Redazione 17 Luglio 2025

Professioni, verso una riforma globale: al via il restyling degli ordinamenti

Un anno dopo l’incontro a Palazzo Chigi promosso dal sottosegretario Alfredo Mantovano, torna in primo piano la riforma degli ordinamenti delle libere professioni. Il 31 luglio 2024, infatti, le rappresentanze delle categorie professionali erano state convocate per un confronto sul loro ruolo nello sviluppo economico e sociale del Paese. Oggi, secondo quanto riferito da fonti interne al mondo ordinistico, quella discussione è stata riaperta, con l’obiettivo di avviare un vero e proprio restyling globale del settore.

Al centro della riflessione vi è la possibilità di intervenire in profondità sul DPR 137 del 2012, la norma che regola i principali istituti comuni alle professioni ordinistiche: dall’accesso all’esercizio, passando per il tirocinio e la formazione continua. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, aveva già indicato in quell’occasione la necessità di un aggiornamento, anche alla luce del potenziale ancora inespresso del principio di sussidiarietà tra professionisti e pubblica amministrazione, oggi applicato in modo disomogeneo e con ampi margini di espansione.

Nel frattempo, alcuni ordini professionali hanno avviato autonomamente un percorso di revisione statutaria. È il caso, ad esempio, di avvocati e commercialisti, i cui Consigli nazionali hanno approvato testi di riforma da sottoporre ora all’esame del Parlamento. Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, lo scorso 15 maggio ha espresso forte apprezzamento per le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che in Senato aveva manifestato l’intenzione di accompagnare il nuovo testo forense con un disegno di legge delega. Un percorso legislativo che tuttavia non è stato ancora formalmente avviato.

Più avanti sembra invece la categoria dei commercialisti. Il presidente Elbano de Nuccio ha definito la riforma varata dal Consiglio nazionale «una nuova carta d’identità» per la professione, a vent’anni dall’entrata in vigore del Decreto legislativo 139 del 2005, giudicato ormai superato. Il progetto mira a rilanciare la categoria nel segno della modernità e della maggiore integrazione con le sfide del futuro.

Tra i temi oggetto di discussione nel nuovo disegno di legge in preparazione al ministero del Lavoro figurerebbe anche la questione dell’“approdo tardivo” alle professioni, spesso rallentato da percorsi formativi lunghi e non sempre coerenti con le esigenze del mercato del lavoro. Un nodo che Calderone ha già avuto modo di sottolineare in più occasioni.

Infine, sul versante degli incarichi tecnici giudiziari, si avvicina l’uscita del testo preparato dalla Commissione istituita presso il Ministero della Giustizia per la revisione dei compensi dei consulenti tecnici d’ufficio (CTU). Secondo quanto anticipato dal viceministro Francesco Paolo Sisto, la rivalutazione dovrebbe aggirarsi intorno al 61% degli importi attualmente riconosciuti, come confermato dal presidente del Consiglio nazionale dei geometri, Paolo Biscaro.


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