Redazione 9 Aprile 2025

Via libera definitivo alla riforma della magistratura onoraria

Con 75 voti favorevoli, nessun contrario e 50 astensioni, il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che riforma in modo sostanziale la disciplina della magistratura onoraria. Il provvedimento, già approvato dalla Camera e collegato alla manovra di bilancio, interviene sul regime giuridico, economico e previdenziale dei magistrati onorari, accogliendo anche i rilievi avanzati dall’Unione europea nell’ambito della procedura d’infrazione 2016/4081 relativa ai diritti lavorativi di questa categoria.

“Un passo storico che mette fine a decenni di attese e restituisce dignità, diritti e tutele a migliaia di servitori dello Stato”, ha commentato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove. “Mai più figli di un Dio minore: abbiamo garantito loro stabilizzazione fino all’età pensionabile, tutele previdenziali e assistenziali, malattia, ferie, trattamento di fine rapporto e un giusto inquadramento retributivo”.

Sulla stessa linea anche il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini (FdI): “L’approvazione di questo disegno di legge rappresenta un passo avanti decisivo verso una giustizia più efficiente e vicina ai cittadini. Finalmente viene riconosciuto, anche sotto il profilo giuridico, economico e previdenziale, il ruolo fondamentale svolto dai magistrati onorari. Si tratta di una riforma attesa da anni che garantisce certezze a una categoria troppo a lungo dimenticata”.

Due, in particolare, i punti chiave evidenziati dalla senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga: da un lato la definizione chiara delle funzioni e dei compiti dei giudici onorari, dall’altro la regolamentazione del loro trattamento economico e previdenziale. “Un riconoscimento – ha sottolineato – a una categoria finora molto bistrattata e che da ora in poi potrà contare su certezze. Inoltre, adeguandosi alla normativa europea, si evita una procedura d’infrazione contro l’Italia. Ne trarranno beneficio sia il corretto funzionamento della giustizia sia i cittadini”.


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