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Lettera aperta dei magistrati contro i test psicoattitudinali

Una lettera aperta da parte di 108 toghe, rivolta ai componenti del Consiglio superiore della magistratura, laici e togati, «affinché, nell’esercizio delle loro prerogative ordinamentali, esprimano, a tutela del prestigio e del valore costituzionale dell’indipendenza dell’Ordine giudiziario, un motivato e deciso parere contrario» rispetto all’approvazione dello schema di decreto attuativo inerente ai test psicoattitudinali.

Il Presidente della Repubblica ha già firmato il decreto, che ora attende soltanto di essere pubblicato in GU. Il 27 marzo, il Csm ha deciso di aprire una pratica con oggetto la disamina dell’introduzione «della verifica dell’idoneità psicoattitudinale di coloro che abbiano superato le prove scritte e orali del concorso in magistratura; verifica non contemplata nello schema di decreto legislativo e sulla quale, quindi, il Csm non ha avuto modo di esprimersi».

Della richiesta se ne occuperà la Sesta commissione, e valuterà «se e in che misura il Consiglio potrà fare valere le sue attribuzioni in materia almeno di proposta di modifica legislativa».

Leggiamo nella lettera: «Si è al cospetto di un progetto di riforma, di cui non si comprende la necessità nell’attuale contesto normativo, che, lungi dal realizzare un efficace metodo di verifica dell’idoneità dei futuri magistrati, si prospetta come inutile, dannoso, incoerente, insidioso, pericoloso, preoccupante, offensivo».

«L’equilibrio dei magistrati si misura sul campo, […] e non certo alla vigilia della loro assunzione». Oltre a ciò, vengono appesantite le procedure concorsuali, e la riforma entra in contraddizione con alcuni «progetti governativi di introduzione di procedure semplificate di selezione, dichiaratamente finalizzate a fronteggiare la drammatica scopertura di organico».

«Si inserisce all’esito del positivo superamento di difficilissime prove tecniche, al culmine di un lungo e defatigante percorso di studio, in una fase di delicatissima tensione alla massima potenza delle capacità di resistenza fisica, psicologica e caratteriale del candidato, con esiti di cui sarà senz’altro prevedibile la sistematica contestazione, dinanzi al giudice amministrativo, per la volatilità dei criteri di valutazione di una prova dissonante, rispetto alla già sperimentata abilità tecnica dell’aspirante magistrato».

Non soltanto i magistrati che hanno sottoscritto la lettera manifestano «sin da ora la nostra disponibilità ad intraprendere le più efficaci iniziative di mobilitazione, ivi compreso lo sciopero a oltranza, al fine di dare la giusta risonanza, anche nella Società Civile, alle nostre preoccupazioni, come sopra argomentate».

La magistratura indipendente, per il momento, non ha ancora preso una decisione. Starebbe prendendo piede la strada dell’affidare a costituzionalisti e giuristi l’analisi del come è stata modificata e approvata tale norma.


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