Rosa Colucci 1 Ottobre 2024

Processo telematico, funzioni cancellieri ridotte: le preoccupazioni dei sindacati

Il processo di digitalizzazione della giustizia continua a rivoluzionare l’organizzazione degli uffici giudiziari. L’introduzione dei depositi online automatizzati nel processo telematico, sia civile che penale, ha segnato l’uscita di scena del cancelliere in alcune procedure chiave. Le nuove specifiche tecniche, recentemente entrate in vigore, permettono l’accettazione automatica degli atti per i quali non è più richiesto l’intervento diretto del personale amministrativo. Un cambiamento epocale che ha sollevato reazioni forti da parte dei sindacati.

Con l’automazione del processo di deposito, il sistema associa automaticamente l’atto all’evento corrispondente, con una comunicazione che arriva direttamente all’avvocato tramite la consueta serie di PEC. Questo nuovo metodo rappresenta un passo avanti nell’efficienza, ma ha sollevato preoccupazioni da parte del personale coinvolto, in particolare i cancellieri, la cui funzione risulta drasticamente ridotta.

La protesta di Confsal-Unsa: “un duro colpo ai cancellieri”

Il Segretario generale della Confsal-Unsa, attraverso un comunicato stampa, ha espresso il malcontento del personale amministrativo, contestando la circolare ministeriale prot. n. 34552.U del 19/09/2024. La circolare, che stabilisce l’accettazione automatica degli atti giudiziari, è stata criticata per non essere stata preventivamente condivisa con le organizzazioni sindacali (OO.SS.), né discussa in sede di concertazione.

La Confsal-Unsa ha evidenziato come questa nuova procedura contrasti con il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) in vigore, che attribuisce esclusivamente al cancelliere determinate funzioni oggi sostituite dall’automatismo informatico. Secondo il sindacato, questo cambiamento rischia di portare al demansionamento dei cancellieri, relegandoli a compiti di routine, mentre il vero impatto positivo dell’automazione sui carichi di lavoro è ancora da dimostrare.

Il punto di vista di Confintesa Funzione Pubblica

Anche Confintesa Funzione Pubblica è intervenuta sulla questione, offrendo una visione più sfumata, ma non meno critica. Se da un lato riconosce che la circolare si rivolge in maniera generica al “personale amministrativo”, dall’altro sottolinea che non elimina completamente il ruolo del cancelliere, il quale continua a svolgere funzioni di verifica e controllo sugli atti processuali dopo l’inserimento automatico.

Confintesa ha valutato che, sebbene l’automazione possa ridurre i compiti ripetitivi e agevolare l’organizzazione degli uffici, il vero problema risiede nell’atteggiamento politico del Ministero della Giustizia. Secondo il sindacato, il rischio di un vero “declassamento” risiede nella mancanza di riconoscimento del ruolo del personale nelle trattative contrattuali attualmente in corso, in particolare riguardo al potenziamento delle aree funzionali dei cancellieri e degli operatori giudiziari.

Il futuro dei cancellieri tra digitalizzazione e diritti sindacali

Mentre il processo telematico avanza e l’automazione prende piede, le organizzazioni sindacali restano vigili. La Confsal-Unsa ha già annunciato la possibilità di ricorrere a vie legali per difendere i diritti dei cancellieri, mentre Confintesa Funzione Pubblica si riserva di valutare l’esito della sperimentazione prima di intraprendere azioni sindacali. Entrambi i sindacati sottolineano l’importanza di un intervento risolutivo del Ministero per garantire che l’automazione non si traduca in una perdita di dignità e competenze per il personale giudiziario.

Il dibattito, tuttavia, rimane aperto, tra necessaria innovazione tecnologica e salvaguardia dei diritti dei lavoratori. La soluzione sicuramente passerà attraverso un’adeguata formazione del personale.


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