchettin;
  • Dott. Luca Ponzi, giornalista del TgR Emilia Romagna, che discuterà il ruolo della cronaca come strumento di democrazia.

La serata sarà arricchita dalla toccante testimonianza di Gino Cecchettin e Marisa Degli Angeli.

Per informazioni e prenotazioni:

  • Email: avviannuccelli@gmail.com

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Avvocati minacciati: registrato un aumento del 60%

La scorsa settimana, a Parigi, si è tenuta l’assemblea generale dell’Oiad, ovvero l’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo.

Dall’assemblea è emerso che nel biennio 2023/2024 è stato riscontrato un aumento del 60% rispetto al precedente biennio. In particolare, la situazione è preoccupante nel contenente asiatico e in Turchia.

Dichiara Francesco Caia, vicepresidente dell’Oiad: «L’assemblea annuale costituisce una straordinaria occasione di confronto tra tutti gli Ordini aderenti all’Osservatorio, quest’anno giunto al nono anno di attività. L’Oiad è ormai un punto di riferimento consolidato a livello internazionale per la sua capacità di documentare approfonditamente le violazioni dei diritti fondamentali. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di accendere i riflettori sulle vicende dei colleghi cui viene impedito il libero esercizio della professione nel rispetto dei principi dello Stato di diritto e del giusto processo e che subiscono intimidazioni, aggressioni, arresti e condanne arbitrarie. Molti pagano con la vita il loro attaccamento alla toga. Una triste realtà, purtroppo, in molti Stati autoritari»

Prosegue Caia: «Le nostre attività in giro per il mondo ci permettono di conoscere dove avvengono le violazioni più gravi, acquisendo informazioni attendibili e documentate. Il dato comune a tanti episodi che accadono in Paesi e contesti differenti è, spesso, quello della identificazione dell’avvocato con il cliente, soprattutto se quest’ultimo è un dissidente oppure un oppositore politico».

La stessa sorte «tocca agli avvocati che difendono i diritti di popolazioni indigene, vittime, ad esempio, di violenze e trasferimenti forzati per l’accaparramento di terreni. Accade nell’America Centrale e in Sud America, così come in Africa. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di colleghi costretti a lasciare i loro Paesi di origine che sono stati aiutati dall’Osservatorio, che dà assistenza legale gratuita nelle procedure di asilo e fornisce aiuto, anche materiale, per una prima accoglienza. Abbiamo una interlocuzione costante con i principali organismi internazionali che si occupano di diritti umani e con l’Onu, attraverso gli uffici dei relatori speciali, tra i quali quello per l’indipendenza di giudici e avvocati. In alcuni casi siamo intervenuti con ricorsi “amicus curiae” nelle procedure innanzi le Corti regionali per la protezione dei diritti dell’uomo, come la Corte interamericana dei diritti umani».

Anche Vanessa Bousardo e Vincent Nioré dicono la loro: «Quest’anno l’aumento delle richieste di aiuto d’emergenza da parte di avvocati in pericolo sottolinea l’impatto visibile delle nostre azioni. L’Osservatorio internazionale ha sostenuto avvocati in ogni angolo del mondo, dal Ruanda all’Iran, dalla Turchia alla Bielorussia, e ha lanciato una cinquantina di allarmi per mobilitare sia le autorità che la comunità internazionale a proteggere gli avvocati minacciati in Asia, Europa, Africa e America. La nostra partecipazione alla Giornata internazionale dell’avvocato in pericolo, quest’anno dedicata all’Iran, è stata un successo clamoroso. La mobilitazione senza precedenti degli Ordini degli avvocati in Italia, Regno Unito, Spagna, Francia e Stati Uniti ha contribuito ad aumentare la consapevolezza e l’impegno nei confronti dei valori sostenuti dal nostro Osservatorio in tutto il mondo».


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La Direzione Generale del Personale del Ministero della Giustizia, con provvedimento del 25 giugno 2024, ha disposto lo scorrimento e la contestuale assunzione di 64 candidati nel profilo professionale di Tecnico di amministrazione (già A3-F1) dei ruoli dell’Amministrazione Giudiziaria ricompresi in una graduatoria unificata, a vantaggio dei distretti privi di graduatoria capiente, relativa al concorso per complessive 5410 unità di personale a supporto dell’Ufficio per il processo indetto il 1° aprile 2022.

La chiamata degli interessati è avvenuta tra il 13 e il 17 giugno 2024. L’immissione in servizio dei convocati presso le sedi di assegnazione è fissata per il giorno 28 giugno 2024 alle ore 9, salvo diversa comunicazione da parte degli uffici di destinazione.

Gli elenchi rimarranno in linea fino al 22 luglio 2024.

Tutti i dettagli nella scheda di sintesi al link: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_6_1.page?contentId=SCE374171


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Secondo la Giunta e l’Osservatorio doppio binario delle Camere Penali, il DDL C. 1717, con la sua enfasi sull’efficienza a tutti i costi, rischia di minare le garanzie processuali dell’indagato e di innescare una deriva verso la criminalizzazione eccessiva. L’analisi evidenzia l’ampliamento delle intercettazioni telefoniche e la limitazione del diritto di difesa, sollevando dubbi sulla loro coerenza con i principi costituzionali e giurisprudenziali. Il documento propone una riflessione critica sull’adeguatezza di questo approccio repressivo per contrastare la criminalità informatica.

