Redazione 5 Agosto 2024

imposta di registro

Premi di produzione: trasformarli in contributi per i fondi pensione, il parere del fisco

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti riguardo alla possibilità di convertire i premi di produzione in contributi pensionistici. Secondo il Fisco, questi contributi non concorrono alla formazione della base imponibile su cui si calcola l’Irpef, offrendo così un’opportunità fiscale vantaggiosa per i lavoratori.

Dettagli della normativa

L’Agenzia delle Entrate ha specificato che per beneficiare di questo regime fiscale, è fondamentale comunicare alla forma di previdenza complementare sia l’ammontare dei contributi non dedotti, sia l’ammontare dei contributi sostitutivi del premio di risultato. Questo passaggio è cruciale per garantire la corretta applicazione delle agevolazioni fiscali.

Premi di risultato: un incentivo alla produttività

I premi di risultato, o premi di produzione, sono strumenti utilizzati dalle aziende per incentivare i dipendenti attraverso una retribuzione aggiuntiva, riconosciuta al raggiungimento di specifici obiettivi di produttività, redditività o qualità. Tali obiettivi devono essere verificabili e misurabili per legge. Questo tipo di premio può essere erogato da tutti i datori di lavoro, esclusa la Pubblica Amministrazione, e beneficiare tutti i lavoratori dipendenti.

Regime fiscale agevolato

Introdotto dalla Legge di Stabilità del 2016, il regime fiscale agevolato per i premi di risultato è riservato ai lavoratori che, nell’anno precedente all’erogazione del premio, non abbiano superato gli 80.000 euro di reddito da lavoro dipendente. Questo incentivo fiscale ha lo scopo di favorire l’incremento della produttività aziendale, rendendo i premi di risultato una componente interessante della retribuzione complessiva.

Vantaggi della conversione in contributi pensionistici

La conversione dei premi di produzione in contributi per i fondi pensione rappresenta un’opzione vantaggiosa per i lavoratori, permettendo di destinare una parte della retribuzione aggiuntiva al proprio futuro previdenziale. Questa scelta consente di beneficiare di un trattamento fiscale più favorevole, poiché i contributi non concorrono a formare il reddito imponibile Irpef.


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