Processi di aggregazione incentivi e semplificazioni

Processi di aggregazione: incentivi e semplificazioni

Il Cdm ha approvato in via preliminare il ddl delega fiscale, che trasformerà il trattamento fiscale nel campo delle aggregazioni tra professionisti.

Il fine è far crescere il settore, semplificando la creazione delle società tra professionisti. Una delle novità più importanti corrisponde alla possibilità di aggregazione delle attività professionali, senza imbattersi in minusvalenze o in plusvalenze.

La legge delega, approvata nel 2023, incoraggia le aggregazioni professionali mediante le agevolazioni fiscali, come, per esempio, la detassazione dei passaggi tra studio associato a società tra professionisti.

Nel nuovo decreto attuativo non si incontrano plusvalenze o minusvalenze per quanto riguarda i conferimenti delle attività materiali/immateriali in società per l’esercizio delle attività professionali. Siamo di fronte ad una neutralità fiscale: le partecipazioni ricevute saranno determinate basandosi su valori fiscali degli attivi e dei passivi.

Si stabiliscono anche disposizioni per non incorrere in duplicazioni o salti di imposizione se il regime fiscale dovesse cambiare.

Ci sono state modifiche anche al decreto Iva: i passaggi dei beni nel corso di trasformazioni, scissioni o fusioni di società non vengono considerati cessioni. Per le operazioni straordinarie l’imposta di registro è fissata a 200 euro.

Presente anche un nuovo approccio nel determinare il reddito da lavoro autonomo, semplificando le procedure contabili e rendendo maggiormente trasparente il calcolo del reddito.

Vengono razionalizzate anche le spese di manutenzione degli immobili usati per l’attività professionale.


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VIII rapporto censis avvocatura

Sempre meno avvocati in Italia: i numeri del Rapporto Censis 2024

Nel 2023 si è ridotto dell’1,3% il numero degli avvocati iscritti a Cassa Forense. In alcune regioni del Paese il numero dei legali ogni mille abitanti rimane uguale oppure superiore a 6, mentre la media nazionale corrisponde a 4 legali ogni mille abitanti.

Le avvocate ritornano al 47,1%: dunque, la distribuzione tra uomini e donne avvocato ritorna ai livelli del 2014. L’età media dei legali sale a 48,3 anni. Il numero di avvocati attivi per pensionato scende a 6,7 e il numero dei pensionati ha registrato un aumento del 4,5%.

Sono state registrate 8.043 cancellazioni fra gli avvocati iscritti alla Cassa, mentre le nuove iscrizioni sono state 6.393. Tuttavia, la differenza è in negativo, pari a 1.650 unità.

Ci sono state, inoltre, 5.408 cancellazioni di avvocate, la metà delle quali con un’anzianità professionale che non raggiunge i 10 anni.

Questo è quanto emerso dal VIII Rapporto Censis sull’Avvocatura.

Il 54,2% degli avvocati ritiene che la propria condizione professionale sia abbastanza o molto critica. La percentuale aumenta al Sud, pari al 60%.

Per il 50,2% degli avvocati le prospettive per il 2024-2025 rimangono stabili, mentre non saranno positive per quasi il 28%. Il 34,6% dei legali abbandonerebbe la professione visti i costi troppo elevati e il poco ritorno economico.

I professionisti sollecitano:

  • La regolamentazione dei collaboratori di studio, senza trasformarli in lavoratori subordinati;
  • La revisione delle incompatibilità con le attività di lavoro subordinato;
  • L’esclusività dell’attività dell’avvocato negli ambiti in cui potrebbe nascere un contenzioso.

Il 63,3% degli avvocati ritiene che l’Adr allunghi tempi e costi, mentre il 41,7% pensa che tale pratica riduca il ruolo della giurisdizione e degli avvocati.

C’è molto scetticismo circa il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr relativi alla riforma della Giustizia: infatti, il 29,7% ritiene che la riforma del processo civile non avverrà nei tempi predisposti, mentre il 35,1% pensa che gli obiettivi verranno raggiunti soltanto in parte.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, invece, gli avvocati la vedono come un’opportunità, e non come una minaccia.


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Violenza di genere: approvata la legge europea

Nordio: “Al via Cabina di regia con avvocati, commercialisti e notai”

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Violenza di genere: approvata la legge europea

Il Consiglio dell’Ue, dopo mesi di negoziati, ha approvato una direttiva per il contrasto della violenza di genere. Si tratta del primo strumento Ue che propone standard comuni per contrastare la violenza di genere.

