Giustizia: elezioni Consigli giudiziari differita ad aprile 2025

Roma, 29 novembre 2024 – Il CDM ha appena approvato un decreto-legge recante “Misure urgenti in materia di giustizia”.

Tra le disposizioni approvate vi é quella che proroga il termine per le elezioni dei  Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione. Pertanto le elezioni previste per l’anno 2024 sono differite al mese di aprile 2025.


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Giustizia di prossimità a rischio: bocciato emendamento per nuovi giudici di pace

Del Noce (Unione Camere Civili): “La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente a partire da ottobre 2025, quando entrerà in vigore l’ampliamento della competenza dei…

Giudici di Pace e compensi degli avvocati: l’appello dell’UNCC

L’Unione Nazionale delle Camere Civili, per voce del suo Presidente Alberto Del Noce (in foto), ha lanciato un allarme sulla sostenibilità economica della professione forense a seguito delle recenti modifiche normative che hanno ampliato le competenze per valore delle cause trattate dai Giudici di Pace. In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Francesco Greco, viene evidenziata l’urgenza di un adeguamento dei parametri relativi ai compensi degli avvocati.

Secondo Del Noce, i parametri attualmente in vigore, aggiornati con il D.M. 147/2022, risultano già oggi insufficienti a remunerare in maniera adeguata il lavoro professionale svolto. La situazione rischia di peggiorare ulteriormente con l’ulteriore estensione delle competenze dei Giudici di Pace, prevista per ottobre 2025.

La disparità dei compensi
Un esempio concreto citato nella lettera mostra la disparità di trattamento tra cause di pari valore economico: per una controversia da 8.000 euro, il compenso minimo per l’intero procedimento davanti al Tribunale ammonta a 2.540 euro, mentre lo stesso procedimento davanti al Giudice di Pace vale appena 1.046 euro, meno della metà.

Tre priorità per l’azione del CNF
L’Unione ha individuato tre punti chiave su cui è urgente intervenire:

  1. Adeguamento dei compensi: proporzionalità tra il lavoro svolto e il compenso liquidabile, adeguata alle mutate competenze dei Giudici di Pace.
  2. Dignità professionale ed equità economica: considerare la crescente complessità delle cause, spesso non rispecchiata dal valore economico.
  3. Accesso alla giustizia per i cittadini: evitare che la minore remuneratività di certe cause le renda poco appetibili per gli avvocati, compromettendo il diritto di difesa.

Una questione di diritto e di qualità del servizio
“Questa richiesta non è un semplice adeguamento formale, ma una necessità concreta per garantire che il sistema di liquidazione dei compensi sia allineato alle attuali esigenze della professione e dei cittadini,” ha dichiarato Del Noce.

L’Unione Nazionale delle Camere Civili si affida al Consiglio Nazionale Forense affinché si faccia promotore di un intervento normativo presso il Ministero della Giustizia, a tutela della professione legale e del diritto di difesa.


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Ritardo nell’applicazione dei nuovi schemi XSD per i depositi telematici presso la Corte Suprema di Cassazione

Il Portale dei Servizi Telematici del Ministero della Giustizia informa che nonostante la comunicazione del 22 novembre 2024, non è stato possibile avviare l’esercizio dei nuovi schemi XSD per i depositi telematici presso la Corte Suprema di Cassazione. Pertanto, la versione precedente degli schemi rimarrà in vigore fino a nuove disposizioni, che saranno tempestivamente comunicate. I depositi telematici effettuati dal 25 novembre 2024, utilizzando la versione 18 degli schemi XSD, saranno elaborati automaticamente una volta completato l’aggiornamento, senza necessità di un nuovo deposito.


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Al via le norme tecniche per i portafogli europei di identità digitale transfrontalieri

Ieri la Commissione europea ha adottato norme per le funzionalità di base e la certificazione dei portafogli europei di identità digitale (eID) nell’ambito del quadro europeo relativo a un’identità digitale. Si tratta di un passo importante verso la costruzione dei propri portafogli da parte degli Stati membri e il loro rilascio entro la fine del 2026.

Quattro regolamenti di esecuzione stabiliscono norme, specifiche e procedure uniformi per le funzionalità tecniche dei portafogli, ad esempio i formati di dati necessari per l’uso transfrontaliero di documenti digitali e le misure per garantire l’affidabilità e la sicurezza dei portafogli. La definizione di norme e specifiche uniformi consentirà a ciascuno Stato membro di sviluppare portafogli in modo interoperabile e accettato in tutta l’UE, proteggendo allo stesso tempo i dati personali e la vita privata. I dati verranno conservati localmente nel portafoglio. Gli utenti avranno il controllo sulle informazioni da condividere e la progettazione dei portafogli non prevede nessun tipo di tracciamento o profilazione. Previsto anche un pannello di controllo della privacy (privacy dashboard), che garantirà la piena trasparenza su come e con chi sono condivise le informazioni provenienti dal portafoglio.

