Il 10 dicembre scorso, la Corte Costituzionale ha esaminato il caso sollevato da Carlo Gentili, un uomo affetto da sclerosi laterale amiotrofica, che non ha potuto utilizzare la firma digitale per supportare una lista elettorale alle regionali del Lazio. Non essendo in grado di firmare fisicamente, Gentili è stato escluso dalla possibilità di partecipare alla vita politica, sollevando così una questione importante di discriminazione.
In Italia, le persone con difficoltà motorie che non possono firmare manualmente hanno la possibilità di usare strumenti tecnologici sicuri, come la firma qualificata, per partecipare a referendum e leggi popolari. Tuttavia, questa stessa possibilità non viene estesa alla presentazione delle liste elettorali, limitando così la partecipazione politica di chi vive con una disabilità.
Come sottolineato dalla professoressa Marilisa D’Amico e dal movimento Referendum e Democrazia, questa restrizione è una chiara violazione dei diritti individuali e dei principi di uguaglianza e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione. È incomprensibile che, nonostante l’esistenza di tecnologie già in uso per superare tali barriere, una persona con disabilità venga privata della possibilità di partecipare pienamente alla politica.
Inoltre, la testimonianza della professoressa Sabrina Di Giulio, malata di SLA e presente durante l’udienza, ha messo in evidenza l’importanza di applicare a tutti i momenti della cittadinanza attiva lo stesso principio di inclusione. Sebbene il sistema di identità digitale pubblica consenta alle persone con disabilità di firmare per iniziative referendarie e leggi popolari, questo diritto non è esteso alla presentazione delle liste elettorali, nonostante la disponibilità di tecnologie adeguate.
La Corte Costituzionale, quindi, si trova di fronte alla responsabilità di adeguare il nostro ordinamento giuridico ai principi costituzionali e alle norme internazionali sui diritti delle persone con disabilità, rimuovendo le barriere legali e tecniche che impediscono la loro partecipazione politica. La tecnologia, infatti, offre strumenti potenti per garantire pari opportunità e il pieno esercizio dei diritti, inclusi quelli legati alla partecipazione politica.
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