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Sciopero in vista in magistratura: l’Anm contro il concorso straordinario

L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è sul piede di guerra contro il concorso straordinario in magistratura previsto dal decreto Pnrr del governo Meloni. La misura, che riserva 750 posti ad avvocati con almeno dieci anni di esperienza, è stata bollata come incostituzionale e lesiva del merito.

L’Anm minaccia lo sciopero

In una nota ufficiale, la giunta esecutiva centrale dell’Anm ha dichiarato lo stato di agitazione e ha annunciato che, se il Consiglio dei Ministri confermerà le indiscrezioni di stampa, proporrà al prossimo Comitato direttivo dell’associazione (2-3 marzo) “le più forti iniziative di protesta, ivi compreso lo sciopero”.

Le critiche al concorso

L’Anm contesta la ratio del concorso straordinario, evidenziando che sono già in corso concorsi per 1.300 posti e che al 2026 le vacanze saranno fisiologicamente inferiori a 300. La riserva di 750 posti ad avvocati con esperienza, secondo l’associazione, mortificherebbe il merito e le aspirazioni dei giovani laureati e di quanti si stanno impegnando nella carriera giudiziaria.

Un vulnus all’ordine giudiziario

L’Anm critica inoltre la mancanza di garanzie selettive per il concorso straordinario, che a suo avviso rappresenterebbe un vulnus all’ordine giudiziario, privandolo del presidio fondamentale di un concorso “serio, rigoroso e aperto, senza riserve”.

Articolo scritto da Rosa Colucci 


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Il TAR Lazio annulla la delibera del COA Roma sui vicepresidenti: “Vizio di forma, la scelta sarà rinnovata”

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annullato la delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma (COA Roma) che prevedeva la nomina di tre vicepresidenti. La sentenza, la n. 3669/2024, ha rilevato un “vizio di pura forma” nella votazione che ha portato all’approvazione della delibera.

Il COA Roma ha immediatamente reagito alla sentenza con un comunicato stampa del Presidente del Consiglio, in cui si precisa che l’annullamento non è dovuto a illegittimità della scelta di fondo ma a un mero errore formale. Il comunicato sottolinea inoltre che la delibera era stata approvata con la maggioranza necessaria e che il Consiglio Nazionale Forense aveva già in precedenza ritenuto legittima la modifica regolamentare.

Nonostante la precisazione del COA Roma, la sentenza del TAR ha comunque creato un certo scompiglio all’interno dell’Ordine. Il Consiglio, pur riservandosi la possibilità di impugnare la sentenza, ha già annunciato che procederà a rinnovare le operazioni di voto per la nomina dei vicepresidenti, in conformità alle indicazioni del TAR.

Al momento, la sentenza del TAR non ha effetti immediati sull’operatività del COA Roma. Tuttavia, il rinnovo delle operazioni di voto per la nomina dei vicepresidenti potrebbe portare a un cambiamento nella composizione del Consiglio.

Articolo scritto da Rosa Colucci 


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Giustizia: il Consiglio dei Ministri approva un decreto-legge con misure urgenti

Magistrato Tributario: le regole del concorso nella bozza del Pnrr

Giustizia: il Consiglio dei Ministri approva un decreto-legge con misure urgenti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge con disposizioni urgenti in materia di giustizia. Il decreto interviene su diversi fronti, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e dare risposte concrete alle esigenze del personale e degli utenti.

Personale:

  • Stabilizzazione dei precari: Il decreto prevede la stabilizzazione dei precari del Ministero della Giustizia assunti a tempo determinato con almeno 24 mesi di servizio. Si tratta di una misura attesa da tempo che darà maggiore stabilità al personale e contribuirà a ridurre il precariato.
  • Assunzioni: Sono autorizzate nuove assunzioni di personale dirigenziale e di personale amministrativo. Questo consentirà di rafforzare gli organici del Ministero e di migliorare la qualità dei servizi offerti.
  • Incentivi: Per il personale degli uffici giudiziari che raggiungono gli obiettivi del PNRR sono previsti incentivi economici. Si tratta di un riconoscimento importante per il lavoro svolto e di uno stimolo a raggiungere i traguardi prefissati.

