Nei prossimi anni, la neurotecnologia avrà un forte impatto sul mondo legale, tale da creare nuove sfide e opportunità. Per ora siamo nel puro campo delle ipotesi, ma potrebbe influenzare significativamente il modo in cui lavorano gli avvocati. Sarà la società a decidere come rispondere alle nuove neurotecnologie che stanno emergendo, affidandosi a professionisti e studi legali.
Cos’è la neurotecnologia e come può essere usata?
La neurotecnologia riassume in sé tutte quelle tecnologie in grado di interagire in maniera diretta con il cervello. Per la precisione, con il sistema nervoso. Queste tecnologie registrano e monitorano l’attività neurale, riuscendo ad influenzarla.
Spesso queste tecnologie vengono impiantate nel cervello, ma possono anche restare all’esterno del corpo, assumendo la forma di cuffie, bracciali e caschi. La neurotecnologia si utilizza per trattare alcune condizioni neurologiche, come il morbo di Parkinson e le demenze in generale. La speranza è che in futuro si utilizzino queste tecnologie per trattare depressione, ansia e disturbi mentali.
Le neurotecnologie non sono necessariamente terapeutiche: si utilizzano anche nei giochi per pc e per monitorare l’attenzione dei lavoratori nei contesti lavorativi. Hanno suscitato grande interesse anche in campo militare, per la creazione di super-soldati potenziati a livello cognitivo.
Perché considerare la neurotecnologia?
In un mondo dove le persone connettono il loro cervello a internet per postare sui social senza compiere alcuna azione corporea, dove controllano i droni o gestiscono la loro epilessia tramite impianti cerebrali, è giunto il momento di chiedersi come impatteranno le neurotecnologie nel mondo del diritto e della professione forense.
Sempre più aziende stanno investendo nel settore delle neurotecnologie. Tuttavia, alcune organizzazioni, come la Neurorights Foundation di New York, sono preoccupate per l’impatto di queste tecnologie a livello di diritti umani. Alcuni paesi stanno già iniziando a intraprendere delle azioni legislative per affrontare le future sfide. Risulta di particolare rilievo la modifica apportata nel 2021 alla Costituzione cilena, avvenuta in risposta alle preoccupazioni sulle neurotecnologie emergenti.
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Questioni etiche, sociali, politiche ed economiche
Un grandissimo potenziale delle neurotecnologie è la loro capacità di alleviare la sofferenza causata da particolari condizioni neurologiche o psichiatriche. Tuttavia, le grosse quantità di dati cerebrali accumulate da queste tecnologie fanno storcere il naso a qualcuno, per quanto riguarda la privacy.
I dati raccolti potrebbero permettere alle aziende o ai governi che riescono ad accedervi di influenzare la sfera mentale degli utenti, manipolando i loro comportamenti e le loro scelte.
Nel futuro potrebbe anche nascere una divisione tra le persone neurotecnologicamente potenziate, con maggiori capacità cognitive, e quelle che non lo sono. Alcuni, invece, potrebbero vedere nelle neurotecnologie un metodo per riuscire a superare la concorrenza nel mercato, restando al passo con i vari sistemi di intelligenza artificiale.
Regolamentazione, dottrina e diritti umani
Le neurotecnologie potrebbero generare molte sfide nel mondo del diritto, tra le quali troviamo la protezione dei consumatori. Ci si potrebbe chiedere quali sono le condotte che costituiscono l’atto criminale che porta una persona a ferirne un’altra, controllandola attraverso un drone o direttamente con il pensiero.
Inoltre: i sistemi di giustizia penale dovrebbero monitorare o intervenire sul cervello degli autori del reato, mediante la stessa tecnologica, durante la loro pena? Le attuali protezioni dei diritti umani sono adeguate?
La legge, con il tempo, potrebbe cominciare ad affrontare delle nuove questioni anche per quanto riguarda l’equità e l’integrità academica. Quali tipi di assistenza neurotecnologica sono consentiti per definire i parametri delle valutazioni degli studenti? Alcuni potrebbero beneficiare delle neurotecnologie, ponendosi ad un altro livello rispetto a quelli che non ne hanno la possibilità/volontà?
Questioni del genere forse vanno ben oltre il diritto penale o altri settori del diritto.
Guardando al futuro
Il mondo della legge avrà un ruolo fondamentale nell’affrontare le varie questioni in materia di diritti umani. In particolare, quelle che riguardano la privacy, la sorveglianza, la manipolazione e il comportamento delle persone da parte di coloro che sviluppano e vendono queste tecnologie. Si prenderà in considerazione l’equità nell’accesso alle tecnologie, il livello di sicurezza dei dispositivi e i pregiudizi che potrebbe presentare l’algoritmo.
La riflessione sulle neurotecnologie incoraggia un nuovo stile di pensiero negli studenti, promuovendo lo sviluppo di capacità di pensiero critico. Gli studi legali hanno l’opportunità di formare una nuova base di clienti, e alcuni si contraddistingueranno proprio per la loro specializzazione nelle neurotecnologie.
Non abbiamo ancora dati precisi sulla diffusione delle neurotecnologie, ma quello che sappiamo è che ignorare questo campo potrebbe essere controproducente. Impianti cerebrali e dispositivi indossabili, infatti, potrebbero diventare gli smartphone del futuro, e non possiamo farci trovare impreparati.
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