Roma, 14 aprile 2025 – Claudia Ratti, segretario generale di Confintesa Funzione Pubblica, esprime profonda preoccupazione per le indiscrezioni che vedrebbero Gaetano Campo, Capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria (Dog), prossimo a lasciare il Ministero della Giustizia. “Ci auguriamo che siano voci prive di fondamento”, dichiara Ratti, “Il lavoro da fare è ancora enorme, e perdere una figura come Campo, punto di riferimento per il personale, sarebbe un duro colpo per un Dipartimento già indietro di decenni. Campo deve essere dotato di mezzi e strumenti seri per lavorare, non lasciato solo a gestire un sistema al collasso.”
Il Dog, responsabile dei servizi giudiziari e della gestione del personale amministrativo, è paralizzato da anni di immobilismo. Ratti punta il dito contro le responsabilità politiche: “La politica ha fallito, lasciando il Dipartimento senza risorse essenziali. Il personale lavora con un Contratto Collettivo fermo al 2010 e senza fondi veri per valorizzare chi manda avanti la giustizia ogni giorno. Si gioca al gioco dell’oca sulla pelle dei lavoratori, mentre i cittadini si lamentano, a ragione, dei tempi biblici della giustizia, che non migliorano.”
La situazione è aggravata da un fenomeno preoccupante: la fuga dal Ministero della Giustizia, che coinvolge vertici e personale. Recentemente, Luigi Birritteri, capo del Dipartimento degli Affari di Giustizia (Dag), ha chiesto di rientrare in ruolo, e voci insistenti suggeriscono che Campo possa seguire lo stesso percorso. “Tutti scappano, dai capi dei Dipartimenti ai dipendenti, e il Ministro Nordio lo sa bene”, afferma Ratti. “Non è un caso che ogni anno venga inserita una norma ad hoc per impedire al personale del Dog di transitare in altre amministrazioni pubbliche. Questa misura, giustificata come necessaria per garantire continuità, è in realtà un’ammissione di debolezza: il Ministero non è competitivo, non offre condizioni di lavoro attrattive né prospettive di crescita. Si trattiene il personale con vincoli normativi anziché con incentivi, riconoscimenti o un’organizzazione efficiente. Se tutti vanno via, dal vertice alla base, il Ministro e il suo staff dovrebbero farsi una domanda e dare risposte concrete, non nascondersi dietro palliativi.”
Confintesa FP propone soluzioni chiare. In cima alla lista, Ratti chiede la revisione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), con un’area di Elevata Professionalità (EP) che preveda numeri ben superiori agli attuali, per valorizzare le competenze interne. Ugualmente urgente è la stabilizzazione di tutto il personale a tempo determinato, un obiettivo che richiede finanziamenti cospicui, mai stanziati. “Ignorare queste esigenze strutturali è inaccettabile”, sottolinea.
Inoltre, Confintesa FP ha presentato un progetto concreto, realizzabile con un minimo di volontà politica, per riorganizzare tutto il personale, riconoscendo e premiando tutte le professionalità interne. “Abbiamo talenti dentro il Dipartimento che meritano rispetto, opportunità e incentivi economici. È ora di investire su chi conosce il sistema, non di sprecare risorse altrove”, aggiunge Ratti.
Le critiche a Nordio e al suo staff sono severe: “La loro gestione ha mostrato incapacità, dilapidando fondi in consulenze esterne e scelte che hanno generato solo tensioni. Dovrebbero essere loro a mettersi in discussione, non una figura come Campo, che ha bisogno di supporto concreto per guidare il Dog.”
Ratti conclude con un appello: “Il Dog ha bisogno di stabilità, risorse e una visione chiara. Speriamo che Campo resti e venga messo nelle condizioni di lavorare davvero. Ma la politica deve smettere di penalizzare lavoratori e cittadini e iniziare ad ascoltare chi propone soluzioni.”
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