19 Novembre 2024 - Economia

Bollette rifiuti: al Nord si spende meno ma si differenzia di più

Lo rileva il Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che evidenzia anche variazioni significative rispetto al 2023: 84 capoluoghi hanno registrato aumenti, mentre 20 hanno visto una diminuzione.

La tassa sui rifiuti pesa sempre di più sulle famiglie italiane, con una media nazionale di 329 euro per il 2024, in aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le differenze regionali sono marcate: al Nord si spende meno, spesso sotto i 200 euro, come a Trento (183 euro, il capoluogo meno caro), mentre al Sud le bollette possono superare i 400 euro, con Catania al vertice della classifica con 594 euro annui.

Lo rileva il Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che evidenzia anche variazioni significative rispetto al 2023: 84 capoluoghi hanno registrato aumenti, mentre 20 hanno visto una diminuzione.

Sul fronte della raccolta differenziata, la media nazionale ha superato il 65%, ma con forti disparità tra le regioni. Il Trentino-Alto Adige si distingue come la regione più virtuosa, con una spesa media di 203 euro e alti livelli di differenziazione. Al contrario, in Puglia, dove la Tari raggiunge i 426,50 euro (+4% rispetto al 2023), la raccolta differenziata è meno efficace.

“Il sistema di gestione dei rifiuti in Italia presenta ancora criticità importanti, come la carenza di impianti adeguati e il ricorso eccessivo alle discariche”, spiega Tiziana Toto di Cittadinanzattiva. “Occorre lavorare per ridurre la produzione di rifiuti, in particolare nel settore dei rifiuti elettronici e tessili, dove i risultati restano insufficienti”.

Tra le città meno care si segnalano Siena e Trento, mentre in cima alla classifica dei costi troviamo, oltre a Catania, anche Trapani, Andria e Cagliari. Una situazione che riflette non solo la gestione dei rifiuti, ma anche le politiche locali e l’efficienza degli impianti sul territorio.


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