La lotta all’inquinamento entra in una nuova fase. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’8 agosto, il decreto-legge 116/2025 ha introdotto una riforma che ridisegna l’assetto dei reati ambientali, inasprendo pene e sanzioni per chi abbandona rifiuti e rafforzando gli strumenti a disposizione delle autorità.
Tre livelli di reato
Il provvedimento abbandona l’impostazione unica di contravvenzione e crea tre fasce di gravità:
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Abbandono semplice di rifiuti, punito come contravvenzione ma con sanzioni pecuniarie più alte: da 1.500 a 18.000 euro;
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Abbandono di rifiuti non pericolosi in contesti gravi (siti contaminati, pericolo per la salute o danno ambientale rilevante), qualificato come delitto, con pene da sei mesi a cinque anni di reclusione;
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Abbandono di rifiuti pericolosi, anch’esso delitto, punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Sigarette e piccoli rifiuti nel mirino
La riforma interviene anche sul getto di rifiuti di piccole dimensioni – come mozziconi di sigaretta e cartacce – introducendo multe da 80 a 320 euro. È inoltre prevista la sospensione della patente se l’abbandono avviene utilizzando un veicolo. Per individuare i trasgressori sarà possibile utilizzare anche telecamere di sorveglianza.
Flagranza differita e arresti
Un altro tassello riguarda l’arresto in flagranza differita, esteso ora anche agli illeciti ambientali più significativi, dall’inquinamento alla gestione abusiva dei rifiuti. Sarà sufficiente documentazione video-fotografica o telematica per considerare “in flagranza” l’autore del fatto, purché l’arresto avvenga entro 48 ore dall’accertamento.
Le imprese sotto pressione
Il decreto rafforza anche le sanzioni a carico delle imprese, innalzando i limiti previsti dal decreto legislativo 231/2001. Le misure interdittive potranno ora durare fino a un anno, raddoppiando il tetto precedente di sei mesi.
Una svolta repressiva
Con queste modifiche il legislatore ha voluto dare un segnale chiaro: la tutela dell’ambiente passa anche da una linea dura contro comportamenti diffusi ma dannosi, come il getto di piccoli rifiuti, e da un inasprimento delle pene per le condotte più gravi, che minacciano la salute collettiva e compromettono aree già fragili del territorio.
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