Avvocato, attenzione alla luminosità del PC!

Chi trascorre molte ore al giorno davanti al pc sa molto bene cosa vuol dire avere gli occhi stanchi. La computer vision syndrome, ovvero l’affaticamento oculare, si verifica nei casi in cui si fissa per lungo tempo un monitor o un display senza mai distogliere lo sguardo.

Chi ha spesso gli occhi stanchi, oltre all’affaticamento visivo potrebbe soffrire di cefalea, visione offuscata, dolori al collo e alle spalle. In genere, gli occhi diventano sempre più secchi.

Gli occhi stanchi costano molto, in termini di salute e produttività. Meglio trattare correttamente il problema.

Perché i nostri occhi si affaticano?

L’affaticamento visivo potrebbe presentarsi per più motivi. Quando non guardiamo il display, le nostre palpebre sbattono circa 12 volte al minuto. Se invece si fissa lo schermo, scendiamo a 5 volte al minuto. Questo, chiaramente, incide sulla secchezza oculare e sui disagi relativi.

Gli occhi diventano stanchi se si usano schermi con un grande riverbero della luce, con un contrasto scarso o se si guardano i display da un’angolatura non così corretta. Ma quali potrebbero essere le soluzioni migliori per gli occhi stanchi?

Leggiamo spesso che basta ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo. Ma questo suggerimento non può essere seguito da chi utilizza il pc per lavoro. Esiste la regola del 20-20: ogni 20 minuti si dovrebbe distogliere lo sguardo dal monitor e fissare un punto per 20 secondi a circa 5 metri di distanza.

Con questa semplice regola, gli occhi trarranno subito un gran benessere.

Accortezze tecnologiche

Ma passiamo alle accortezze tecnologiche per provare ad evitare la stanchezza degli occhi. I monitor più recenti, infatti, offrono alcune caratteristiche da non trascurare.

DC dimming

Per molto tempo i display LED hanno utilizzato la modulazione di larghezza d’impulso, che consiste nello spegnere l’illuminazione per brevi periodi di tempo con dei cicli di accensione e di spegnimento che avvengono in maniera rapida.

L’occhio umano, ovviamente, non si rende conto di questo meccanismo, che da un lato rende l’immagine più fioca e dall’altro causa uno sfarfallio. Questo meccanismo, a lungo andare, potrebbe affaticare gli occhi.

I display moderni utilizzano il DC dimming: al posto di accendere e spegnere il display a potenza piena, viene regolata la potenza in ingresso: in questo modo non avviene alcuno sfarfallio.

L’unico svantaggio è che con una bassa luminosità i colori risultano di qualità inferiore.

Regolazione manuale della luminosità

I monitor troppo luminosi o impostati con una luminosità che supera quella dell’ambiente circostante potrebbero causare stanchezza oculare. La luminosità dello schermo non dovrebbe mai essere lasciata sull’impostazione predefinita: dobbiamo regolarla sulla base della luminosità della stanza in cui ci troviamo.

Soltanto questa semplice attenzione potrebbe attenuare molto lo stress visivo.

Un trucco per impostare in maniera corretta la luminosità dello schermo è quello di prendere un foglio completamente bianco, formato A4, e tenerlo verticalmente con una mano alla sinistra o alla destra del monitor. La luminosità del foglio di carta dovrebbe essere simile a quella del monitor proprio a causa dell’illuminazione della stanza.

Teniamo a mente, però, che se la luminosità della stanza cambia spesso durante la giornata, dovremo regolare di conseguenza anche la luminosità del monitor.

Regolazione automatica della luminosità

Anche se è abbastanza semplice regolare la luminosità da soli, ci sono molti nuovi monitor in grado di regolare automaticamente la luminosità; opzione particolarmente utile nel momento in cui l’illuminazione ambientale si modifica frequentemente durante la giornata.

Tali monitor sono dotati di sensori che vanno a rilevare il livello di illuminazione dell’ambiente, regolando la loro luminosità nel modo più ottimale possibile. Alcuni permettono anche di personalizzare il loro funzionamento in profondità.

Windows 10 e 11

Qualora l’accesso alla regolazione della luminosità fosse un’operazione scomoda, esistono alcuni metodi per migliorare la situazione. Tutto dipende dal monitor, dalla scheda video e dal PC che si sta utilizzando. Con Windows 10 e 11 basta digitare Luminosità oppure Modifica livello di luminosità nella casella di ricerca del PC.

Sui portatili si può anche premere il tasto Fn e i tasti F5 e F6 per modificare la luminosità.

Riduzione della luce blu

Alcuni produttori di monitor stanno cominciando a prendere provvedimenti per la riduzione dell’affaticamento degli occhi andando a limitare la luce blu che emettono i loro prodotti.

