La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16994 del 2024, ha fatto chiarezza sulle conseguenze di produrre documenti falsi o rilasciare dichiarazioni mendaci al momento dell’assunzione nel pubblico impiego.
Decadenza e nullità del contratto per requisiti mancanti
Secondo la Corte, se le false dichiarazioni o la documentazione fasulla riguardano un requisito essenziale per l’assunzione, che se veritiero avrebbe impedito l’inserimento in servizio, questo comporta la decadenza del dipendente dal pubblico impiego e la nullità del contratto di lavoro.
Licenziamento disciplinare per altre false dichiarazioni
Invece, per le falsità che non incidono su requisiti essenziali, la sanzione non è automatica. In questi casi, il datore di lavoro può comunque procedere al licenziamento disciplinare del dipendente, ma deve seguire un apposito procedimento e la sanzione deve essere proporzionata alla gravità del comportamento. La Corte stabilisce che il giudice, nel valutare la proporzionalità del licenziamento, deve tenere conto di tutte le circostanze del caso concreto.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Udienze in remoto: le disposizioni del Ministero della Giustizia
Alla luce dell’emergenza coronavirus, anche le attività giudiziarie devono adeguarsi e favorire il contenimento e la gestione dell’epidemia. Pertanto si chiede di favorire le udienze…
Obbligo vaccinale, è possibile fare ricorso?
Come fare ricorso per la sanzione dovuta all’obbligo vaccinale over 50? Col decreto legge n. 1 del 7 gennaio 2022 l’obbligo vaccinale si estende non più solo al…
Negli Stati Uniti comincia il processo contro Google
Negli Stati Uniti comincia il processo contro Google; la big tech, infatti, è stata accusata dal governo USA di abuso di posizione dominante per quanto…