Le minacce rivolte agli avvocati difensori nel caso della neonata sequestrata a Cosenza rappresentano un attacco non solo ai singoli professionisti, ma all’intero sistema della giustizia. La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI), insieme agli Osservatori Avvocati Minacciati e Informazione Giudiziaria, ha espresso forte preoccupazione per il crescente clima di ostilità, sostenendo la ferma presa di posizione della Camera Penale di Cosenza contro la campagna d’odio scatenatasi sui media e sui social.
Le offese e le minacce contro gli avvocati difensori non sono episodi isolati, ma il risultato di un fenomeno preoccupante: la spettacolarizzazione della giustizia. La diffusione di informazioni riservate o parziali, spesso prive di fondamento probatorio, viola il principio di presunzione di innocenza sancito dall’articolo 27 della Costituzione. Inoltre, l’atteggiamento di alcune autorità pubbliche, attraverso dichiarazioni e comportamenti irresponsabili, ha contribuito ad alimentare il clamore mediatico, mettendo a rischio la serenità degli operatori del diritto.
Difendere la funzione dell’avvocato significa difendere la giustizia
L’articolo 24 della Costituzione stabilisce che la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Attaccare un avvocato per il suo ruolo professionale significa minare l’intero sistema giudiziario, trasformandolo in uno strumento sommario e arbitrario. La funzione dell’avvocato non è quella di difendere il crimine, ma di garantire che il processo si svolga nel rispetto delle regole, tutelando sia gli imputati sia la credibilità delle istituzioni.
La Giunta dell’UCPI sottolinea la necessità di una risposta forte da parte delle istituzioni per fermare la deriva della “giustizia di piazza”, che rischia di compromettere irrimediabilmente il patto sociale su cui si fonda la convivenza civile. Se l’opinione pubblica continuerà a essere guidata più dalle pulsioni emotive che dai principi costituzionali, il sistema giudiziario perderà la sua funzione democratica, aprendo la strada a una giustizia sommaria e vendicativa.
Come la storia insegna, conclude la nota della Giunta UCPI, chi oggi alimenta l’odio e la delegittimazione della difesa potrebbe trovarsi domani vittima dello stesso meccanismo. È tempo che il Governo e le istituzioni intervengano con decisione per ristabilire un clima di rispetto delle garanzie costituzionali, affinché la giustizia resti un baluardo di democrazia e non un’arena di esecuzioni mediatiche.
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