Gli Stati membri dovranno rendere reato i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili e le violenze informatiche (stalking online, revenge porn, molestie e istigazione alla violenza).

Non esiste, tuttavia, una definizione di “stupro” comune, poiché nel corso delle negoziazioni l’argomento è stato molto discusso e contestato. Italia e Grecia, per esempio, avevano richiesto che la definizione fosse inclusa nella direttiva, mentre Francia e Germania credevano che non rientrasse nelle competenze Ue.

Nessuna definizione comune, dunque, è stata inclusa nella direttiva. Secondo Ana Redondo, ministra spagnola per l’uguaglianza, la legge è «un buon punto di partenza», anche se avrebbe privilegiato «regole più ambiziose».

Gli Stati Membri, ora, hanno tre anni di tempo per recepire tale direttiva. Sono state stabilite pene minime che vanno da uno a cinque anni di reclusione, con aggravanti se le violenze riguardano coniugi, minori, ex partner, ex coniugi, personaggi pubblici, attivisti e giornalisti.

Grazie alla direttiva sarà più semplice denunciare i casi di violenza domestica, approfondendo le norme circa la protezione e l’assistenza delle vittime. Gli Stati membri dovranno adottare misure per la prevenzione della vittimizzazione secondaria.

Nei procedimenti penali saranno ammesse prove quali atti sulle abitudini sessuali di chi ha subito violenza, ma soltanto nel caso in cui siano necessarie per il procedimento penale.


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Truffa del finto antivirus: come possiamo difenderci?

Si sta diffondendo un nuovo malware sui sistemi Android: in pratica, le vittime vengono indotte a scaricare un finto antivirus, che, nella realtà, è un programma malevolo molto dannoso.

Tutto è partito dalla Finlandia, espandendosi successivamente nel resto del mondo. I primi casi sono stati infatti segnalati da Traficom, l’Agenzia finlandese per i trasporti e le comunicazioni.

Le vittime ricevono un SMS, che chiede di ricontattare un numero di telefono. Se chiamiamo il numero di telefono in questione, un “operatore” ci convincerà a scaricare una presunta app McAfee, poiché il nostro dispositivo è a “rischio malware”.

Tuttavia, il malware è proprio l’antivirus, che attacca home banking e i servizi che conservano dati sensibili e bancari nel dispositivo. Spesso, soprattutto con utenti meno esperti, la telefonata con il finto operatore potrebbe infondere una sensazione di sicurezza, che porta a cadere più facilmente nel tranello.

In Finlandia, per esempio, un utente ha perso ben 100.000 dollari a causa di questa truffa. Il malware in questione corrisponde ad un file APK, che non può essere scaricato dal Play Store o da qualsiasi altra fonte ufficiale: questo è il principale campanello d’allarme che dovremmo ascoltare.

Nessuna azienda seria, infatti, chiederebbe mai agli utenti di scaricare file APK.

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Avvocato vittima di Stalking: “Servirebbe modifica del quadro normativo”

L’Avvocatura salernitana è scossa dalla notizia dell’avvocato Alfonso Botta, minacciato e stalkerizzato da un suo cliente, nonostante le sue richieste di tutela non ascoltate.

Dichiara Gaetano Paolino, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno: «I fatti che si sono verificati in questi giorni ai danni del collega penalista sono gravissimi tenuto conto che il collega, pur esercitando il mandato ricevuto dal cliente con la consueta diligenza e deontologia, è stato vittima di ripetute aggressioni e di gravissimi, non tollerabili, atti vandalici. Conosco bene Alfonso e la sua professionalità, ed esprimo nei suoi confronti e della famiglia piena solidarietà, con fermezza e affetto, a nome mio e del Consiglio».

«Confido che le azioni della magistratura e delle forze dell’ordine», aggiunge, «già prontamente intervenute a tutela del collega e della famiglia, continueranno ad essere idonee e incisive anche attraverso la necessaria attività di tutela e vigilanza per evitare che non si verifichino più episodi analoghi».

È notorio che l’attività che, quotidianamente, viene svolta dagli avvocati, specie negli ambiti del diritto penale, sia estremamente delicata e che siano necessarie tempestive ed efficaci tutele. Come Consiglio continueremo a vigilare e a impegnarci ancora di più per garantire il rispetto pieno delle funzioni e lo svolgimento libero e indipendente dell’attività. Ribadisco la piena solidarietà al collega Alfonso Botta al quale assicureremo, ove necessario, l’assistenza necessaria per l’immediato futuro», conclude.

