7 Agosto 2023

intelligenza artificiale rischi lavoro

Qual è il vero rischio dell’Intelligenza Artificiale?

Quando parliamo di intelligenza artificiale e lavoro, le posizioni principali sono due: cancellerà tantissimi posti di lavoro oppure ci libererà da quelle mansioni troppo faticose e ripetitive, per permetterci di dedicarci completamente a compiti considerati più gratificanti e creativi.

Ovviamente, si tratta di due situazioni estreme, che non si verificheranno mai, almeno non in questo modo. In primo luogo, come è sempre avvenuto con le innovazioni tecnologiche, la cancellazione di alcuni posti di lavoro viene sempre compensata dalla nascita di nuove occupazioni.

Se dovessimo concentrarci soltanto sul primo scenario, ovvero in quello in cui vengono cancellati tantissimi posti di lavoro, dovremmo comunque fare affidamento su quanto accaduto nel passato.

L’automazione ha sicuramente compromesso l’occupazione degli operai, vista la diminuzione del loro numero e del loro potere d’acquisto. Le tecnologie digitali, poi, hanno generato un nuovo fenomeno, creando tantissimi nuovi posti di lavoro e ridefinendo l’intero mondo che ci circonda.

Per alcuni studiosi, tutto questo ha portato alla scomparsa della classe media e al fallimento delle politiche di redistribuzione della ricchezza. Dunque, sembra che ci siano meno persone che si arricchiscono, e quelle che lo fanno lo fanno molto, ma sempre più persone che si impoveriscono.

Con l’utilizzo sempre più diffuso degli strumenti di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, il rischio è che questi fenomeni finiscano per peggiorare, al posto di migliorare.

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Ci sono sempre più mansioni ufficio che, grazie all’ai, diventeranno molto più semplici: questo non significa che sia un vantaggio. Più un lavoro risulta difficile e raro, maggiore sarà la sua retribuzione. Se l’intelligenza artificiale consentirà a tutti di acquisire competenze attraverso comandi ai pc, anche i lavori più retribuiti vedranno una flessione per quanto riguarda il salario o il potere d’acquisto.

David Autor, economista e professore del Mit di Boston, si dice «preoccupato per il cambio di composizione nei posti di lavoro. C’è il rischio che l’intelligenza artificiale elimini alcuni lavori o ne dequalifichi altri della classe media, generando lavori meno remunerativi. Il pericolo insomma è: l’intelligenza artificiale ridurrà il valore di molte competenze e renderà il lavoro più mercificato?».

Per Mark Muro di Brookings, il rischio «è che i lavoratori altamente qualificati siano vulnerabili all’IA tanto quanto le loro controparti meno qualificate».

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L’intelligenza artificiale verrà utilizzata principalmente al fine di aumentare la produttività delle imprese, aumentando i ricavi, ma diminuendo i costi. Le maggiori entrate, secondo un gruppo di consulenti della Casa Bianca, «andranno agli azionisti e non agli stipendi dei magazzinieri».

Per Lawrence Katz, un economista della Harvard University, una delle soluzioni possibili è che le aziende che andranno ad aumentare la propria produttività grazie all’ia condividano i benefici economici con i lavoratori.


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