La tecnologia, per lungo tempo percepita come una forza neutrale di progresso, sta oggi suscitando un dibattito sempre più acceso. Se da un lato persiste una visione ottimistica, se non addirittura euforica, nei confronti dello sviluppo tecnologico, dall’altro emergono approcci critici che mettono in discussione la neutralità degli artefatti tecnologici e i potenziali rischi per l’umanità.
Come sottolineato da diversi studiosi, nessun oggetto tecnologico è neutrale: ogni strumento, artefatto o dispositivo produce effetti materiali e sociali sui sistemi in cui viene integrato. Inoltre, i prodotti dell’innovazione possono rivelarsi tanto vantaggiosi quanto dannosi per l’essere umano.
Questa consapevolezza dei rischi derivanti dall’innovazione ha riportato l’attenzione sul rapporto tra diritto e tecnologia. Quest’ultima si presenta come un fatto che il diritto è chiamato a regolare, ma la sua rapidità di evoluzione solleva dubbi sulla capacità del diritto di tenere il passo.
Si registra una tensione tra il sistema giuridico e la tecnologia, entrambi tesi a ordinare la realtà in modo autoreferenziale. La tecnologia sfugge al controllo di norme rigide, mentre il diritto sperimenta nuovi modelli di normazione più flessibili e orientati all’aggiornamento continuo.
Tuttavia, il rapporto tra diritto e tecnologia non è ancora definito in modo univoco. Diverse sono le ricostruzioni del ruolo che il diritto ha o dovrebbe avere nella regolazione della tecnica e nella gestione dei rischi per i diritti umani.
In questo contesto, il diritto costituzionale assume un ruolo centrale nel bilanciamento degli interessi in gioco e nella verifica dell’impatto dei prodotti dell’innovazione sui diritti e le libertà degli individui.
Un esempio concreto di questa sfida è rappresentato dalla “mobilità intelligente”, un settore in rapida evoluzione che sta trasformando il mondo dei trasporti. L’introduzione della guida assistita e, in futuro, della guida autonoma solleva questioni cruciali in termini di sicurezza, responsabilità e impatto sui diritti fondamentali.
È necessario un framework di regole uniformi che disciplinino la circolazione di mezzi non più soggetti al controllo umano. Una maggiore consapevolezza dei benefici e dei rischi della mobilità intelligente potrebbe orientare le scelte di regolamentazione, attraverso la predisposizione di tutele a salvaguardia dei diritti e delle libertà delle persone.
Solo in questo modo i vantaggi derivanti dalla smart mobility potranno dirsi davvero tali.
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