Valentina Restaino, tesoriere nazionale di M.G.A. Sindacato nazionale forense solleva un’altra questione, ovvero la mancanza di strutture sanitarie adeguate e soprattutto l’assenza di assistenza per le persone con disagio psicologico.

Dichiara a Il Mattino Restaino: «Senza dubbio noi avvocati siamo terminali delle insoddisfazioni e delle difficoltà dei nostri clienti. Ma non più e non meno di altre categorie professionali, penso ad esempio ai medici di pronto soccorso. Al di là della misura cautelare adottata dal giudice, sulla quale non posso esprimermi non conoscendo le carte, mi chiedo, leggendo il racconto dei fatti, come mai all’aggressore non sia mai stato fatto un Tso».

Prosegue: «Ogni giorno ci scontriamo con il mal funzionamento delle Rems e dei protocolli da adottare nei confronti di persone che hanno problemi psicologici e che spesso, una volta terminato il Tso o scontata la pena, continuano ad essere abbandonati a se stessi. Se hanno famiglie che possono sostenerli oltre a loro sono abbandonate anche le famiglie. Su questo punto occorrerebbe davvero una modifica del quadro normativo».


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truffa telefonica TIM

Attenzione alla truffa telefonica dell’offerta Tim scaduta

I tentativi di truffa non si fermano mai. Infatti, molti utenti stanno lamentando di ricevere delle telefonate da un presunto call center TIM, che cerca di fregare le persone meno esperte.

Per prima cosa, attenzione al numero dal quale si riceve la telefonata, che non è il 187 o qualsiasi numero collegato al customer care di TIM, ma un generico numero di cellulare.

Quando l’utente risponde alla chiamata, risponde un “impiegato” TIM, che chiede conferma circa le generalità della persona.

Attenzione a non rispondere “SI”: in questi casi, le comunicazioni potrebbero interrompersi immediatamente poiché lo spezzone dell’audio contenente il “Si” viene registrato per effettuare la sottoscrizione ad abbonamenti non desiderati (riguardanti anche bollette dell’energia elettrica).

Nella truffa del call center TIM, il destinatario viene informato che l’offerta che attualmente attiva sull’utenza della rete fissa risulta scaduta. Per questo motivo, dalla fatturazione successiva si dovrà pagare di più.

Nulla di tutto questo è vero: provate a chiedere dei riscontri o informazioni ai finti operatori TIM, e vedrete che questi riagganceranno immediatamente. Il fine di queste telefonate, infatti, è soltanto la sottoscrizione di nuovi contratti telefonici.

Si consiglia di riagganciare subito nel momento in cui si ricevono queste telefonate. Qualsiasi operatore telefonico informa i propri utenti circa eventuali variazioni in fattura: non ci saranno mai delle telefonate singole.


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La PEC non garantisce il contenuto del documento allegato

La PEC dimostra l’invio e la ricezione del messaggio, ma non garantisce il contenuto del documento allegato. Tale principio è stato confermato dall’ordinanza n. 10091/2024 della Corte di Cassazione.

Infatti, la PEC certifica la data dell’invio e la provenienza: tuttavia, questo strumento non garantisce che il documento allegato sia collegato all’autore e che contenga un determinato contenuto.

Nel caso in cui ad una PEC venga allegato un file con un certo nome, formato, estensione e dimensioni, certamente la ricevuta attesterà il file, ma non fornirà prove relative al contenuto del file.

Dunque, sul file allegato dovrà essere necessariamente apposta la firma digitale: soltanto in questo modo si certificherà da dove proviene il documento e soprattutto la sua integrità.

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Sempre più attacchi con codice QR: come possiamo difenderci?

Nel 2023, secondo l’ultimo report di Cisco Talos, sono aumentati significativamente gli attacchi phishing attraverso scansione dei codici QR.

Tradizionalmente, gli attacchi di phishing consistono nell’indurre la vittima ad aprire link o allegati di mail o SMS, in modo tale da aprire una pagina controllata dal malintenzionato. Questi messaggi vengono inviati a persone che utilizzano la mail e che solitamente aprono tutti gli allegati oppure cliccano sui link.

Negli attacchi con codice QR, invece, l’hacker lo inserisce nella mail con lo scopo di farlo scansionare attraverso un’app o fotocamera dello smartphone. Dopo aver cliccato sul link, si viene reindirizzati ad una pagina di login nata con lo scopo di rubare le credenziali della vittima.

