È la riforma costituzionale sul riconoscimento della figura dell’avvocato a rappresentare, oggi, la vera priorità nell’agenda del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Lo ha chiarito lui stesso intervenendo in videocollegamento al dibattito “La giustizia oggi. È giusta la legge? È giusto il processo?”, organizzato al Teatro Comunale di Siracusa dal Consiglio nazionale forense, dall’Unione dei fori siciliani e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Siracusa.
Nel corso del confronto con la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano e il presidente del CNF Francesco Greco, Nordio ha affrontato diversi nodi sul funzionamento della giustizia italiana, insistendo sulla necessità di un approccio manageriale che leghi risorse e obiettivi in modo razionale.
Ma al centro del suo intervento è arrivata la questione del ruolo dell’avvocatura: per il Guardasigilli, l’aggiornamento dell’ordinamento forense, pur importante, rimane subordinato alla riforma costituzionale. “Credo ci sia spazio in questa legislatura per introdurre l’avvocato in Costituzione, purché vi sia convergenza politica. Se questo avvenisse, tutto il resto procederebbe de plano”, ha sottolineato.
Un chiaro segnale di priorità: prima il riconoscimento costituzionale della funzione difensiva come pilastro del sistema giurisdizionale, poi l’adeguamento dell’ordinamento professionale. Una linea che il Ministro ha ribadito più volte, spiegando che il vero motore di cambiamento sarà il rafforzamento istituzionale della figura dell’avvocato all’interno della Carta.
Accanto a questo, Nordio ha evidenziato l’esigenza di definire criteri chiari per calibrare risorse e carichi di lavoro nella giustizia, promuovendo una gestione più efficiente e condivisa con tutte le componenti del sistema, avvocatura inclusa.
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