Vittorio Pisani è il nuovo capo della Polizia: ecco la sua storia

Giovedì 11 maggio 2023 il Governo Meloni ha reso pubblico il nome del nuovo capo della Polizia: Vittorio Pisani, 55 anni e vicedirettore di AISI, servizio dell’intelligence interna italiana. Pisani andrà a sostituire Lamberto Giannini, in carica da due anni e che ora diventerà prefetto di Roma.

Per Meloni, Giannini e Pisani sono «due servitori dello Stato di grande competenza ed esperienza, che contribuiranno a rafforzare la sicurezza dei cittadini e la difesa delle istituzioni». Per i giornali, Pisani è un funzionario e poliziotto molto rispettato, conosciuto per aver catturato vari esponenti latitanti della criminalità organizzata ma anche perché ha fatto carriera molto rapidamente.

Il curriculum di Pisani

Nel 1990 entrò nella squadra mobile di Napoli, diventando il capo della sezione omicidi nel 1997. Dopo la cattura di 4 boss della camorra dell’Alleanza di Secondigliano, fu nominato, a 31 anni, vice-questore. Subito dopo si trasferì a Roma per poter lavorare come dirigente nel Servizio centrale operativo, che dirige il lavoro delle squadre mobili locali.

Nel 2004 tornò a Napoli, a capo della squadra mobile della Polizia. La stampa ha elencato i boss della criminalità organizzata arrestati, tra i quali troviamo Antonio Iovine, “o’ Ninno” e Paolo di Mauro, “Paoluccio o’ infermiere”. L’arresto di Michele Zagaria fu raccontato nel 2011 con una fiction Rai che vedeva protagonista un personaggio ispirato a Pisani.

Nel 2014 diventò Direttore della Direzione centrale dell’immigrazione, organo della Polizia che si occupa di contrastare l’immigrazione irregolare. Per questo fu notato da Matteo Salvini durante il primo governo Conte e spostato all’AISI.

Gran parte della carriera di Pisani è avvenuta nelle squadre mobili, a differenza dei suoi predecessori, che provenivano dalla digos. Il Corriere scrive che questa nomina è un segnale della «rivalutazione delle squadre mobili e delle pattuglie in strada rispetto al lavoro spesso oscuro e sottotraccia tradizionalmente compiuto dalle Digos, con l’idea di una maggiore attenzione alle micro e macro delinquenze e al loro impatto sul territorio e sulla sicurezza percepita, che alle ricostruzioni di trame e alla prudenza nella gestione dell’ordine pubblico».

L’unica fase di rallentamento nella carriera del nuovo capo della Polizia fu intorno al 2010, quando Salvatore Lo Russo, ex capo camorrista, affermò di avergli fatto dei regali per avere un trattamento di riguardo. Nel 2015, Pisani fu assolto dalle accuse di abuso d’ufficio e favoreggiamento mentre Lo Russo è stato condannato per calunnia in primo e in secondo grado.

A livello politico, non è ancora chiaro se sia allineato alla destra, anche se si pensa che ci siano dei punti di contatto. Per esempio, nel 2012 fu intervistato dal Corriere della Sera, dove non mancò di criticare Roberto Saviano, definendosi «perplesso quando vedo scortare persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni».

Pisani, negli ultimi anni ha avuto un ruolo importante nelle politiche migratorie adottate dai governi italiani, preferendo impedire l’arrivo dei richiedenti asilo anziché gestire e migliorare l’accoglienza e l’inclusione.

Secondo il giornalista Lorenzo D’Agostino, Pisani è l’autore di un rapporto che legittimò false affermazioni riguardo il lavoro delle ong che operano nel Mediterraneo per soccorrere i migranti. Sostenne anche che la loro presenza nelle prossimità delle coste libiche contribuisca ad incoraggiare le partenze dei migranti.

Nel 2017, in un’inchiesta pubblicata da Internazionale, Pisani auspicò la creazione di un corpo militare in Libia finalizzato al contrasto delle ong e per «impiegare proficuamente in tale contesto la guardia costiera libica nelle proprie acque nazionali». La guardia costiera libica è stata creata nel 2017, ed è ritenuta responsabile di violazione dei diritti umani delle persone migranti.


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