28 Maggio 2025 - Attualità

Decreto Sicurezza, arrivano 14 nuovi reati: stretta su dissenso, occupazioni e cannabis light

La Camera approva la fiducia tra tensioni e accuse: pene più severe per manifestanti, stop alla cannabis light e nuove misure per l'ordine pubblico

Roma — È stata una giornata di alta tensione a Montecitorio, dove il governo ha incassato la fiducia sul controverso decreto sicurezza. Approvato con 201 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astenuti, il provvedimento introduce ben 14 nuovi reati e inasprisce le pene per diverse condotte, soprattutto quelle legate a manifestazioni di dissenso e proteste sociali.

Nel mirino della norma anche la cosiddetta “resistenza passiva”, la modalità di protesta non violenta usata dai detenuti o dagli attivisti durante le manifestazioni. Una stretta che ha subito scatenato le opposizioni, che l’hanno ribattezzata “norma anti-Gandhi”. Il centrosinistra ha denunciato un vero e proprio attacco alle libertà civili, mentre il Movimento 5 Stelle ha parlato di “Stato repressivo” in risposta al crescente malcontento sociale.

A far discutere anche la misura che criminalizza le azioni di protesta contro opere pubbliche strategiche, come i movimenti No-Tav e No-Ponte. Gli eco-attivisti rischiano fino a un anno e mezzo di carcere e multe salate per il semplice imbrattamento di beni pubblici o per aver ostacolato i lavori.

Ma il nodo più spinoso è quello legato alla cannabis light. Nonostante il comparto conti oltre 3.000 aziende, 30.000 addetti e un giro d’affari stimato in mezzo miliardo di euro l’anno, la maggioranza ha deciso di vietarne coltivazione e vendita. Un colpo duro per il settore, che si è visto cancellare dalla sera alla mattina un prodotto legale, privo di effetti stupefacenti e considerato meno pericoloso del tabacco. Forza Italia, pur esprimendo forti perplessità, ha dovuto accettare la linea dura imposta da Fratelli d’Italia e dalla Lega.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano è stato irremovibile nel difendere la stretta, lasciando i forzisti a digerire una norma che considerano inutile e dannosa. “Non capiamo ancora il perché di questa decisione”, hanno ammesso alcuni parlamentari azzurri a margine del voto.

Il decreto, che passerà ora al Senato per l’approvazione definitiva, prevede inoltre pene più severe per chi occupa immobili, fino a due anni e mezzo di carcere, e introduce le body cam per le forze dell’ordine, pur lasciandone facoltativo l’utilizzo. E proprio la Lega ha strappato l’ok anche a un ordine del giorno sulla castrazione chimica per chi commette reati sessuali, tra le proteste dell’opposizione che ha definito il provvedimento “medievale”.

La tensione non accenna a diminuire. Le opposizioni hanno annunciato nuove manifestazioni di piazza per sabato, accusando il governo Meloni di voler imbavagliare il dissenso e ridurre gli spazi di libertà. “Così si tenta di mettere un tappo al malcontento sociale crescente”, ha denunciato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.


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