Redazione 21 Luglio 2025

“Innocenti”, viaggio nell’Italia degli errori giudiziari: 100 mila vite rovinate e un miliardo speso in risarcimenti

Cento mila. Tanti sono gli innocenti finiti in carcere ingiustamente in Italia dal 1992 a oggi. Un numero impressionante che equivale a riempire uno stadio per un derby o a formare una catena umana tra Roma e Napoli. A riportare alla luce questa tragedia collettiva è il libro-inchiesta Innocenti (Giappichelli editore), scritto dai giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, fondatori di errorigiudiziari.com, la più completa banca dati italiana sull’ingiusta detenzione e gli errori giudiziari.

Nel volume, appena uscito in libreria e disponibile sulle principali piattaforme online, gli autori danno voce a un’Italia invisibile: quella dei danneggiati dalla giustizia, colpevoli solo di essere stati nel posto sbagliato al momento sbagliato, o vittime di omonimie, indagini lacunose, errori procedurali e decisioni affrettate.

Una strage silenziosa

Secondo i dati raccolti, lo Stato italiano ha sborsato quasi un miliardo di euro in indennizzi negli ultimi trent’anni, ma solo un terzo degli aventi diritto riceve effettivamente un risarcimento. Molti, dopo anni di dolore e umiliazione, rinunciano persino a chiederlo: non vogliono più rivivere l’incubo o non possono permettersi le spese legali.

A pesare su questo scenario è anche l’abuso della custodia cautelare, che troppo spesso viene utilizzata non come extrema ratio, ma come strumento di pressione investigativa. “Pericolo di fuga, inquinamento probatorio e reiterazione del reato sono condizioni sovente presunte in automatico, senza un effettivo vaglio di necessità”, denuncia Gian Domenico Caiazza, avvocato ed ex presidente dell’Unione delle Camere Penali, nella prefazione al libro.

Custodia cautelare: da garanzia a scorciatoia

Il carcere preventivo, così come gli arresti domiciliari, dovrebbe essere disposto solo quando strettamente indispensabile, come misura eccezionale e temporanea. Invece, troppo spesso si trasforma in una scorciatoia giudiziaria, uno strumento per “spezzare” il presunto colpevole e accelerare l’indagine.

Ma quando l’impianto accusatorio crolla, resta l’ingiustizia irreparabile: mesi o anni di libertà negata, famiglie distrutte, reputazioni annientate, esistenze spezzate. Il tutto, senza garanzie di reale risarcimento e con la macchina giudiziaria che raramente riconosce le proprie colpe.

Una lettura necessaria

Innocenti è più di un’inchiesta giornalistica: è un atto d’accusa documentato, una raccolta di storie vere che mettono in discussione il modo in cui si esercita la giustizia penale nel nostro Paese. È anche un invito a riflettere, con dati e testimonianze alla mano, su quanto sia fragile la presunzione d’innocenza e quanto possa essere drammatico un errore, quando ad esserne vittima è un essere umano.


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