Digitalizzazione dei cantieri: un’idea di una startup under 30

Chiara, Giulio e Marco sono un trio ben assortito. Hanno tra i 28 e i 29 anni, e rappresentano la nuova generazione di imprenditori che non teme di cambiare i settori economici, ancora poco propensi all’innovazione.

Chiara Maresca parla molto, Giulio Santabarbara è predisposto all’ascolto e Marco Apollonia ha già lavorato in 3 startup. myAedes è nata nel 2019, con lo scopo di digitalizzare la reportistica dei cantieri. L’anno scorso ha avuto un grosso riconoscimento, ovvero un investimento da 585mila euro, al quale ha partecipato anche Cdp Venture Capital, società nota come Fondo Nazionale Innovazione.

La formazione del trio

Giulio e Marco sono due ingegneri elettronici. Nel 2017 hanno deciso di partecipare ad un hackathon a tema settore edile, organizzato dal Comune di Benevento. I due volevano semplicemente «trascorrere un weekend diverso», e per questo si sono rivolti a Giulia, che studiava ingegneria edile.

«Io avevo appena fatto l’esame sulla gestione dei cantieri e ogni tanto facevo anche l’assistente di direzione lavori», dice Giulia, «visto che mio padre ha una società di progettazione e sicurezza sul lavoro: il mio compito era trascrivere una marea di dati».

Proprio da qui è nata l’idea di creare un software in grado di gestire i cantieri, attraverso una semplice app da utilizzare sullo smartphone.

Spiega Marco: «In cantiere c’è un ingegnere, un direttore dei lavori che fa le veci del committente, assumendosi la responsabilità tecnica di quel che si fa e accade. Noi ci rivolgiamo a questa figura e al coordinatore della sicurezza, che devono tenere il diario dei lavori e controllare che vengano applicate tutte le norme del settore, spesso disattese».

Il professionista di solito prende appunti, oppure riempie dei moduli cartacei. Quando ritorna in ufficio, ci mette ore per trasferire informazioni e dati sul pc, oppure delega il compito direttamente ad un collaboratore. Con myAedes, si può fare direttamente tutto con lo smartphone, anche mentre si è in cantiere, aggiungendo, talvolta, le foto necessarie.

Il trio ha, ovviamente, vinto l’hackathon. Ricorda Chiara: «Ci ha acceso la luce lo studio del mercato, dei competitor, la definizione di un cliente target. Cominciavamo a capire che non sarebbe stato male coltivare il progetto».

Dopo aver finito la triennale, i tre hanno cominciato a lavorare, mentre cominciava il giro delle startup competition. Per Marco «in quell’anno e mezzo abbiamo capito come poter diventare imprenditori».

La svolta è arrivata nel 2019, grazie all’ingresso nel programma LVenture Group: «Siamo stati selezionati su oltre 400 candidati, il team più giovane mai entrato, anche se non avevamo venduto ancora nulla. Hanno creduto in noi».

Per conquistarsi il posto, tuttavia, serviva almeno un cliente. I tre avevano «fatto un po’ di promozione online e ci ha chiamato un geometra di Genova che faceva il coordinatore della sicurezza: ci ha chiesto il modello che serviva a lui che non trovava sull’app».

Questo perché non c’era, dato che il trio aveva pensato soltanto al direttore dei lavori. «Giulio si è chiuso per due giorni e ha fatto lo sviluppo. I geometri Baldoni e Tasso di Genova sono stati tra i nostri primi clienti e lo sono ancora».

Un po’ di numeri

Oggi, i clienti di myAedes, in Italia, sono oltre 500. Il successo della startup è presto dimostrato dai documenti caricati, dai verbali di sicurezza e sopralluogo al giornale dei lavori: 3.000 alla fine di giugno, mentre ora ce ne sono 300mila.

Dunque, l’app viene utilizzata sempre di più. Continua Marco: «Quello che colpisce è che il nostro prodotto può servire al singolo professionista come alla grande impresa, un cantiere va gestito allo stesso modo. Rispondiamo all’esigenza di chi fino ad oggi ha lavorato sulla carta e vuole essere più efficiente, più rispettoso delle norme e più trasparente grazie al digitale».

La situazione in Italia

In Italia, il mercato delle costruzioni è molto frammentato. Per l’Ance, l’associazione di categoria, esistono meno di 500mila imprese, e soltanto 497 superano 20 milioni di euro di fatturato annuo. «Il profitto medio di un cantiere è molto basso, quindi è difficile permettersi i rischi dell’innovazione».

«A questo mercato devi proporre un ritorno immediato, qualcosa che permetta al cliente di far risparmiare subito, riducendo costi e ritardi». Questo può essere fatto soltanto con l’innovazione.

In questo campo, la digitalizzazione del settore dell’immobiliare e delle costruzioni prende il nome di proptech. E’ un settore in forte crescita anche nel nostro paese, anche se ci posizioniamo dietro Germania, Francia e Inghilterra. Nel 2018 esistevano 43 startup, e nel 2022 hanno subito un aumento del 33%.

Il maggior sviluppo si vede nel contech, ossia nel campo delle tecnologie delle costruzioni. Proprio dove si trova myAedes.

Digitalizzazioni complicate

«Adesso sono quasi un mezzo maratoneta», dice Marco, che corre sempre di più, poiché deve guidare tutto il team, fatto da sei persone, che lavorano da remoto, in direzione della scena internazionale.

Infatti, da un po’ di tempo myAedes è «in Germania e Spagna dove abbiamo già clienti con lo stesso prodotto, tradotto e senza alcun adattamento alle esigenze locali. C’è quindi grande possibilità di sviluppo. E poi dobbiamo lavorare per acquisire clienti più grandi, imprese che possono poi portare il digitale a tutti i subappaltatori».

La concorrenza sembra essere soltanto «internazionale, con prodotti complessi pensati per le grandi aziende. Nessuno ha pensato ai professionisti. Purtroppo in Italia siamo soli e questo non aiuta perché, se devi portare la cultura del digitale in un settore e sei solo, fai più fatica».

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