Redazione 15 Luglio 2025

Privacy e Intelligenza Artificiale, il Garante lancia l’allarme: “Serve un’etica della tecnica per non diventare schiavi dell’algoritmo”

ROMA – È un bilancio fitto di sfide quello tracciato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali nella Relazione annuale 2024, presentata oggi a Montecitorio. A fare da protagonista, come era prevedibile, l’intelligenza artificiale generativa, che nel corso degli ultimi mesi ha radicalmente cambiato non solo le abitudini digitali ma anche il contesto sociale, culturale e politico, ponendo interrogativi inediti sulla tutela della persona.

A sottolinearlo con chiarezza è stato il presidente dell’Autorità, Pasquale Stanzione, che nella Sala della Regina della Camera ha parlato di una “rivoluzione antropologica” innescata dall’IA, avvertendo però dei rischi di affidarsi alla tecnologia in modo acritico. “Serve un’etica degli algoritmi, una ‘algoretica’, capace di governare l’innovazione senza sacrificare i diritti e le libertà individuali”, ha ammonito Stanzione.

L’anno dell’Intelligenza Artificiale

Il 2024 ha rappresentato il definitivo consolidamento dell’intelligenza artificiale generativa in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Dal lavoro al tempo libero, dalla sanità all’informazione, gli algoritmi hanno assunto un ruolo pervasivo, imponendo una riflessione collettiva sulla gestione dei dati personali e sulla sicurezza digitale. Un’esigenza avvertita anche a livello internazionale: il recente G7 a presidenza italiana ha posto proprio la persona umana al centro del dibattito sulle nuove tecnologie.

I numeri di un anno difficile

Sul fronte dei provvedimenti, l’Autorità ha adottato misure incisive. Tra le più rilevanti, la conclusione dell’istruttoria su ChatGPT, con l’imposizione a OpenAI di una sanzione di 15 milioni di euro e l’obbligo di avviare una campagna informativa a tutela degli utenti. Attenzione anche al delicato tema dei dati biometrici: il Garante ha inviato un avvertimento formale al progetto Worldcoin per l’utilizzo della scansione dell’iride in cambio di criptovalute, giudicata priva delle necessarie garanzie e trasparenza.

Emergenze digitali: revenge porn e deep fake

Sempre più grave il fenomeno del revenge porn, con 823 segnalazioni ricevute nel 2024, quasi triplicate rispetto all’anno precedente. In gran parte dei casi l’Autorità è intervenuta per bloccare la diffusione di foto e video compromettenti su piattaforme online. Crescono anche le segnalazioni per deep fake, contenuti falsificati con IA che simulano volti e voci per scopi malevoli.

I minori nel mirino e il telemarketing selvaggio

Prosegue l’impegno per la protezione dei minori online, con una stretta sui controlli relativi all’età di iscrizione ai social network e una campagna informativa contro il ‘sharenting’, la sovraesposizione dei figli in rete da parte dei genitori. Parallelamente, il Garante ha intensificato la lotta al telemarketing aggressivo, imponendo sanzioni pesanti per violazioni della privacy e approvando il nuovo Codice di condotta per le attività di teleselling.

Privacy e informazione: i limiti del diritto di cronaca

Non sono mancati i richiami al mondo dell’informazione. L’Autorità ha censurato ripetutamente le derive di morbosità e spettacolarizzazione nella cronaca di vicende tragiche, richiamando i media al rispetto della dignità e dei dati personali dei soggetti coinvolti.

Una rivoluzione da governare

“La sfida non è l’intelligenza artificiale in sé – ha concluso Stanzione – ma l’uso che se ne farà. Dobbiamo rifiutare l’approccio oracolare e promuovere una governance responsabile della tecnica. L’uomo deve restare al centro del processo di innovazione, perché non diventi prigioniero della potenza che ha generato”.


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