17 Marzo 2025 - Avvocatura

Giudice di pace, Nesta (COA Roma): “Soluzioni per carenze d’organico e disfunzioni informatiche”

"Da lungo tempo - spiega il presidente COA Roma Paolo Nesta - denunciamo una situazione gravissima: alle evidenti carenze della pianta organica della magistratura e del personale amministrativo, si sono aggiunte le criticità del sistema informatico che l'Ordine di Roma ha segnalato per primo e che hanno spinto saggiamente i dirigenti degli uffici a rinviare…

Il Ministero della Giustizia ha deciso di posticipare al 30 giugno 2026 l’entrata in vigore delle nuove competenze dei Giudici di Pace. “La proroga, ampiamente caldeggiata dall’Ordine degli Avvocati di Roma, è la doverosa presa d’atto delle gravissime carenze del Sistema Giustizia da tempo denunciata dagli Avvocati non solo della Capitale ma di molti Ordini d’Italia e dall’Organismo Forense”.

Così il Presidente del COA Roma, Paolo Nesta, nel commentare la decisione del Ministero di Via Arenula di rinviare l’entrata in vigore della riforma della magistratura onoraria.

“Da lungo tempo – prosegue il Presidente Nesta – denunciamo una situazione gravissima: alle evidenti carenze della pianta organica della magistratura e del personale amministrativo, si sono aggiunte le criticità del sistema informatico che l’Ordine di Roma ha segnalato per primo e che hanno spinto saggiamente i dirigenti degli uffici a rinviare sine die l’entrata in vigore del processo penale telematico in via esclusiva”.

Ora la decisione di posticipare l’entrata in vigore della riforma delle competenze del giudice di pace.

“Una decisione che accogliamo con favore ma che naturalmente non rappresenta la cura, ma un sintomo della malattia – spiega Paolo Nesta – ragione per la quale ci permettiamo di suggerire di non sprecare questa dilazione di quindici mesi, ma di sfruttarla appieno. Se non risolvendo, quanto meno gettando le basi per risolvere i molti mali che affliggono la Giustizia italiana”.

“Se ci è permesso di usare un paragone tratto dalla scienza medica – conclude il Presidente – è doveroso concedere qualche giorno di riposo al paziente, ma si spera che intanto il medico prescriva anche le cure necessarie. Altrimenti il 30 giugno del 2026 ci troveremo nella identica situazione di oggi”.


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