21 Luglio 2025 - AVVOCATURA | Le dichiarazioni di Greco

Professioni, no alle riforme “a taglia unica”: serve un approccio su misura

Avvocati e commercialisti bocciano l’ipotesi di una riforma unitaria degli ordinamenti professionali. Greco (CNF) e de Nuccio (CNDCEC): “Ogni categoria ha peculiarità da rispettare. Un intervento generale rischia di penalizzare tutti”.

Le riforme delle professioni non possono essere confezionate “in serie”. A lanciare un chiaro segnale in questa direzione sono i presidenti del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, e del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano de Nuccio, che si oppongono all’idea di un riordino complessivo degli ordinamenti professionali attraverso una legge quadro.

L’allarme nasce dalle indiscrezioni riportate da ItaliaOggi, secondo cui il Governo starebbe valutando di aggiornare il D.P.R. 137 del 2012, norma di riferimento per l’organizzazione e il funzionamento degli Ordini professionali, riaprendo così un confronto generale avviato informalmente già nel luglio 2024, durante un incontro a Palazzo Chigi promosso dal sottosegretario Alfredo Mantovano con la partecipazione del Ministro del Lavoro Marina Calderone.

Il nodo della riforma: unicità o specificità?

Secondo i due presidenti, una riforma uniforme rischia di compromettere l’identità e l’equilibrio delle singole professioni. «Ogni categoria – avverte de Nuccio – ha caratteristiche specifiche da preservare. Un progetto generale, anziché modernizzare, potrebbe penalizzare le differenze strutturali e funzionali che ciascun ordinamento ha sviluppato nel tempo».

Il presidente dei commercialisti ribadisce che una riforma “orizzontale” non è una priorità e non è condivisibile, soprattutto in un momento in cui molte professioni stanno autonomamente aggiornando i propri statuti e regolamenti, secondo processi già avviati e calibrati sulle singole realtà.

Il fronte dell’avvocatura: “Promessa del Guardasigilli”

Più netto ancora è il giudizio del presidente del CNF, Francesco Greco, che giudica “incredibile” l’ipotesi di rivedere oggi il D.P.R. 137/2012. «Significherebbe sconfessare le dichiarazioni pubbliche del ministro della Giustizia Carlo Nordio», afferma, ricordando come il testo di riforma dell’ordinamento forense sia già stato trasmesso al Ministero dell’Economia per la cosiddetta “bollinatura” e, nelle intenzioni, dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva.

Greco auspica che la riforma dell’avvocatura, contenuta in un disegno di legge delega, venga esaminata e approvata quanto prima. «È l’impegno preso dal Guardasigilli e confidiamo che venga mantenuto», ha dichiarato.

Le priorità: praticantato, giovani, accesso alla professione

Durante l’incontro del luglio 2024, il Ministro Calderone aveva comunque espresso l’esigenza di rivedere alcuni aspetti puntuali dell’attuale assetto ordinistico, come le regole del praticantato, per favorire un accesso più rapido e meno burocratico alla professione. Un intervento reso urgente anche dall’innalzamento dell’età media degli iscritti, che oggi si aggira intorno ai 50 anni.

Tuttavia, gli stessi presidenti delle categorie economico-giuridiche ribadiscono che tali interventi devono essere mirati, condivisi e specifici, non inseriti in un contenitore unico che rischia di appiattire esigenze profondamente diverse tra avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, medici e tutte le altre professioni ordinistiche.


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