VIII rapporto censis avvocatura

Sempre meno avvocati in Italia: i numeri del Rapporto Censis 2024

Nel 2023 si è ridotto dell’1,3% il numero degli avvocati iscritti a Cassa Forense. In alcune regioni del Paese il numero dei legali ogni mille abitanti rimane uguale oppure superiore a 6, mentre la media nazionale corrisponde a 4 legali ogni mille abitanti.

Le avvocate ritornano al 47,1%: dunque, la distribuzione tra uomini e donne avvocato ritorna ai livelli del 2014. L’età media dei legali sale a 48,3 anni. Il numero di avvocati attivi per pensionato scende a 6,7 e il numero dei pensionati ha registrato un aumento del 4,5%.

Sono state registrate 8.043 cancellazioni fra gli avvocati iscritti alla Cassa, mentre le nuove iscrizioni sono state 6.393. Tuttavia, la differenza è in negativo, pari a 1.650 unità.

Ci sono state, inoltre, 5.408 cancellazioni di avvocate, la metà delle quali con un’anzianità professionale che non raggiunge i 10 anni.

Questo è quanto emerso dal VIII Rapporto Censis sull’Avvocatura.

Il 54,2% degli avvocati ritiene che la propria condizione professionale sia abbastanza o molto critica. La percentuale aumenta al Sud, pari al 60%.

Per il 50,2% degli avvocati le prospettive per il 2024-2025 rimangono stabili, mentre non saranno positive per quasi il 28%. Il 34,6% dei legali abbandonerebbe la professione visti i costi troppo elevati e il poco ritorno economico.

I professionisti sollecitano:

  • La regolamentazione dei collaboratori di studio, senza trasformarli in lavoratori subordinati;
  • La revisione delle incompatibilità con le attività di lavoro subordinato;
  • L’esclusività dell’attività dell’avvocato negli ambiti in cui potrebbe nascere un contenzioso.

Il 63,3% degli avvocati ritiene che l’Adr allunghi tempi e costi, mentre il 41,7% pensa che tale pratica riduca il ruolo della giurisdizione e degli avvocati.

C’è molto scetticismo circa il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr relativi alla riforma della Giustizia: infatti, il 29,7% ritiene che la riforma del processo civile non avverrà nei tempi predisposti, mentre il 35,1% pensa che gli obiettivi verranno raggiunti soltanto in parte.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, invece, gli avvocati la vedono come un’opportunità, e non come una minaccia.


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