Quali norme regolano la successione ereditaria del fenomeno odierno Non-Fungible Token?
Si sa, il digitale diventa giorno per giorno sempre più dominante nelle nostre vite, tanto da andare a sostituire alcuni oggetti o servizi in passato più concreti. Così, come si sta affiancando alle banconote il denaro digitale o ai documenti burocratici i form online, anche nel mondo dell’arte da tempo ci si sta interessando ai contenuti digitali. In particolare, il fenomeno degli NFT è sempre più nella bocca di tutti. A tal proposito, si tratta di beni digitali a contenuto patrimoniale? E quali norme ne regolano quindi la successione ereditaria?
NFT: beni digitali a contenuto patrimoniale? ecco le norme del mondo dell’arte
Grazie al progresso, alle conseguenti creazioni elettroniche con prestazioni eccezionali, così come a nuove tecnologie, sempre più persone si affacciano a servizi differenti. Ad esempio, i collezionisti inseguono i Bitmonds, collezionabili digitali che appaiono come diamanti colorati in 3D. Oppure, investitori di tutto il mondo comprano e vendono da tempo le criptovalute, denaro digitale che esiste generalmente nella blockchain.
Ora, in ambito artistico è sempre più in voga il fenomeno dei Non-Fungible Token (NFT), ossia opere completamente digitali. Queste sono vendibili, acquistabili e visibili in gallerie d’arte, come il Dynamic Art Museum (DART) che attualmente ospita la Mostra 2121 sulla Crypto art.
Di conseguenza, il patrimonio di ciascuno di noi si compone di nuovi beni, di estremo valore personale, culturale e patrimoniale. Ovvero, i beni digitali, che vanno a integrare l’eredità digitale.
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Legge sul diritto d’autore e beni digitali: contenuto patrimoniale e personale
A questo punto, per comprendere il fenomeno della successione digitale nella sua complessità occorre fare un primo passo nel distinguere tra:
- Beni digitali a contenuto personale: si valutano solo nel caso in cui rispondano a interessi familiari, affettivi o sociali. Ad esempio, email o fotografie di famiglia, scritti personali o referti sanitari, e così via;
- Beni digitali a contenuto patrimoniale: si annoverano i beni dal valore economico intrinseco. Ossia, le criptovalute, le fotografie digitali d’autore, le progettazioni di architettura, gli scritti di un autore, i collezionabili virtuali.
In particolare, i beni che riguardano l’ultima categoria rientrano tra le opere creative dell’ingegno soggette alla Legge n. 633/41 sul diritto d’autore.
Dunque, cosa non è ad esempio un bene digitale seppur appartenendo in qualche modo a quest’ambito? Un account, nonostante si possa usare per acquistare opere d’arte non si annovera come bene digitale. Infatti, è una semplice relazione contrattuale tra il fornitore del servizio online e l’utente.
A tal proposito, gli account di cloud storage si utilizzano da artisti e da collezionisti di opere d’arte digitale. Tuttavia, anche gli account possono avere un valore patrimoniale (artistico e culturale) che deriva dal loro contenuto.
Eredità digitale: quanto è importante la trasmissione delle credenziali
Ora, notiamo che la prima ordinanza in merito all’eredità digitale risale al 9 febbraio 2021 ed è del Tribunale di Milano. È molto importante prestarle attenzione in vista della trasmissione delle credenziali di accesso per ottenere il possesso del patrimonio ereditario. Tali credenziali si trasmetteranno a:
- Device;
- Singoli file;
- Wallet hardware;
- Account cloud cifrati.
Dunque, per capire l’importanza della consapevolezza di questa trasmissione si pensi anche solo allo scenario seguente. Se un artista o collezionista non pianifica nel modo giusto la consegna della password personale agli eredi il suo patrimonio artistico si perderà per sempre.
Nel caso particolare di una trasmissione senza testamento, si dovranno prima di tutto rinvenire i supporti fisici del defunto. Qui, è dove saranno memorizzate opere d’arte e collezioni private, così come altri beni digitali. Se tali beni saranno protetti da password si dovrà ricorrere all’aiuto di un informatico forense. Dunque, si dovrà forzare l’accesso con tecniche simili a quelle della polizia giudiziaria.
Invece, per quanto riguarda gli account che contengano opere d’arte si potranno richiedere i dati ai singoli fornitori come da ex art. 2 terdecies del d.lgs. 196/2003.
Infine, il procedimento per il recupero degli NFT è più complicato. Difatti, il defunto possedeva un wallet privato (hardware o software) il recupero degli NFT potrebbe rivelarsi impossibile. Effettivamente, la crittografia della chiave di accesso è spesso insuperabile anche attraverso l’informatica forense.
Come garantire la trasmissione del patrimonio artistico digitale degli NFT
Dunque, come si può agire nel modo migliore per assicurarsi la trasmissione del patrimonio digitale?
Una soluzione potrebbe essere quella dell’esecutore testamentario, ossia un soggetto che già custodisce delle credenziali di accesso. Tuttavia, anch’esso non si esenta dal rischio. Infatti, l’esecutore potrebbe non accettare l’incarico, rendendo inattuabile le volontà del defunto.
Ne si rileva che non esiste nel nostro ordinamento uno strumento specifico. E dunque, una soluzione si deve rinvenire nel mandato post mortem exequendum. Ovvero, un contratto in forza del quale un professionista di fiducia (il mandatario) che l’artista o collezionista nomina, si obbliga, nei confronti di questi, a consegnare le password. E lo farà solo a morte avvenuta e a un determinato soggetto.
Tuttavia, si tratta di un contratto idoneo a incidere sull’assetto dei rapporti giuridici del de cuius dopo la sua morte. Di conseguenza, per evitarne la nullità, il mandato post mortem exequendum potrà essere utilizzato per garantire il passaggio generazionale delle opere d’arte digitale, delle collezioni e degli NFT (ovvero di beni di valore patrimoniale) solo unitamente al testamento.
Infine, se è vero che “Crypto art is now”, anche il fenomeno dell’eredità digitale si deve affrontare subito. Cosicché si eviti che le opere d’arte digitali di artisti prematuramente scomparsi si perdano inaspettatamente per sempre.
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