Il primo giorno utile dopo le festività dell’applicativo ministeriale per la digitalizzazione del processo penale, obbligatorio dal 1° gennaio per tutti i tribunali italiani, si trasforma in un disastro organizzativo: i documenti non possono essere depositati in forma cartacea, ma l’app, quando non è bloccata, funziona a rilento. La connessione è insufficiente e, in alcuni casi, mancano persino i cavi per collegare i computer.
Tribunali nel caos: rinvii e attese interminabili
Gli avvocati raccontano di continui spostamenti tra le aule per problemi tecnici, mentre testimoni e legali abbandonano le sedi giudiziarie dopo mezza giornata di attesa.
I giudici, senza direttive chiare, si chiedono come proseguire: “Rinviamo tutti i processi?” è la domanda ricorrente. E non sono pochi: a Roma, si tratta di decine di udienze, tra dibattimentali e preliminari, bloccate per ore. La resa arriva verso l’ora di pranzo: il tribunale autorizza nuovamente il deposito in forma analogica.
In una nota ufficiale, la presidenza del Tribunale di Roma elenca i problemi riscontrati: rallentamenti, blocchi, fascicoli digitali invisibili e atti che risultano “pervenuti” ma che non possono essere aperti. Nulla è cambiato rispetto alle criticità segnalate già a giugno 2024 e ribadite in una relazione dello scorso dicembre.
Anche le procure in difficoltà, ma la Cassazione salva la carta
La situazione non è migliore in procura: magistrati e pm si trovano di fronte a continui errori nell’apertura dell’applicativo. Alcuni documenti, depositati settimane prima, risultano impossibili da scaricare, alimentando il timore che atti rilevanti non vengano esaminati.
A peggiorare il quadro, anche il caricamento dei documenti da parte dei pm è un’impresa. Il rischio? Valanghe di richieste di inammissibilità da parte della difesa.
Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione del 5 novembre ha stabilito che il mancato deposito telematico non è causa di nullità. Nel caso di malfunzionamenti, i documenti depositati in forma cartacea rimangono validi. Una decisione che offre un margine di respiro, ma che sottolinea il fallimento di un sistema presentato come innovativo.
Digitalizzazione: il sogno che torna al passato
La promessa della digitalizzazione del processo penale si scontra con la realtà: server inadeguati, reti instabili e applicazioni non all’altezza bloccano il funzionamento della giustizia. A pochi giorni dall’introduzione obbligatoria del sistema telematico, i tribunali italiani sembrano fare un passo indietro.
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