Procedure concorsuali:

  • Modifiche ai concorsi per magistrati ordinari e tributari: Il decreto modifica le modalità di svolgimento dei concorsi per l’accesso alla magistratura ordinaria e tributaria. L’obiettivo è di rendere i concorsi più snelli e efficienti, garantendo al tempo stesso la qualità della selezione.
  • Semplificazioni per il personale dell’amministrazione giudiziaria: Sono previste semplificazioni per le procedure concorsuali del personale dell’amministrazione giudiziaria. Questo ridurrà i tempi e i costi delle procedure e renderà l’accesso ai concorsi più accessibile.

Processo civile:

  • Pignoramento di crediti: Il decreto modifica le norme sul pignoramento di crediti presso terzi, introducendo un termine di efficacia di 10 anni. Questo renderà la procedura più efficiente e garantirà una maggiore tutela dei diritti dei creditori.
  • Efficacia dell’ordinanza di assegnazione: L’ordinanza di assegnazione dei crediti pignorati diventa inefficace se non è notificata al terzo entro 6 mesi dalla scadenza del termine di efficacia del pignoramento. Questo ridurrà il numero di pignoramenti inefficaci e semplificherà la procedura.

Altri interventi:

  • Nuove competenze per i periti: Il decreto amplia le competenze dei periti e ne introduce nuove categorie. Questo permetterà di avere a disposizione un pool di esperti più ampio e qualificato.
  • Digitalizzazione: Sono previste misure per la digitalizzazione del processo civile. Questo renderà il processo più efficiente, trasparente e accessibile ai cittadini.

Il decreto-legge è stato inviato al Parlamento per la conversione in legge.

Articolo scritto da Rosa Colucci di Avvocati


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Magistrato Tributario: le regole del concorso nella bozza del Pnrr

È stato istituito «un concorso per il reclutamento» dei magistrati tributari da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, per un totale di 146 posti di giudice professionale del fisco. Questo è quanto previsto dalla bozza del decreto del Pnrr approvata dal Cdm.

Non troviamo il concorso semplificato, diversamente da quanto era stato detto nei giorni scorsi, per i 30 tra i giudici onorari attuali. La procedura concorsuale consiste in una prova di preselezione, due prove scritte e una prova orale.

Lo scopo è quello di accelerare i tempi per reclutare 146 giudici, ovvero 68 posti + 78 tra quelli ancora non assegnati alla magistratura professionale. Al concorso potranno partecipare le persone con un diploma di laurea in giurisprudenza, con percorso universitario non inferiore a quattro anni.

Teoricamente, il concorso pubblico dovrebbe essere articolato in una prova preselettiva, due prove scritte da sorteggiare tra diritto civile e diritto tributario e la redazione di una sentenza tributaria. Per concludere, si dovrà affrontare una prova orale.

La prova preselettiva potrà avvenire anche in date differenti e in sedi decentrate. Viene realizzata con strumenti di tipo informatico e prevede la risoluzione di 75 quesiti a risposta multipla, da completare in 60 minuti. Il punteggio ottenuto al termine della prova preselettiva non concorrerà alla determinazione del punteggio finale complessivo.

Nella prova scritta bisognerà svolgere due elaborati in materia di diritto civile, diritto tributario e scrivere una sentenza tributaria. La prova scritta verrà valutata in sessantesimi, e verranno ammessi alla prova orale i candidati che hanno ottenuto un punteggio non inferiore a 36/60.

