Nel cuore della sfida per la digitalizzazione del Paese, il governo italiano guarda a Elon Musk e alla tecnologia satellitare di Starlink per colmare i ritardi del PNRR. Alessio Butti, sottosegretario alla Transizione digitale, ha dichiarato: “Rischiamo di non raggiungere l’obiettivo fissato, perché non riusciamo a portare la banda larga terrestre in tutte le zone del Paese”. La soluzione? I mini satelliti di Starlink, capaci di coprire il territorio italiano in soli 6-9 mesi, superando gli ostacoli morfologici del Paese.
Tuttavia, la scelta non è priva di polemiche. Mentre Starlink lancia un’aggressiva campagna pubblicitaria per i consumatori italiani, emergono dubbi sulla sicurezza dei dati, il rispetto delle regole di concorrenza e le implicazioni strategiche. Padre Paolo Benanti, consulente del governo per l’Intelligenza artificiale, avverte: “Stiamo affidando infrastrutture critiche a un imprenditore con interessi globali e un chiaro peso politico”.
La corsa contro il tempo del governo
Con il PNRR sotto pressione, il governo italiano rischia di non rispettare i termini per la copertura nazionale con banda larga. Le zone “bianche” e “grigie”, spesso remote e inaccessibili, sono rimaste escluse dai progetti di connettività terrestre. La tecnologia satellitare sembra l’unica opzione praticabile in tempi brevi.
Tuttavia, il piano non è esente da rischi: Starlink, pur essendo tecnologicamente avanzata, opera in Italia grazie a concessioni basate su normative vecchie di quasi un decennio. E mentre Musk si espande nel nostro mercato, aumentano le preoccupazioni sulla concentrazione di potere nelle mani di un attore già influente in campo politico ed economico.
Le domande senza risposta
Il dibattito non è solo tecnologico, ma anche strategico. L’Europa sta sviluppando una propria rete di satelliti a bassa orbita, con l’Italia coinvolta attraverso Telespazio. Affidare la connettività a un attore esterno come Musk potrebbe compromettere il progetto europeo e la sovranità digitale del Paese.
Inoltre, il governo italiano ha recentemente ceduto l’80% di TIM al fondo americano KKR, competitor diretto di Starlink. Aumenta quindi il rischio di dipendenza da attori stranieri in settori critici come telecomunicazioni e sicurezza dei dati.
Le preoccupazioni degli esperti
“Qualunque tecnologia è benvenuta purché ci siano regole uguali per tutti,” afferma Pietro Labriola, AD di TIM, sottolineando come le aziende italiane debbano rispettare obblighi di sicurezza e customer care che non si applicano a Starlink.
Padre Benanti aggiunge una prospettiva etica e politica: “Elon Musk rappresenta una fusione tra capitale tecnologico e potere politico. Con il controllo di piattaforme come X (ex Twitter), può influenzare direttamente opinioni e politiche. Affidargli le nostre infrastrutture digitali significa cedere parte della nostra sovranità.”
Opportunità o minaccia?
La scelta di coinvolgere Starlink nel PNRR italiano può sembrare una soluzione rapida ai ritardi, ma solleva interrogativi sul futuro della sovranità digitale del Paese e sulla sicurezza delle sue infrastrutture critiche. A chi giova questa operazione? E quali sono i rischi per il nostro sistema-Paese?
Il governo tace, ma il tempo stringe: il PNRR non aspetta, e con esso neanche le sfide della transizione digitale.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Stato d’emergenza e giustizia, la lettera al Min. Cartabia
Il Primo Presidente della Corte di Cassazione, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione e il Presidente del CNF hanno inviato una lettera congiunta al…
Corte di Giustizia Unione Europea: l’ex tutore deve restituire tutti i dati
Il tutore cessato dall'incarico è, ai fini privacy, un titolare del trattamento. In quanto tale deve rendere al tutelato tutte le carte che contengono dati.…
Decreto sostegni: Enti locali e regioni
Fondi per oltre 1 miliardo a sostegno di Enti locali e regioni L’aumento dei Fondi agli enti locali e alle Regioni è una delle misure…