Sisto: Nessuna modifica alla riforma Cartabia

«La riforma Cartabia entrerà in vigore così com’è. Ci potrà essere qualche ulteriore slittamento di qualche sua piccola parte, ma non si può pensare di ritrattare la normativa con la Commissione Europea: abbiamo già avuto tranche di finanziamento».

Queste le parole di Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, nel suo intervento del 22 novembre a Italia Direzione Nord – A True Event, tenutosi a Milano.

La scelta di far slittare l’entrata in vigore al 30 dicembre, secondo Sisto, è dovuta al fatto che «non eravamo ancora pronti: c’erano situazioni, ordinamenti e logistiche da sistemare. Perché una buona norma possa essere efficace, è necessario che la struttura sia pronta ad applicarla».

Tra i punti che sono stati più dibattuti della Riforma Cartabia troviamo senza dubbio le nuove norme che vanno a disciplinare la cronaca giudiziaria e che affida ai capi delle procure tutte le decisioni sulle notizie da rendere note alla stampa. Di questo ne avevamo già parlato un po’ qui.

Questa riforma «ha avvicinato il processo alla Costituzione. L’articolo 21 è un pilastro della democrazia, ma gli articoli 3, 24, 25, 27 non sono meno importanti. Non c’è un bene costituzionale più importante degli altri: bisogna metterli tutti insieme e trovare una mediazione tra diritto di cronaca, la riservatezza e la presunzione di non colpevolezza».

Aggiunge Vinicio Nardo, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano: «Quel decreto è doveroso perché viene dall’Europa. Penso sia qualcosa di civile che porterà a un ridimensionamento dei modi e dei costumi e che possa incidere anche sull’aspetto culturale».

Edmondo Bruti Liberati, magistrato ed ex-procuratore della Repubblica, è di tutt’altro avviso. Pur condannando gli eccessi, ricorda che «l’informazione sulla giustizia è un elemento della democrazia. È interesse pubblico che la stampa possa conoscere cosa avviene ed eserciti il suo dovere di critica verso chi esercita il potere giudiziario».

Durante l’incontro, Sisto ha risposto alle critiche sollevate sul decreto anti-rave, sostenendo che è rivolto «alla tutela della salute e dell’ordine pubblico. È indirizzato a beni giuridici che non possono essere scambiati con scuole o manifestazioni in piazza. Io sarei per una modifica che preveda l’inserimento nel testo dell’uso indiscriminato di sostanze stupefacenti per chiarire ulteriormente ed evitare che qualcuno possa applicarlo al di là dei contesti appropriati».

Per quanto riguarda la lunghezza dei processi, invece, ha dichiarato: «Nella manovra di bilancio abbiamo indicato delle priorità come le assunzioni di personale, sia nella polizia penitenziaria sia negli uffici giudiziari».

Secondo Dario Bolognesi, fondatore dello Studio Bolognesi, un aiuto potrebbe arrivare da una norma della Riforma Cartabia: «L’Istituzione di un’udienza predibattimentale nei processi che vanno a giudizio con citazione diretta, apparentemente, è in un istituto in più. Ma potrebbe portare un grande vantaggio, perché il giudice del predibattimento avrà il fascicolo del pm e potrà assolvere. Visto che un 40% delle cause si fermano in udienza preliminare, potremmo aver trovato una soluzione».

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