La prova orale viene disciplinata dall’art.4 commi 4 e 5 del decreto legislativo n. 545/1992:

  • diritto tributario e diritto processuale tributario;
  • diritto civile e diritto processuale civile;
  • diritto penale;
  • diritto costituzionale e diritto amministrativo;
  • diritto commerciale;
  • diritto dell’Unione europea;
  • contabilità aziendale e bilancio;
  • elementi di informatica giuridica;
  • colloquio in lingua straniera, indicata dal fra inglese, spagnolo, francese e tedesco.

È previsto l’esonero dalla prova preliminare per le seguenti categorie:

  • giudici tributari onorari presenti nel ruolo unico;
  • magistrati ordinari, militari, amministrativi e contabili;
  • procuratori e avvocati dello Stato;
  • candidati diversamente abili con percentuale di invalidità pari o superiore ad 80%, come previsto dell’art. 20, comma 2-bis, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

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Sentenza già scritta la scoperta dell’avvocato durante il processo

Sentenza già scritta: la scoperta dell’avvocato durante il processo

Nonostante il processo per maltrattamento non fosse ancora concluso, era già stata scritta la sentenza di condanna. Il difensore dell’imputato ha casualmente scoperto il dispositivo nel fascicolo del dibattimento, e ha successivamente richiesto ed ottenuto l’astensione sia del presidente del collegio che dei due giudici della seconda sezione del Tribunale di Firenze.

I fatti risalgono al 15 febbraio 2024. Sembrerebbe che il legale, durante l’attesa dell’udienza, con il permesso del pm avrebbe sfogliato il fascicolo del dibattimento, contenente gli atti e i verbali.

In questo modo avrebbe trovato il dispositivo riportante la data del 18 ottobre 2023, con il nome dell’imputato e la condanna di 5 anni e mezzo per maltrattamenti, privo della firma del presidente. Il pm non aveva ancora svolto la requisitoria, e gli avvocati non avevano nemmeno argomentato le difese.

Il difensore ha richiesto l’estensione da parte del collegio, e i tre giudici si sono astenuti. La presidente del Tribunale ha autorizzato la decisione, avviando degli accertamenti: «Ho chiesto una relazione al presidente del collegio».

Non manca la denuncia della Camera Penale di Firenze: «Prendiamo atto delle spiegazioni del collegio che a fronte delle legittime rimostranze e dell’invito ad astenersi formulati dal difensore si trattava di una mera bozza, suscettibile di poter essere rimodulata dopo l’intervento delle parti».

Tuttavia, «appare evidente che una decisione era in realtà stata già assunta senza prima aver ascoltato le argomentazioni della difesa. Tale modo di amministrare la giustizia denota una visione del processo penale in cui le ragioni della difesa vengono intese alla stregua di un inutile orpello a cui si possa tranquillamente rinunciare con conseguente oltraggio del ruolo e della funzione del difensore».


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Le legal chatbot sono degli assistenti virtuali automatizzati, che rispondono a domande di tipo legale con un linguaggio “naturale”, e spesso offrono anche consigli agli utenti. Si tratta di programmi che si basano sull’intelligenza artificiale per simulare delle conversazioni umane, allo scopo di dare risposte di tipo legale nel modo più veloce ed efficiente possibile.

Nel nostro Paese, le chatbot legali non sono diffusissime, nonostante i progressi significativi che si stanno verificando negli ultimi anni.

Sono partiti tantissimi progetti pilota, in particolar modo in ambito accademico e nei tribunali. Per esempio, la Corte d’Appello di Perugia usa una chatbot per la ricerca e la consultazione delle sentenze con l’intelligenza artificiale, andando a semplificare l’accesso e la fruibilità delle informazioni da parte degli utenti.

All’estero, invece, le chatbot legali sono molto diffuse. Si pensi a DoNotPay, chatbot attiva nel Regno Unito e negli Stati Uniti, che contesta multe e richiede risarcimenti. Ci sono altre chatbot legali famose, come, per esempio:

  • CaseCrunch, specializzata in materia di previdenza sociale;
  • LISA, che si occupa di revisione di contratti commerciali;
  • CARA, chatbot che esegue ricerche su milioni di documenti.

