Rosa Colucci 16 Luglio 2024

Rete divisoria carceri

Nordio annuncia un nuovo piano per il monitoraggio del Fentanyl nelle carceri

Il Ministro della Giustizia ha annunciato l’avvio di un programma di monitoraggio rigoroso per la diffusione del fentanyl all’interno delle carceri italiane. La dichiarazione è avvenuta durante la conferenza stampa di presentazione della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze nel nostro paese, tenutasi a Palazzo Chigi.

Il fentanyl, noto per essere un analgesico oppioide sintetico, è prescritto generalmente a pazienti oncologici per la gestione del dolore severo. Tuttavia, il suo uso illecito come stupefacente è estremamente pericoloso, essendo fino a 100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina. Anche una piccolissima dose può risultare letale, rendendo urgente un intervento deciso.

“Abbiamo disposto una mirata attività di monitoraggio sulla diffusione all’interno degli istituti penitenziari”, ha dichiarato il Ministro. L’iniziativa non si limita al semplice uso del farmaco, ma estende il controllo alle prassi di somministrazione all’interno delle strutture carcerarie. A tal fine, i provveditorati regionali sono stati incaricati di raccogliere e trasmettere una serie di informazioni dettagliate. Queste includono i quantitativi di fentanyl presenti nelle infermerie, le forme in cui viene somministrato, il numero di pazienti a cui è prescritto, le tipologie di trattamenti sanitari in atto e le dosi quotidiane somministrate.

Un aspetto critico del monitoraggio riguarda la gestione dei cerotti di fentanyl. Sarà verificato se questi vengono riconsegnati dai pazienti dopo l’uso o se rimangono in loro possesso, al fine di prevenire eventuali scambi tra detenuti che potrebbero aggravare il problema della diffusione della droga.

La preoccupazione del Ministro non si limita al contesto carcerario. Il fentanyl è una minaccia rilevante anche durante le indagini preliminari per reati collegati agli stupefacenti. Per questo motivo, è stato avviato un dialogo con il Procuratore Generale della Cassazione e con il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. L’obiettivo è elaborare un documento con misure specifiche per contrastare il fenomeno, da inviare alle procure territoriali. Tale documento mira a garantire un approccio uniforme nelle perizie e consulenze che rilevano la presenza del fentanyl, assicurando così una maggiore efficacia nelle indagini preliminari.


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