apple vision

Siete pronti a passare ore ed ore con un visore sulla testa?

È un momento importante per i visori per la realtà virtuale e per la realtà aumentata. Apple ha appena presentato il suo visore Vision Pro, dopo il lancio di un nuovo visore sia da parte di Meta che di Lenovo. Sicuramente resteranno in circolazione per un bel po’ di tempo, ma non è detto che tutti siano disposti ad indossarli.

Dopo un decennio dalla derisione dei Google Glass, l’ultimo annuncio Apple ha suscitato parecchie perplessità simili. Il visore in alluminio sembra essere progettato con cura, anche se le immagini mostrate da Apple non rappresentano in alcun modo comodità o praticità nell’indossare un computer facciale.

Il nuovo visore Apple fa discutere

Anche se Apple riuscisse a conquistare i fan della produttività e la loro immaginazione, non sembra così semplice l’idea trovare una base di utenti che abbiano intenzione di spendere 3.499 dollari per il suo visore.

Infatti, l’indossabilità resterebbe un gran problema. Apple non ha rivelato quanto pesa il suo Vision Pro, e nemmeno quanto dura esattamente la batteria. Dalle immagini, tuttavia, sembra che il dispositivo sia molto ingombrante e collegato ad una batteria esterna.

Dichiara Leo Gebbie, analista che si occupa di realtà virtuale: «Le persone hanno una tolleranza limitata quando si tratta di indossare qualcosa sulla testa per un periodo di tempo prolungato. Un oggetto che va indossato tutto il giorno deve essere sottile, leggero e comodo. Nessuno ha ancora raggiunto questo obiettivo nel mondo della Vr».

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Il visore Apple, così come altri modelli, è un dispositivo per la realtà mista, che consente agli utenti di interagire con alcuni elementi virtuali e con una parte del mondo reale. Questo passaggio attraverso il mondo reale è un aspetto su cui Apple si è concentrata tantissimo per il lancio di Vision Pro, presentando il visore in quanto oggetto da indossare mentre si cammina.

Dunque, non c’è rischio di urtare continuamente mobili, animali, bambini, ecc, anche se essendo un visore, oscura l’intero campo visivo. I Google Glass (così come i Facebook Ray-Ban di Meta) non hanno tutte le funzioni che offre il Vision Pro, ma consentono comunque di vedere tutto intorno.

Inoltre, gli schermi che utilizziamo tutti i giorni non sembrano essere del tutto affidabili: pensiamo alle situazioni in cui un’app si blocca. Se dovesse accadere la stessa cosa con il campo visivo intero, l’utente potrebbe restare al buio.

Inoltre, i visori non hanno un aspetto così accattivante. Si tratta di dispositivi che non sono così discreti da poter essere indossati con disinvoltura: chi, in aereo, per guardare Netflix, indosserebbe un visore senza sentirsi in imbarazzo?

È probabile che nel corso dei prossimi anni i visori per la realtà virtuale diventino meno ingombranti, più sottili e più semplici da indossare. Tali dispositivi dovranno, inoltre, superare il senso di isolamento che caratterizza queste esperienze immersive.


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