Le chatbot legali sono uno strumento importante e molto utile sia per i cittadini che per i professionisti del mondo legale. Attraverso l’intelligenza artificiale, questi strumenti sono in grado di analizzare grandi quantità di dati di tipo legale, al fine di rispondere all’utente in maniera dettagliata e precisa.

Gli avvocati, invece, potranno utilizzare questi strumenti per effettuare ricerche, correggere atti e fornire risposte rapide ai clienti.

Di certo, le legal chatbot sono il futuro della professione forense: ricordiamoci, tuttavia, di utilizzare l’intelligenza artificiale con responsabilità e con competenza, in quanto strumento d’aiuto, e non certamente sostitutivo.

La giustizia, in questo modo, ha la possibilità di diventare più efficiente e più accessibile, intrecciando in maniera intelligente le competenze umane e la tecnologia.


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Finto avvocato: l’Ordine chiede i danni e si costituisce parte civile

A Varese, dopo aver identificato un caso di esercizio abusivo da parte di un falso legale, l’Ordine degli avvocati locale ha deciso di costituirsi in giudizio, con lo scopo di richiedere i danni al truffatore.

Il falso avvocato era un uomo di 47 anni, scoperto mentre offriva alcuni servizi finalizzati all’elusione di pratiche burocratiche, con istituzioni ed enti, nonostante non fosse in possesso dell’abilitazione per lo svolgimento della professione legale.

L’uomo, che non possedeva alcuno studio legale, utilizzava degli indirizzi falsi, e reclutava clienti basandosi sul passaparola. Dopo aver ottenuto gli acconti richiesti per procedere con gli interventi legali, il finto avvocato li incassava con ricariche PostePay: poi, spariva nel nulla.

Sono 17 le vittime che hanno pagato somme di denaro considerevoli, senza ricevere nessuna prestazione in cambio. È stato richiesto il rinvio a giudizio del presunto avvocato da parte della Procura della Repubblica, con l’accusa di truffa, falsità materiale commessa dal privato ed esercizio abusivo della professione.

L’Ordine degli avvocati ha deciso di costituirsi parte civile, chiedendo anche il risarcimento per tutti i danni subiti. Il danno non ha coinvolto soltanto l’aspetto patrimoniale, ma anche l’immagine stessa della categoria.

L’Ordine sarà rappresentato nel processo dall’avvocato Fabio Margarini, che ha intenzione di andare fino in fondo, per riportare il pubblico ad aver fiducia nella figura dell’avvocato. Alcuni clienti truffati hanno intrapreso un’azione legale per ottenere il risarcimento, mentre altri, di fronte alla prospettiva di un processo troppo lungo e soprattutto senza certezze, hanno deciso di lasciar perdere.

Il finto legale, che vedrà la difesa dell’avvocato Marco Mainetti, risponderà alle accuse di fatti avvenuti tra il 2017 e il 2022.


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“Un like per guadagnare soldi”: attenzione all’ultima truffa online

Con il tempo, le truffe online stanno diventando sempre più raffinate, e puntano molto sull’ingenuità delle vittime. Recentemente, per esempio, si sta diffondendo una strana “offerta”, che promette di incontrare occasioni di guadagno attraverso compiti superficiali, come mettere like ad alcuni video su YouTube.

Tuttavia, ci troviamo di fronte ad un fine malevolo, ovvero la sottrazione di dati sensibili e di somme di denaro.

La truffa nasce attraverso un messaggio ricevuto su WhatsApp, da un finto recruiter che parla di guadagni semplici attraverso like su YouTube. Quello a cui puntano i truffatori, in questa prima fase, è ottenere informazioni personali, come il numero di telefono, l’età, il nome completo, la professione e i dati bancari della vittima.

Dopo aver messo i primi like, i truffatori invitano la vittima a scaricare un’app di messaggistica, come Telegram, per iscriversi ad alcuni canali, al fine di partecipare a dei programmi televisivi che promettono grossi guadagni economici.

