Dal prossimo 6 luglio, avere una PEC sarà (quasi) obbligatorio. Almeno, se si vogliono ricevere multe, accertamenti, rimborsi fiscali, detrazioni fiscali, cartelle esattoriali e altre comunicazioni della PA di una certa importanza.
Si tratta di un passo fondamentale per abbandonare la vecchia raccomandata e per velocizzare e snellire la comunicazione con il cittadino attraverso Inad, l’indice nazionale dei domicili digitali, nel quale gli utenti possono registrare il proprio indirizzo PEC al fine di ricevere le comunicazioni ufficiali della Pa.
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La PEC è un servizio di posta che permette la ricezione delle comunicazioni digitali, e in Italia è molto importante al fine di garantire uno scambio sicuro di mail e di documenti, poiché fornisce la prova della ricezione e dell’invio di un messaggio.
Ogni messaggio è dotato di firma digitale e di un certificato che ne garantisce l’autenticità. La manovra mira a semplificare il dialogo tra l’amministrazione e i cittadini, interrotto spesso da mancate consegne e lunghe attese.
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Si tratta, comunque, di un processo graduale. Fino al prossimo 30 novembre, i cittadini meno digitalizzati potranno ricevere gli atti della PA anche in forma cartacea, che si tratti di raccomandate, multe o avvisi.
Con un emendamento al decreto PA viene stabilito che «al fine di garantire la piena inclusione dei soggetti in divario digitale, fino al 30 novembre 2023, il gestore della piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione invia al destinatario sprovvisto di domicilio digitale che non abbia già perfezionato la notifica tramite accesso alla piattaforma l’avviso di avvenuta ricezione in formato cartaceo».
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Dal 6 giugno è nato l’Inad, l’indice nazionale dei domicili digitali, in cui i cittadini possono registrare un indirizzo PEC utile per ricevere le comunicazioni ufficiali da parte della PA. È un recapito digitale utile per poter ricevere delle informazioni, da parte della PA, con valenza legale.
Tutte le comunicazioni verranno notificate in tempo reale. I cittadini avranno a disposizione tutta la documentazione in un unico luogo digitale. Chiunque avrà la possibilità di consultare il registro dall’area pubblica del sito, andando ad inserire il CF della persona.
Per poter eleggere il proprio domicilio digitale, basterà accedere al portale apposito e registrarsi con SPID, CIE o CNS. Dopo aver effettuato la registrazione, il sistema richiederà l’inserimento della propria PEC per registrarla come domicilio digitale.
Oltre a Inad, le PA si potranno appoggiare alla Piattaforma Notifiche Digitali, l’infrastruttura gestita da PagoPA, che permettere di inviare comunicazioni a valore legale verso i cittadini, con l’intenzione di sfruttare le opportunità del digitale per migliorare le comunicazioni legali da parte degli enti.
Quello che dovranno fare i mittenti sarà soltanto il deposito dell’atto da notificare ai cittadini: sarà la Piattaforma, poi, ad occuparsi dell’invio, che sia digitale o analogico.
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