Redazione 16 Dicembre 2024

L’intelligenza artificiale raddoppia, ma l’Italia è impreparata

La domanda di professionisti specializzati nell’intelligenza artificiale (IA) generativa sta raddoppiando, ma la scarsità di competenze specifiche, sia tecniche che trasversali, continua a rappresentare una delle sfide più grandi. Un recente studio condotto in collaborazione tra Gi Group Holding e Microsoft Italia evidenzia che le offerte di lavoro nel campo dell’IA generativa sono aumentate significativamente, con un incremento del 250% rispetto all’anno precedente.

Nel panorama emergente, nuove figure professionali stanno prendendo piede, come gli “AI Model & Prompt Engineers”, che si occupano di perfezionare i prompt utilizzati per interagire con i modelli linguistici avanzati, e i “Data Curators & Trainers”, responsabili della qualità e integrità dei dati. Tuttavia, sebbene la domanda stia crescendo, il numero di professionisti qualificati non riesce a tenere il passo con questa evoluzione rapida.

In Italia, sebbene ci sia un grande potenziale per l’adozione dell’IA, il Paese è ancora indietro rispetto ad altri in termini di investimenti in startup e scale-up legate a questa tecnologia. Le università italiane sono scarsamente presenti nei ranking mondiali e solo una piccola percentuale di infrastrutture per data center sono localizzate nel nostro territorio. La mancanza di competenze specifiche e la lentezza nell’adottare soluzioni su larga scala pongono l’Italia in una posizione di svantaggio, nonostante il potenziale di crescita economica che l’IA potrebbe generare.

Il futuro del lavoro in Italia potrebbe quindi essere segnato da una crescente domanda di competenze nell’IA generativa, ma è fondamentale che vengano sviluppate nuove iniziative educative e di formazione per rispondere a questa sfida.


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