Il quinto regolamento di esecuzione stabilisce specifiche e procedure per creare un quadro solido per la certificazione dei portafogli eID, garantendo che siano sicuri e tutelino la vita privata e i dati personali degli utenti.

I portafogli europei di identità digitale offriranno agli utenti privati e alle imprese un modo universale, affidabile e sicuro per identificarsi quando accedono a servizi pubblici e privati a livello transfrontaliero. Tra gli esempi di modalità di utilizzo dei portafogli digitali figurano l’apertura di un conto bancario, la prova della propria età, il rinnovo delle prescrizioni mediche, il noleggio di un’automobile o la visualizzazione dei biglietti aerei.

I regolamenti di esecuzione saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale a tempo debito ed entreranno in vigore 20 giorni dopo.


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Giustizia, Confintesa FP dice no al CCNI: “Una proposta peggiorativa che dequalifica il personale”

Durante l’incontro di ieri pomeriggio tra i sindacati e la delegazione di parte pubblica per discutere l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) del personale non dirigenziale del Ministero della Giustizia, Confintesa Funzione Pubblica (FP) ha ribadito la propria netta contrarietà alla proposta avanzata.

“No a un contratto che dequalifica il personale”

Il segretario generale di Confintesa FP, Claudia Ratti, ha espresso con fermezza la posizione del sindacato, dichiarando: “Negli ultimi mesi abbiamo visto una proposta che non solo non è mai migliorata, ma è stata addirittura peggiorata, fino a dequalificare il personale. Dopo 14 anni di blocco del Contratto Integrativo, siamo di fronte a un’emergenza che richiede risposte eccezionali: risorse e volontà politica, i grandi assenti di questo processo.”

Ratti ha criticato aspramente l’urgenza addotta dalla parte pubblica per giustificare la firma, definendola “una scusa creata dagli stessi che hanno causato il ritardo delle trattative”. “È inaccettabile che il personale debba pagare il prezzo di riforme a costo zero e piani assunzionali che ignorano i veri bisogni organizzativi,” ha aggiunto.

Le priorità di Confintesa FP

Nel corso della riunione, Confintesa FP ha indicato chiaramente le proprie richieste:

  • Un nuovo PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione) che valorizzi il personale di ruolo, corregga gli inquadramenti errati e stabilizzi i precari, inclusi gli oltre 400 operatori a termine e part-time la cui scadenza è prevista per marzo 2025.
  • La definizione di famiglie professionali che rispettino i posti in pianta organica, garantendo ai precari non solo una stabilizzazione formale, ma anche una reale integrazione nel sistema organizzativo.

Un atto di responsabilità

Ratti ha sottolineato che Confintesa FP ha sempre firmato contratti solo quando li ha ritenuti validi per i lavoratori, senza cedere a pressioni politiche o programmatiche. “Non possiamo accettare un CCNI che lascia fuori i lavoratori e non dà risposte concrete dopo anni di sacrifici. Rifiutare di firmare questa proposta è un atto di responsabilità verso ogni lavoratore e tutti i nostri iscritti,” ha dichiarato.

Il sindacato si dice pronto a firmare quando verrà presentato un progetto organico e completo: “Serve un cambio di passo e un’attenzione reale per chi, da decenni, garantisce il funzionamento del sistema giustizia senza ricevere nulla in cambio.”


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Pari opportunità, Aiga: “Bene emendamento Abruzzo a sostegno delle neo-mamme professioniste. Sia replicato in tutte le regioni”

ROMA. L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) esprime apprezzamento per il significativo risultato ottenuto dal Coordinamento AIGA Abruzzo con l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale abruzzese, dell’emendamento al progetto di legge n. 30 che prevede un contributo specifico a sostegno delle neo-mamme iscritte ad albi professionali che esercitano la libera professione

“Si tratta di un passo fondamentale per garantire pari opportunità”, afferma il presidente nazionale di AIGA, Carlo Foglieni: “Questo importante risultato dimostra l’efficacia di un lavoro sinergico tra le sezioni regionali di AIGA e le istituzioni. È un esempio da seguire in tutte le altre regioni, perché tocca un tema chiave per la professione. La tutela del diritto alla maternità e all’infanzia è centrale per costruire un futuro equo e sostenibile per i professionisti italiani”.

Un traguardo al quale si è arrivati grazie all’impegno del coordinatore regionale di AIGA Abruzzo, Sara Frattura: “Ringrazio l’assessorato regionale alle Politiche Sociali per l’attenzione al tema e la proficua collaborazione”, sottolinea Frattura. “Abbiamo lavorato intensamente al fine di proporre un emendamento pioniere sul tema, che mirasse a ridurre gli ostacoli che spesso impediscono alle professioniste di conciliare maternità e attività professionale, combattendo fenomeni come l’abbandono della professione a seguito della nascita di un figlio”.