Windows 10 e 11 hanno la funzione Luce notturna, che permette di ridurre la luce blu facendo virare le immagini su colori più caldi. L’opzione può anche essere programmata per entrare in funzione soltanto in alcuni orari.

f.lux

Un’alternativa è anche il programma gratuito f.lux. È un programma che esiste da una vita, ed è super utile al fine di controllare il livello di luminosità dello schermo seguendo l’orario della giornata.

Appena avrete avviato l’applicazione, infatti, vi sarà chiesto di confermare il luogo in cui ci si trova. In questo modo il software calcolerà la luminosità da impostare durante la giornata, riducendo le emissioni di luce blu verso il tramonto e durante la notte.

Sul menu a tendina si può selezionare Reduce Eyestrain, impostando f.lux in modo tale da ridurre lo stress oculare. Grazie alle impostazioni avanzate, f.lux potrà anche essere collegata con lampade per la smart home, regolando anche qui l’illuminazione a seconda del momento della giornata in cui ci si trova.

Una funzione simile per macOS è Night Shift.

È vero che ci vuole un po’ di tempo per abituarsi completamente ad uno schermo che tende all’arancione-rosso, ma è stato ampiamente dimostrato come la luce notturna o applicazioni come f.lux fanno la differenza. Soprattutto nei casi in cui si fa fatica a prendere sonno: infatti, la luce blu dei display ostacola l’addormentamento.

Monitor curvo

Anche gli schermi curvi vengono utilizzati da sempre più utenti. All’inizio, la sensazione provata potrebbe essere ben poco gratificante, con l’impressione di aver fatto lavorare gli occhi ancora di più. In realtà è tutto il contrario!

Con un tradizionale schermo piatto, c’è bisogno di una continua messa a fuoco dell’immagine. Mentre uno schermo curvo fa mantenere una distanza focale in modo molto più uniforme, eliminando la continua necessità di ri-focalizzare rapidamente.

I monitor curvi migliorano la percezione della profondità, coprendo una maggior porzione del campo visivo dell’utente. Il risultato sono immagini più grandi e più semplici da visualizzare. Una ricerca dalla Harvard Medical School ha attestato che chi utilizza un monitor curvo ha riscontrato un minor affaticamento oculare rispetto a chi utilizza un monitor con lo schermo piatto.

Monitor ergonomici

I monitor ergonomici sono pensati per portare il comfort al massimo livello, e vengono spesso utilizzati negli ambienti di lavoro. L’utilizzo dei monitor ergonomici è assolutamente fondamentale per la riduzione dell’affaticamento oculare. Quelli non ergonomici, invece, potrebbero condurre ad una serie di disturbi, come torcicollo e mal di schiena.

Al posto di allungare il collo, sforzando gli occhi, possiamo optare per un monitor ergonomico, che può essere facilmente regolato per impostare l’ideale angolo visivo, che sta tra i 20 e i 50 gradi sotto l’orizzontale.

Se si guarda il monitor dritto davanti a sé, il collo sta bene, ma gli occhi sono affaticati. La migliore posizione dovrebbe essere quella che replica l’angolazione adottata quando si legge un libro.

Rivestimenti antiriflesso

Se il monitor utilizzato è lucido e riflette molta luce, gli occhi potrebbero essere costretti a compiere un pesante lavoro in più. I riflessi e l’abbagliamento rendono difficile mettere a fuoco e aumentano la stanchezza degli occhi.

Ma per fortuna oggi è semplice trovare dei monitor con rivestimenti antiriflesso. Monitor opachi tendono a sembrare un po’ sbiaditi, mentre display semi-lucidi producono dei riflessi ma senza complicare la visualizzazione dei dettagli.

Sono la scelta migliore, dunque, per le postazioni di lavoro che vengono raggiunte direttamente dalla luce del sole o che riflettono le luci del soffitto.

Dark mode: sì o no?

Sempre più applicazioni e sistemi operativi permettono l’attivazione della modalità scura, con degli sfondi che diventano neri e i testi bianchi.

In generale, aiuta a riposare gli occhi, ma soltanto di sera o di notte, quando l’ambiente circostante è scuro. Chi soffre di astigmatismo, per esempio, non trarrà alcun beneficio dall’utilizzare la modalità scura. Anzi, ne sarà fortemente penalizzato. Il testo sarà ancora più difficile da leggere e ci si dovrà sforzare molto rispetto alla modalità con sfondo bianco.

Inoltre, la modalità scura è innaturale per la visione umana, che di solito predilige dei supporti bianchi con testi scuri. Prestiamo sempre attenzione, però, all’elevata luminosità dello schermo, che potrebbe favorire difetti visivi come la miopia.

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