cnf dimissioni presidente Mascherin

C.N.F.: è finita l’era Mascherin

Danno le dimissioni il presidente e i tre consiglieri Picchioni, Orlando e Savi

A seguito della sua sospensione, Andrea Mascherin rassegna le dimissioni da presidente del Consiglio Nazionale Forense. Ugualmente, per il sopraggiunto limite dei due mandati alla guida dell’avvocatura italiana, con lui si dimettono anche i tre consiglieri Picchioni, Orlando e Savi. L’evento chiude una vicenda lunga ormai quasi tre anni in cui si stabilisce che il divieto del doppio mandato nei Consigli degli ordini circondariali forensi vige anche per chi abbia svolto l’incarico in epoca anteriore all’entrata in vigore delle citate disposizioni (Leggi n. 247 del 2012 e n. 113 del 2017).

Mascherin si dimette spontaneamente dalla presidenza del Cnf prima della sentenza definitiva

Le recenti dimissioni del presidente del Cnf e dei tre consiglieri Picchioni, Orlando e Savi chiudono una vicenda lunga ormai tre anni. Infatti, alla base della decisione -seppur spontanea- vi è la sentenza (32781 del 19 dicembre 20218) in cui viene esplicitamente vietato il doppio mandato nei Consigli degli ordini circondariali forensi. In effetti, tale divieto si rivela operativo anche per chi abbia già svolto l’incarico in epoca anteriore rispetto all’entrata in vigore delle sopracitate disposizioni.

In realtà, Mascherin tiene a precisare di essersi “dimesso pur non avendo avuto una sentenza definitiva”. In particolare, la sua tenuta -sempre a suo dire- si discosterebbe da quella di Michele Prestipino, il quale invece non si sarebbe dimesso nonostante una sentenza definitiva a suo carico. Inoltre, nella sentenza della Corte d’Appello emessa per Mascherin, non vi sarebbe alcuna costrizione.

Scaturisce dunque chiara la volontà del presidente dimissionario di emergere come una figura che sceglie di dimettersi e non ne è, invece, costretta. Dunque, a fondamento della sua decisione ci sarebbe la volontà di interrompere l’attesa per la sentenza definitiva (sarebbe durata un altro anno), in altre parole, il bene del Consiglio Nazionale Forense.

 

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