23 Febbraio 2022

UE più efficiente nel combattere le frodi IVA

Verso l’introduzione di un sistema di e-fattura tra privati: le iniziative dell’UE

L’Unione Europea è a lavoro con diverse iniziative che mirano a trovare una normativa comunitaria sull’IVA. L’obiettivo è la lotta alle frodi e la riduzione dell’evasione fiscale a livello europeo attraverso l’implementazione di diverse strategie. La previsione è quella di introdurre un sistema obbligatorio di e-fattura nei rapporti tra privati.

UE: come combattere le frodi IVA? Attraverso sistema di e-fattura obbligatorio

Innanzitutto, il lavoro comunitario si sviluppa su più livelli istituzionali, ovvero, sono a cura di:

  • Commissione europea;
  • Parlamento UE.

Tuttavia, il punto comune fra questi è la volontà di adeguare la disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove modalità di funzionamento dell’economia. Ossia, la realtà e l’uso sempre più diffuso di piattaforme digitali di contrattazione. Di conseguenza all’innovazione si sviluppano anche modelli imprenditoriali ai quali non corrisponde un adeguato quadro legislativo.

Perciò, qualora avvengano, non si ha corretto modo di combattere le frodi. A questo punto interviene l’UE, le cui misure si possono leggere nelle indicazioni della consultazione pubblica in corso fino al 15 aprile 2022. Questa ha appunto come fine quello di individuare quegli interventi per modernizzare la normativa IVA all’era digitale.

Qui, si prevede che entro il terzo trimestre del 2022 la Commissione Europea proponga soluzioni per la realizzazione dell’iniziativa “L’IVA nell’era digitale”. A tal proposito, la DG Taxud sarà punto cardine e predisporrà un’apposita proposta legislativa.

La consultazione pubblica UE per IVA nell’era digitale

Nello specifico, la consultazione pubblica tutt’ora in corso è strumento importante per diversi enti, tra cui:

  • Imprese;
  • PMI;
  • associazioni di categoria;
  • piattaforme;
  • operatori di commercio elettronico.

Ognuno di loro ha possibilità durante la consultazione di esprimere online la propria opinione e suggerimenti rispetto ai tre settori che seguono:

  • Introduzione di obblighi di dichiarazione digitale, compresa la fatturazione elettronica. Un’ opzione potrebbe essere quella di introdurre obblighi di conservazione dei dati: i contribuenti dovrebbero così registrare i dati relativi alle operazioni transnazionali tramite un formato prestabilito e a fornire informazioni solo su richiesta;
  • Individuazione del regime IVA applicabile all’economia delle piattaforme. Infatti, si anticipava che le attuali norme in materia di IVA non riescono ad affrontare adeguatamente le sfide dell’economia delle piattaforme. Ad esempio, non possono garantire una tassazione equa delle operazioni economiche, sia online che tradizionali. Dunque, è indispensabile definire, dal punto di vista normativo, un approccio più uniforme ai nuovi modelli commerciali. Questo per quanto riguarda prestatorenatura dei serviziluogo delle prestazioni, fino alla possibilità di coinvolgere attivamente le piattaforme nella riscossione dell’imposta;
  • Registrazione unica ai fini dell’IVA nell’UE: il nuovo sportello unico consente alle imprese di evitare registrazioni IVA multiple nell’UE per le operazioni transfrontaliere. Quindi, l’auspicio è di estendere la portata dello sportello unico alle forniture tra imprese e privati. Inoltre, s’intende abbinare allo sportello unico misure di semplificazione per le forniture intra-UE tra imprese. Infine, ampliare e perfezionare lo sportello unico per le importazioni.

Come vuole combattere le frodi IVA l’UE: raccomandazioni

Oltre a ciò che ci si predispone con la consultazione, ci sono ulteriori iniziative che l’UE persegue. Innanzitutto, ecco alcune raccomandazioni alla Commissione nei confronti di un piano d’azione per una fiscalità equa e semplice. Questo per sostenere la strategia di ripresa di cui all’iniziativa 2020/2254(INL) del 28 settembre 2021.

Raccomandazione C1

In particolare, per quanto riguarda la riduzione del divario fiscale ci si interessa alla Raccomandazione C1. Essa tratta della fatturazione elettronica e il Parlamento europeo invita la Commissione europea a:

  • Istituire senza indugio una norma comune armonizzata per la fatturazione elettronica in tutta l’Unione. E, entro il 2022 ridurre i costi della creazione di sistemi frammentati e diversi nei vari Stati membri;
  • Valutare la possibilità di introdurre gradualmente la fatturazione elettronica obbligatoria in tutta l’Unione entro il 2023. Lo si fa concentrandosi su una significativa riduzione dei costi di conformità, in particolare per le PMI. Inoltre, l’emissione delle fatture si dovrebbe amministrare solo mediante “sistemi” gestiti dallo Stato;
  • Esaminare entro il 2023 la possibilità che il sistema fornisca ai contribuenti ammissibili una parte dei dati/documenti sull’adempimento degli obblighi fiscali. Quindi, compresa la responsabilità per la conformità di tali dichiarazioni. In particolare, in un’ottica di riduzione dei costi di conformità e dei rischi per le PMI.

Raccomandazione C2

Ora, per quanto riguarda la Raccomandazione C2, essa tratta l’alternativa per la riduzione del divario IVA per gli scambi transfrontalieri nell’Unione. Una o più delle iniziative che ora elenchiamo si dovrebbe realizzare entro il 2022-2023:

  • Rilanciare l’iniziativa del regime definitivo: il modo più naturale ed efficiente per contrastare la frode fiscale;
  • Proporre gradualmente ma tempestivamente un’estensione dell’attuale piattaforma OSS da B2C a B2B. L’obiettivo? semplificare il rispetto degli obblighi in materia di IVA e ricevere dati per il monitoraggio e la lotta alla frode fiscale;
  • Progettare e proporre la segnalazione online dei dati per il commercio transfrontaliero dell’Unione. Qui, si preferisce l’utilizzo di dati che provengono dalla fatturazione elettronica,  compreso un trattamento dei dati centralizzato/decentrato efficiente e altamente sicuro per l’individuazione delle frodi. I dati sostituiranno tutti gli obblighi di comunicazione vigenti in questo settore e determineranno una riduzione dei costi complessivi di conformità, in particolare per le PMI.

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