In che modo le aziende possono difendersi da questi attacchi di phishing tramite QR Code?

  • Installare strumenti di sicurezza sui dispositivi mobili che hanno accesso ad informazioni aziendali;
  • Formare adeguatamente i dipendenti in ottica di prevenzione degli attacchi di phishing tramite QR Code;
  • Proteggere le mail aziendali;
  • Utilizzare l’autenticazione a due fattori.

Ricordiamo che i QR Code dannosi solitamente ricorrono ad un’immagine che ha poca qualità, e possono essere anche sfocati.

Quando utilizziamo app che scannerizzano i Codici QR, solitamente abbiamo accesso ad un’anteprima del link al quale ci riporta il codice. Dunque, cerchiamo di capire se il link in questione è qualcosa da cui mettersi in guardia.

Inoltre, i messaggi e la mail di phishing sono pieni di errori grammaticali e di battitura.

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730 precompilato

Disponibile il modello 730 precompilato

L’Agenzia delle Entrate, a partire dal 30 aprile, metterà a disposizione il modello 730 precompilato per lavoratori dipendenti e pensionati. Il modello sarà disponibile sul sito dell’Agenzia, e permetterà ai contribuenti di inviare la dichiarazione online.

Il contribuente, oltre ad avere la possibilità di compilare il modello in maniera ordinaria, potrà completarlo autonomamente online. Con il nuovo modello 730 precompilato non sarà più necessario compilare tutti i riquadri del modello.

Le informazioni che possiede l’Agenzia, leggiamo nella guida, «sono proposte con un linguaggio semplificato al contribuente, che può direttamente confermarle o modificarle attraverso un percorso guidato». Tutti i dati inseriti verranno riportati automaticamente negli appositi riquadri del 730.

Per accedere al 730 precompilato basterà utilizzare SPID, CIE o CNS.

Non hai ancora SPID?

Vieni a trovarci in Via Trieste 158/C (Ve), oppure contattaci al

+39 041 309 4509 per avere maggiori informazioni!

Nel 730 precompilato sono presenti tutti i dati della CU, gli oneri deducibili o detraibili con rimborsi, le informazioni presenti nelle dichiarazioni precedenti, quelle presenti nelle banche dati immobiliari e i pagamenti con modello F24.

I campi del nuovo modello 730 che si possono integrare poiché non precompilati corrispondono a:

  • Spese dei canoni di locazione per studenti universitari fuori sede;
  • Spese per attività sportive;
  • Spese di abbonamento al trasporto pubblico.

Il 730 precompilato sarà disponibile da domani, 30 aprile, con scadenza per la presentazione fissata al 30 settembre.


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Digitalizzazione Ue: nasce la cartella clinica elettronica condivisa

D’ora in avanti sarà possibile l’accesso in tutta Europa ai propri dati sanitari, a seguito dell’istituzione dello Spazio europeo dei dati sanitari.

I dati, nel caso di un trasferimento dall’Italia ad un altro paese Ue, verranno trasmessi in maniera sicura agli operatori sanitari. Si tratta di un accordo provvisorio, che attende l’approvazione del Consiglio Ue e la pubblicazione in GU.

Il regolamento entrerà in vigore ufficialmente dopo due anni. Nelle cartelle cliniche elettroniche saranno contenuti resoconti sui pazienti, immagini mediche, prescrizioni elettroniche e i risultati di laboratorio.

I dati verranno trasmessi attraverso la piattaforma MyHealth@EU, per esempio nei casi in cui un cittadino decida di trasferirsi in un altro Stato europeo. Successivamente sarà possibile anche consultare i referti di diagnostica per immagini, lettere di dimissioni ospedaliere e risultati di laboratorio.

Non mancheranno misure per la tutela della privacy: i pazienti, inoltre, verranno informati tutte le volte che viene effettuato l’accesso ai loro dati.

Per la correlatrice della Commissione per le libertà civili, Annalisa Tardino: «lo Spazio dei dati sanitari migliorerà l’accesso di tutti all’assistenza sanitaria. In futuro, i medici potranno essere autorizzati ad accedere alle cartelle cliniche e ai risultati di laboratorio dei loro pazienti in altre regioni o addirittura in altri Stati membri dell’Ue, risparmiando denaro e risorse e fornendo cure migliori. Anche se avremmo preferito misure ancora più incisive, siamo riusciti a trovare una posizione che può essere accettata dalla maggioranza».


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