Roma – Dal prossimo anno scolastico, le aule delle scuole elementari e medie italiane si preparano a un cambiamento radicale: stop ai cellulari. Il Ministero dell’Istruzione ha infatti emanato una direttiva che vieta l’utilizzo degli smartphone in classe, anche a fini didattici.
Perché questo divieto?
La decisione è stata presa sulla base di numerosi studi internazionali che hanno evidenziato come la presenza dei cellulari in classe possa distrarre gli studenti, riducendo la loro capacità di concentrazione e apprendimento. Inoltre, l’uso eccessivo di questi dispositivi può avere un impatto negativo sullo sviluppo cognitivo dei ragazzi.
Eccezioni ben precise
Tuttavia, il divieto non è assoluto. Ci sono casi in cui l’utilizzo dello smartphone può essere consentito, ma solo se strettamente necessario e debitamente motivato. Le eccezioni riguardano principalmente:
- Alunni con disabilità o DSA: In questi casi, il cellulare può essere utilizzato come strumento compensativo, purché previsto nel Piano Educativo Individualizzato (PEI).
- Condizioni personali documentate: In presenza di particolari condizioni personali che richiedono l’utilizzo del cellulare, come ad esempio problemi di salute, è possibile richiedere una deroga. Tuttavia, questa deve essere supportata da una documentazione medica e inserita nel Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Come ottenere una deroga?
Per ottenere una deroga, è necessario seguire una procedura precisa:
- Valutazione individuale: La scuola valuterà caso per caso le richieste di deroga, sulla base di una documentazione completa e dettagliata.
- Motivazione rigorosa: Le motivazioni devono essere oggettive e documentate, non basate su opinioni personali o richieste generiche.
- Revisione periodica: Le deroghe devono essere riviste periodicamente per verificare se sussistono ancora le condizioni che le hanno giustificate.
Cosa cambia nella didattica?
Il divieto dei cellulari in classe non significa rinunciare alla tecnologia. Anzi, la scuola è invitata a valorizzare l’utilizzo di altri dispositivi come computer e tablet, sotto la supervisione dei docenti. Inoltre, le scuole dovranno lavorare per educare gli studenti all’uso consapevole delle tecnologie digitali e a prevenire i rischi connessi all’uso eccessivo dei dispositivi mobili.
Le reazioni
La decisione del Ministero ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, ci sono coloro che accolgono con favore questa misura, ritenendola necessaria per garantire un ambiente di apprendimento sereno e concentrato. Dall’altro, ci sono coloro che esprimono preoccupazione per le possibili difficoltà che potrebbero incontrare gli studenti con bisogni speciali.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Bollette, azzerati gli oneri alle imprese
Primo trimestre del 2022 con copertura economica grazie alle aste di CO2 Arera azzera per il primo trimestre del 2022 gli oneri generali di sistema per tutte le medio-grandi imprese con potenza pari o superiore…

L’impero nel cyberspazio delle Big Tech
Il vasto e invasivo campo d’azione delle più grandi aziende informatiche del mondo Le grandi multinazionali IT non avranno eserciti e non governano territori, ma hanno influenza e soldi da investire e sanno…

Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa
È finalmente arrivato il testo definitivo dell’AI Act, la prima legge al mondo che affronta il tema dell’intelligenza artificiale. Il testo è composto da 85…