“Interventi lungimiranti come questo rappresentano un modello virtuoso che ci auguriamo venga replicato su scala nazionale”, ha aggiunto il Presidente Foglieni. “AIGA Nazionale ribadisce il proprio impegno a sostenere iniziative che favoriscano la parità di genere e rafforzino le tutele per i giovani professionisti, continuando a lavorare affinché misure simili possano essere adottate in tutte le regioni italiane”.


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Offesa alla memoria dei defunti e diritto alla riservatezza: un caso dal Tribunale di Imperia

Con la sentenza n. 682 del 4 novembre 2024, il Tribunale di Imperia ha rigettato le richieste di una donna che, in qualità di discendente di terzo grado di un sopravvissuto al Titanic, aveva intentato causa per tutelare la memoria del bisnonno e la riservatezza familiare, ritenendosi offesa da una biografia romanzata a lui dedicata.

La vicenda

L’attrice contestava la pubblicazione di un libro che, narrando la vita del suo bisnonno, avrebbe travisato fatti storici e biografici, rappresentandolo in maniera negativa e attribuendogli una relazione adulterina con una passeggera del Titanic. La donna denunciava anche l’abuso di fotografie del bisnonno e della nonna, pubblicate senza autorizzazione, oltre alla divulgazione dell’indirizzo di residenza.

La decisione del Tribunale

Il giudice ha respinto la domanda, chiarendo che:

  1. Tutela dell’onore e della reputazione:
    La lesione di tali diritti è possibile solo per persone viventi. Tuttavia, l’offesa alla memoria di un defunto può legittimare i prossimi congiunti a proporre azioni risarcitorie qualora questa leda il loro onore o decoro personale, come già stabilito dalla giurisprudenza.
  2. Genere letterario e verità storica:
    Il Tribunale ha rilevato che l’opera contestata era un romanzo storico e, in quanto tale, non vincolata alla verità storica. L’attribuzione di fatti non veri al defunto, finalizzata a scopi letterari, non configura di per sé un’offesa giuridicamente rilevante.
  3. Diritto alla riservatezza e immagini fotografiche:
    La pubblicazione di immagini senza consenso costituisce una violazione della legge sul diritto d’autore (L. n. 633/1941), ma la lesione del diritto alla riservatezza non comporta automaticamente un risarcimento: il danno deve essere specificamente provato, cosa non avvenuta nel caso in esame.
  4. Finalità lucrativa:
    Il Tribunale ha escluso l’applicabilità delle esimenti previste per scopi didattici o culturali, dato il carattere commerciale dell’opera.

La sentenza sottolinea l’importanza di distinguere tra opera letteraria e cronaca, stabilendo che l’autonomia creativa del romanzo storico può includere elementi di fantasia senza violare diritti individuali, salvo prova contraria. La decisione ribadisce inoltre che la tutela della memoria dei defunti spetta ai prossimi congiunti, ma richiede un danno concreto, non presunto.

Un caso che offre spunti significativi sui confini tra diritto d’autore, libertà artistica e tutela della dignità personale.


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ROMA, 28 novembre – “Sullo sfondo del dibattito sulle riforme che riguardano la magistratura ci sono i problemi reali della giustizia italiana. Le difficoltà a livello di organici e strutture. Problemi che vengono quotidianamente ignorati per dare spazio a temi che in alcun modo impattano sull’efficienza di un sistema che avrebbe bisogno di risorse per essere più efficiente e dar risposte alle legittime domande dei cittadini. Quello che sta accadendo a Prato è la cartina di tornasole di un problema ampio che riguarda diversi distretti e strutture. Su questo ci aspettiamo risposte immediate ed efficaci”, afferma il presidente Giuseppe Santalucia su LaMagistratura.it.


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Ricerca telematica dei beni da pignorare, Aiga: “Bene l’abolizione del contributo unificato”

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“Tale proposta – ricorda Foglieni – era stata avanzata dalla nostra associazione con le osservazioni al “Correttivo Cartabia” elaborate dal dipartimento giustizia civile della Giunta Nazionale, coordinato dall’avvocato Alessandro Martinuzzi, e inviate alla Commissione giustizia della Camera e del Senato in occasione dell’audizione dello scorso 16 aprile”.

Adesso, spiega il numero uno dei giovani avvocati, l’auspicio è che “venga accolta anche la richiesta di evitare, come previsto dalla legge di bilancio 2025, l’introduzione nell’attuale impianto codicistico dell’art. 307 bis cpc, il quale contempla una nuova ipotesi di estinzione del processo in caso di omesso o parziale pagamento del contributo unificato”.


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