In questa truffa è stata coinvolta un’azienda di marketing di Roma, che si è vista sottrarre l’identità da parte dei cybercriminali. Quest’ultimi si sono serviti dell’identità dell’azienda per attuare il loro piano, telefonando e inviando messaggi su WhatsApp ai malcapitati, che hanno prontamente contattato l’agenzia per capire che cosa stesse accadendo.

Ma in che modo difendersi da questa truffa?

  1. Prima di tutto, facciamo degli screenshot alle conversazioni e alle transazioni dubbie;
  2. Interrompiamo qualsiasi comunicazione con questi truffatori, blocchiamoli e segnaliamoli alle autorità e alle piattaforme social media;
  3. Proteggiamo i nostri account con password uniche e forti;
  4. Attiviamo l’autenticazione a due fattori;
  5. Prestiamo attenzione alle finanze e agli account online;
  6. Segnaliamo qualsiasi sospetto di attività fraudolenta online alle forze dell’ordine e alla banca.

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Nel caso in cui, nello stesso tratto stradale, si prendono più multe a causa dell’autovelox, di competenza dello stesso ente entro un’ora di tempo, si pagherà soltanto una sanzione, ovvero quella più grave incrementata di un terzo.

Ci sarà, inoltre, la possibilità di creare una Ztl territoriale al di fuori dei centri abitati, soltanto nel caso in cui esistano delle motivate e straordinarie esigenze, soprattutto in relazione alla tutela della cultura, del paesaggio, o della naturalistica tutelata dall’Unesco.

Per la tutela dei motociclisti, invece, via libera all’installazione della terza fascia sui guard rail. Tutto questo è previsto da alcuni emendamenti al ddl «Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285».

Dichiara Tullio Ferrante, sottosegretario al Mit: «La possibilità di istituire, per periodi non superiori a cinque mesi all’anno, zone a traffico limitato per straordinarie e motivate esigenze connesse alla salvaguardia di aree tutelate dall’Unesco migliorerà la qualità della circolazione ed innalzerà i livelli di sicurezza».

Saranno le regioni a stabilire i criteri e la perimetrazione delle Ztl territoriali, mentre le Prefetture ne stabiliranno l’attivazione.

Come evidenza Gaetana Russo, deputata di FdI: «Durante la discussione sul disegno di legge è stato accolto un mio emendamento, sottoscritto dall’intero gruppo di Fratelli d’Italia in Commissione trasporti che impegna il Governo ad intervenire sulla cancellazione dai pubblici registri dei veicoli soggetti a fermo amministrativo».

La norma «oggi prevede l’inidoneità alla demolizione ogni volta che su di essi insista un fermo amministrativo a garanzia di un credito. Ma è evidente che quando quel bene è abbandonato, gravemente deteriorato o bruciato, è inidoneo a garantire qualsiasi credito e non si sottrae nulla al creditore, né si fa alcun favore ai debitori, che il più delle volte sono anche irreperibili. Al contrario esiste un problema evidente di decoro pubblico e di sicurezza stradale, a cui va data una risposta».


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Cassa Forense informa che dal 22 febbraio 2024 sarà possibile generare e stampare i moduli di pagamento dei contributi minimi 2024 per le scadenze previste attraverso il sito della Cassa, www.cassaforense.it, nella sezione Accessi riservati/posizione personale, al quale sarà possibile accedere con codice Pin e Meccanografico.

La comunicazione della Cassa arriva in corrispondenza della prossima scadenza della prima rata dei contributi minimi, fissata per il 28 febbraio 2024.

Le prime tre rate delle quattro dei contributi minimi obbligatori «saranno calcolate sulla base della contribuzione dell’anno 2023 non rivalutata». La quarta, «il 30 settembre, verrà determinata a saldo e includerà la rivalutazione ISTAT (+5,4%) e il contributo di maternità».


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Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

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