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Zuckerberg vs Musk: ecco il nuovo social che sostituirà Twitter

I primi utenti hanno cominciato a scaricare Threads, la nuova app sviluppata da Meta, al fine di attirare le persone che cercano una valida alternativa a Twitter, che sta attraversando un periodo di rivoluzione dopo essere diventato di proprietà di Elon Musk.

Threads attualmente è disponibile nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma non nell’UE, visto che l’azienda deve ancora risolvere questioni sull’utilizzo dei dati personali, al fine di attenersi alle normative europee.

L’interfaccia di Threads somiglia molto a quella di Twitter. È possibile scrivere post brevi, con al massimo 500 caratteri (su Twitter sono massimo 280): alcuni cominciano a chiamarli “throots”. Nei post possono essere inclusi link, foto e video, che vengono mostrati in un feed verticale. Sarà possibile interagire attraverso like, condivisioni e commenti.

Il feed viene gestito da un algoritmo che propone sia i contenuti degli utenti seguiti sia quelli che potrebbero piacere all’utente.

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La caratteristica che dovrebbe differenziare Threads da Twitter è che l’app è stata sviluppata attraverso un protocollo decentralizzato.

Questo vuol dire che sarà possibile seguire su Threads gli utenti che sono presenti anche su altri social decentralizzati, come Mastodon, in cui sarà possibile pubblicare dei post simili a quelli presenti su Twitter, senza dipendere in alcun modo da una piattaforma privata, controllata da un’azienda.

In ogni caso tale funzionalità non risulta essere ancora pronta.

Come funzionerà Threads

Con Threads sarà semplice collegare il proprio account a quello Instagram, ritrovando le stesse persone che già si seguono sulla piattaforma, visto che le due app appartengono alla stessa azienda.

Zuckerberg afferma che nelle prime 6 ore più di 5 milioni di persone hanno deciso di iscriversi a Threads. Su Instagram, sono arrivate delle notifiche agli utenti, al fine di informarli che alcuni profili seguiti avevano cominciato a pubblicare contenuti su Threads.

Le due app sono connesse anche in altri modi: in presenza di account verificato su Instagram, la verifica avverrà in modo automatico anche su Threads. Sarà possibile anche pubblicare i throots in maniera automatica nelle Instagram Stories.

La questione algoritmo

L’algoritmo sembra essere il principale punto debole del nuovo social.

Scrive su Vox la giornalista Shirin Ghaffary: «Azzeccare l’algoritmo è la principale sfida di Threads. Molti utenti si sono lamentati che il feed “For You” di Twitter mostrava loro troppi contenuti di utenti casuali che non interessava loro vedere e rimpiangono il feed cronologico che è stato per anni quello predefinito su Twitter. Ora bisogna vedere come gli utenti reagiranno al fatto che Threads mostra loro contenuti che pensa che vogliano vedere, e non solo quelli che hanno chiesto esplicitamente di vedere».

A tutto questo dobbiamo aggiungere anche il fatto che, nel corso degli ultimi anni, Meta è stata colpita da una gran crisi di affidabilità e di credibilità a causa degli scandali sulla gestione dei dati degli utenti.

Ricreare la vecchia magia di Twitter

Threads sarà basato sugli stessi principi di moderazione dei contenuti e di tutela della privacy di Instagram. Sarà possibile filtrare alcune specifiche parole e se un utente è stato bloccato su Instagram sarà automaticamente bloccato anche su Threads.

Continua Ghaffary: «Threads dovrà convincere gli utenti che non è soltanto un posto affidabile, ma anche culturalmente rilevante. La magia di Twitter si basava sul suo essere un luogo in cui leader mondiali con un potere immenso, scrittori irriverenti, celebrità di prim’ordine e utenti di tutti i giorni potevano conversare tra loro sulle notizie del giorno. Affinché Threads ottenga lo stesso effetto, avrà bisogno di attirare utenti simili».

Scrive Zuckerberg sul suo account Threads: «Penso che dovrebbe esserci un’app su cui si svolgono conversazioni pubbliche tra più di un miliardo di persone. Twitter ha avuto l’opportunità di crearla ma non c’è mai davvero riuscita. Noi speriamo di farcela».


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