Ecco il documento integrale: 

I ritmi incalzanti del processo di fagocitazione delle garanzie processuali dell’indagato ed il parallelo tentativo di marginalizzazione delle “occasioni” di contraddittorio tra le parti nella formazione della prova in nome della onnivora ed autoritaria logica “dell’efficientismo a tutti i costi”, consentono di abbandonare la retorica dello stupore dinanzi alla ennesima iniziativa in tal senso intrapresa dal Legislatore.

Come già rilevato nel Documento congiunto dell’Osservatorio Scienza Processo e Intelligenza Artificiale e della Giunta del 22/3/2024 -allorquando si sollevavano “forti perplessità per le soluzioni di intervento legislativo delineate nel disegno di legge C. 1717 Governo” anzitutto perché “la condivisibile esigenza di implementare le sovrastrutture di sicurezza a presidio dei sistemi pubblici e privati di cybernetica […] non richiedeva di intervenire, quantomeno non in misura prevalente, sul sistema sanzionatorio penale”- l’incedere dell’iter legislativo culminato con l’approvazione in Senato del 19.6.2024 del richiamato d.d.l., ha consentito il concretizzarsi dell’intravisto rischio di deriva pan penalistica: il ricorso allo strumento punitivo (o all’inasprimento di quello già esistente) quale simbolica, ma il più delle volte, inefficace, soluzione al complicarsi-articolarsi- aggravarsi di più o meno note istanze antigiuridiche.

La prima impressione emergente da un’organica disamina del Capo II “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei reati informatici nonché in materia di coordinamento degli interventi in caso di attacco a sistemi informatici o telematici e di sicurezza delle banche di dati in uso presso gli uffici giudiziari” del d.d.l. è quella di un utilizzo “finalistico” del trattamento sanzionatorio.

Da un lato, la scelta di intervenire sugli articoli 615 ter, 615 quater, 617 quinquies, 635 bis, 635 ter, 635 quater e 635 quinquies del codice penale, ampliandone la forbice di pena edittale, – o a voler essere più precisi, portandone il massimo edittale oltre i cinque anni di reclusione – ha innestato quell’indiscriminato fenomeno attrattivo delle succitate fattispecie criminose tra i reati non colposi per i quali, al ricorrere dei presupposti di legge, sono consentite le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche o di altre forme di comunicazione ai sensi dell’art. 266 co. 1 lett a) c.p.p.

Dall’altro, l’introduzione di un nuovo comma 3 bis all’art. 13 d.l. 152/1991 estende l’applicazione della normativa ivi prevista – derogatoria in chiave di presupposti necessari per autorizzare l’attività di intercettazione nell’ambito dei delitti di criminalità organizzata- alle fattispecie sopra elencate. Opzione legislativa che, tuttavia, prescindendo da quel progressivo processo di stratificazione di interventi giurisprudenziali – tanto nomofilattici quanto costituzionali – volti ad elaborare una giustificazione al sacrificio delle garanzie costituzionali (diritto alla riservatezza dell’individuo) ivi compresse, opera una rischiosa semplificazione foriera di un difetto di coordinamento con i principi giurisprudenziali frutto di quella elaborazione.

Di fatto si è trattato di un intervento sostanzialmente emergenziale che mal si concilia con un auspicabile processo di analisi, approfondimento, conoscenza e sedimentazione di nuove realtà criminogene.

La portata offensiva delle condotte attenzionate resta invariata, sono le modalità di realizzazione del reato che evolvono; in tal senso la norma penale, per legge generale ed astratta, -e pur sempre nei limiti del divieto di analogia in malam partem- avrebbe consentito già nella precedente formulazione di approntare un’efficace e dissuasiva risposta sanzionatoria.

Sotto altro versante l’art. 17 del d.d.l nell’introdurre il n. 7-ter) all’art. 407 co. 2 lett. a) c.p.p., e nell’operarne l’espresso richiamo ad esso nell’art. 406 co. 5 bis c.p.p., determina, per i reati colà indicati, il venir meno del diritto dell’indagato a vedersi notificata la richiesta di proroga del termine delle indagini con l’avviso della facoltà di presentare memorie entro cinque giorni, di cui all’art. 406 co. 3 c.p.p.

A ben vedere, tale scelta di esautorazione della difesa dal contraddittorio, comporta una pregiudiziale rinuncia all’apporto conoscitivo che quella potrebbe introdurre in ambiti di ancora incerta intelligenza, frutto di un limite culturale, peraltro in aperta contraddizione con le spinte legislative che vanno nella direzione di un avvocato specialista.

L’idea generale che se ne ricava è che il rimedio alla complessità dei fenomeni criminali non passi attraverso l’affermazione di un’esigenza di maggiore specializzazione dell’organo inquirente – che costituisce, invece, un ulteriore obiettivo da raggiungere con la separazione delle carriere -, ma lo si ricerchi, quel rimedio, con deroghe al regime ordinario con grave compromissione di diritti di rango costituzionale.

Roma, 24 giugno 2024

La Giunta

L’Osservatorio Doppio Binario e Giusto Processo


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