Stretta sulle intercettazioni: vietato l’ascolto delle conversazioni tra legale e indagato

Stretta sulle intercettazioni: d’ora in avanti sarà vietato ascoltare le conversazioni tra legale e indagato, «salvo che l’autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato».

Non potrà più avvenire nemmeno il sequestro indiscriminato dei vari dispositivi elettronici, quali smartphone, pc e tablet. Inoltre, si mette un freno all’utilizzo del trojan, ovvero lo strumento informatico che consente ai pm di conoscere qualsiasi cosa relativa all’indagato.

Il governo, dichiara Carlo Nordio ai microfoni del Corriere, si muoverà molto rapidamente, per poter assicurare la «parità tra accusa e difesa» e «l’inviolabilità delle comunicazioni» che avvengono tra il difensore e l’assistito.

Si tratta di una tutela già prevista dal Codice Penale, ma anche da varie sentenze da parte della Cassazione, della Cedu e dell’Ue, che, tuttavia, è stata snobbata nella pratica.

Da queste premesse parte la proposta di legge del senatore di FI Pierantonio Zanettin. Tranne i casi nei quali il pm abbia un motivo fondato di credere che le telefonate tra avvocato e indagato compongano «il corpo del reato», sarà vietato il sequestro e qualsiasi «forma di controllo».

Se intercettate, le telefonate con gli avvocati, non potranno «in alcun caso essere trascritte nemmeno sommariamente, sono immediatamente distrutte». Se i giudici non si adegueranno commetteranno un «illecito disciplinare».

Tale riforma sarà completamente «a tutela del diritto di difesa». In questo momento in cui cresce la tensione tra le toghe e il governo, si tenta di evitare uno scontro frontale con i giudici scrivendo un nuovo testo mirato, tecnico. Troviamo anche un intervento circa la durata delle intercettazioni, ponendo un limite alle proroghe che richiede il Pm.

Questa nuova disciplina, anticipata da una proposta di legge firmata da Forza Italia, metterà il pm nelle condizioni di fermarsi ad una sola proroga per quanto concerne le captazioni telefoniche nel caso in cui «nel corso degli ultimi due periodi di intercettazione precedenti, comunque autorizzati, non siano emersi elementi investigativi utili alle indagini».

Presente anche una nuova norma che assimila il sequestro di pc, smartphone e tablet alle intercettazioni. Il pm, dunque, sarà autorizzato ad estrarre soltanto le informazioni essenziali per le indagini, e dovrà anche procedere alla «duplicazione integrale» dei dispositivi su ulteriori supporti informatici, consentendo all’indagato di verificare se sono presenti manomissioni.


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