Il Consiglio Nazionale Forense, nella sentenza n. 232 del 31 maggio 2024, ha ribadito che il diritto di critica sui provvedimenti giudiziari, sebbene fondamentale per garantire la libertà di espressione, non può mai oltrepassare i confini del rispetto verso l’operato del giudice. Il diritto-dovere di esprimere critiche deve infatti coniugarsi con il rispetto della funzione giudicante, che rappresenta un valore di interesse pubblico e trova fondamento nella Costituzione. Tale principio implica che la critica deve essere rivolta all’operato del giudice, ma senza ledere la sua persona o compromettere la sua funzione. Questo bilanciamento tra il diritto di critica e il rispetto per la funzione della giustizia, in cui la difesa riveste pari dignità, è essenziale per il mantenimento di un equilibrio tra le libertà individuali e il rispetto dell’ordine giuridico.
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